Approda al Vigilianum di Trento da lunedì 25 febbraio
La mostra «Le alte vie di Emanuele Stablum» racconta la vita del medico-religioso solandro in odore di santità

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Da lunedì 25 febbraio e fino al 15 marzo, presso il polo culturale diocesano Vigilianum (Trento, via Endrici) è visitabile la mostra itinerante che racconta la vita di Emanuele Stablum: trentino della Val di Sole, romano di adozione, in odore di santità.
Ma, soprattutto, religioso e studioso che ha dato un contributo importante allo sviluppo della medicina e ha messo in gioco la propria vita per salvare quella degli altri.
Nato nel 1895 a Terzolas, abbracciata la vita religiosa con i Figli dell’Immacolata Concezione, negli anni ’30-’40 Stablum diresse l’ospedale dermatologico IDI di Roma e proprio in quel periodo salvò la vita a un centinaio di persone (ebrei e dissidenti politici), vestendoli da religiosi o ricoverandoli in ospedale come malati. Lo Stato di Israele ha riconosciuto Emanuele Stablum come Giusto tra le nazioni.
La Congregazione vaticana per le Cause dei Santi lo ha indicato come Servo di Dio, primo passo sulla strada della beatificazione.
La mostra – curata da Ruggero Valentini – illustra in dieci pannelli i passaggi fondamentali della vicenda umana di Stablum: il desiderio di farsi prete e l’iniziale contrarietà della madre; la prima guerra mondiale che colpisce la sua terra natale; il “forzato” abbandono degli studi di teologia per iniziare quelli di medicina; gli anni dell’impegno professionale e di coerente vita consacrata; la tragedia della seconda guerra mondiale e la sua solidarietà verso perseguitati politici ed ebrei; il ruolo di governo nella sua congregazione religiosa e la malattia che lo portò alla morte, avvenuta nel 1950.
Il titolo della mostra «Le alte Vie di Emanuele Stablum» esprime la passione del religioso e medico solandro per la montagna e per la propria terra, ma anche il percorso arduo e affascinante, a tratti estremo, della vita consacrata, intrecciato con il lavoro professionale praticato come missione
Due visite guidate con il curatore sono in programma il 7 e 8 marzo alle ore 18.00, quest’ultima preceduta (dalle 14.30) da una conferenza sul tema Essere giusti nel tempo del male con gli interventi di Alberto Conci (docente all’ISSR Romano Guardini di Trento) e di Elisabetta Ruffini (direttrice ISREC – Istituto bergamasco per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea).
STABLUM – BIOGRAFIA
Emanuele Stablum nasce a Terzolas (Val di Sole) nel 1895. Compiuti i 15 anni, si reca a Saronno (Varese) per verificare la propria scelta di vita con la congregazione religiosa «Figli dell’Immacolata Concezione» fondata da Luigi Monti (1825-1900), religioso infermiere ed educatore beatificato da papa Wojtiła nel 2003. Emanuele desidera diventare prete e inizia gli studi teologici.
Arrivato quasi alla conclusione, gli viene chiesto di abbandonarli per iscriversi alla facoltà di medicina.
Sperimenta una cocente delusione, manifestando tuttavia la forza interiore di un vero uomo di Dio: sarà per sempre un cristiano laico consacrato, vivendo in fraternità la sua missione di medico.
Negli anni ’30 e ’40 dirige con competenza l’IDI di Roma, un ospedale dermatologico fondato dalla sua congregazione religiosa (i «Figli dell’Immacolata Concezione»).
Partecipa alla vita culturale, sociale ed ecclesiale dell’Italia che esce dal fascismo e dalla seconda guerra mondiale.
In quegli anni salva la vita ad un centinaio di perseguitati, rifugiati ed ebrei, che nasconde nell’ospedale vestendoli da frati o ricoverandoli come malati.
È tra i soci fondatori dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (AMCI). Muore il 16 marzo 1950 all’IDI di Roma, dove è sepolto.