«Richiesta del Commissariamento LaVis, una scelta obbligata»
Schelfi: «E' una sconfitta del sistema, ma la decisione della Provincia consentirà di dare continuità alla cooperativa e tutelare i soci.»
La perdita di una battaglia a volte
può significare la vittoria della guerra.
Questo il significato della dichiarazione che Schelfi, presidente
della Cooperazione Trentina, ha fatto a commento del
Commissariamento della cantina La-Vis.
D'altronde, avendo funzioni di controllo e verifica sulle
cooperative trentine, la Federazione doveva in prima persona
segnalare il perdurare dello stato di difficoltà in cui versa la
cantina all'Ente di controllo (la Provincia autonoma di
Trento).
La quale ha deliberato di commissariarla, come abbiamo scritto in
un precedente articolo (vedi).
La delibera di commissariale la cantina LaVis approvata dalla
Giunta provinciale fa seguito infatti alla richiesta della
Federazione, formulata con lettera dal direttore della Divisione
Vigilanza Enrico Cozzio, in cui si evidenzia come il protrarsi
dell'attuale situazione di incertezza stia demotivando oltremodo la
base sociale, arrecando grave danno all'immagine della cooperativa
e vanificando qualsiasi programma di rilancio dell'attività
sociale.
«Indubbiamente il commissariamento rappresenta una sconfitta del
sistema, - ha commentato amaramente il presidente della Federazione
Diego Schelfi - perché la cooperazione avrebbe dovuto trovare
dentro di sé le forze imprenditoriali e solidali per la
soluzione.»
La scelta del commissariamento è stata dunque inevitabile per
tutelare i soci e garantire futuro alla cantina.
«Il commissario e il vice nominati dalla Giunta [il segretario
generale della Camera di commercio Marco Zanoni e il direttore
della cantina di Isera Fausto Campostrini - NdR] sono ottimi
professionisti che godono della nostra stima e fiducia. - Ha
aggiunto Schelfi. - Sapranno individuare le scelte migliori per far
uscire la cantina dalle difficoltà di questo momento e rilanciarla
con un piano industriale serio e credibile. Rinnoviamo la nostra
disponibilità alla collaborazione per il bene dei soci e il futuro
della cooperativa.»
La Divisione Vigilanza della Federazione aveva lanciato l'allarme
più volte in ordine alla tenuta complessiva della cooperativa.
Lo aveva fatto con lettera di certificazione al bilancio di
esercizio dell'11 dicembre 2009, in cui manifestava riserve sulla
redazione del documento contabile.
Successivamente, il 9 luglio scorso, segnalava il peggioramento
della situazione finanziaria e della redditività aziendale.
Il direttore generale della Federazione Carlo Dellasega era
intervenuto personalmente in assemblea dei soci il 15 gennaio per
informare la compagine sociale della difficile situazione
finanziaria in cui si trovava la cooperativa.
In una lettera del maggio successivo, la Federazione segnalava la
sua grande preoccupazione circa il futuro della cooperativa.
Nel frattempo la stessa Federazione aveva attivato iniziative di
studio e di analisi per individuare le linee di orientamento
strategico per il rilancio del settore vitivinicolo cooperativo,
note comunemente come «Piano Pedron», dal nome del principale
consulente impegnato nello studio, Emilio Pedron, esperto di
credibilità internazionale.
Un piano che ancora oggi rappresenta un contributo valido per
ristrutturare il comparto, a cominciare dalle situazioni di
criticità.
«Pedron dovrà continuare con grande impegno - ha concluso Schelfi -
il lavoro attorno alla responsabilità e trasparenza e alla
partecipazione dei soci, su cui la Federazione sta profondendo
grande impegno.»
Nella foto, Schelfi (a
sinistra) e Pedron.