Allevatori: annata OK, ma aumentano i costi e calano i consumi
Stamani la sede di via delle Bettine a Trento ospita l’assemblea dei soci della Federazione Provinciale Allevatori
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Il 17% del territorio trentino è occupato da prati e pascoli.
Oltre quattromila aziende (4246 per la precisione) allevano 38 mila bovini da latte, 5 mila da carne, altrettanti equini, 27 mila ovini e 6 mila suini.
Il dato è emerso stamani all’annuale assemblea della Federazione Trentina Allevatori, che ha confermato in consiglio il presidente in scadenza Silvano Rauzi.
La nomina del presidente avverrà nella prima riunione del cda.
Rauzi ha parlato di un bilancio del settore tutto sommato positivo, almeno rispetto a quanto sta capitando all’economia in generale.
«Possiamo accontentarci, le quotazioni di Trentingrana hanno garantito buone soddisfazioni, così come il liquidato di Latte Trento. Ma non è tutt’oro. Parallelamente sono aumentati i costi di produzione, materie prime e burocrazia in primo luogo.»
Preoccupa anche il calo dei consumi alimentari, per la prima volta in flessione nel primo trimestre 2014 anche nel negozio di via delle Bettine.
«La gente spende mediamente 4-5 euro in meno per ogni spesa.»
In leggero calo anche le vendite di carne attraverso la cooperazione di consumo. Segnali da non sottovalutare.
Nel saluto del sindaco di Trento Alessandro Andreatta, il riconoscimento agli allevatori trentini per aver saputo fare sistema.
«Siete una presenza, un presidio sociale in tutto il Trentino.»
Parole di stima anche da parte dell'assessore alla cooperazione Tiziano Mellarini e del parlamentare europeo Herbert Dorfmann.
Dall’Europa arrivano notizie positive. Rauzi ha ringraziato gli europarlamentari uscenti Dorfmann e De Castro per il lavoro svolto, ma ha messo in guardia da politiche europee che hanno scarsa attenzione all’agricoltura di montagna.
Dal canto suo l'assessore provinciale all'agricoltura Michele Dallapiccola ha affermato che dopodomani è prevista la chiusura della trattativa con Roma per il riparto dei fondi europei riservati ai vitelli da latte, per un ammontare complessivo in sette anni di 30-35 milioni per il Trentino.
Che in soldoni si può tradurre in un contributo di 100-150 capo euro a capo per anno.
La fotografia del settore
Circa la metà del 1.330.000 quintali di latte prodotto da 830 allevatori si trasforma in Trentingrana, un quarto viene distribuito come latte alimentare e un altro quarto per la produzione di formaggi tipici.
L’83% della produzione viene conferita ai 17 caseifici sociali cooperativi.
Il latte destinato a Trentingrana mantiene alte le quotazioni (anche se costa di più produrlo) a 63,1 centesimi al litro.
È quasi il doppio rispetto a quanto liquidato in media per il latte di pianura (38,8 cent in Lombardia).
Il latte alimentare ad altre lavorazioni (alimentare e formaggi tipici) ha spuntato 48 centesimi al litro di media.
Il direttore Claudio Valorz ha presentato i dati più significativi dell’attività della Federazione. Dal libro genealogico tenuto dalla Federazione Allevatori sono in aumento le aziende che allevano vacche da latte (+5%), ma in diminuzione i capi (-153).
Aumentano leggermente gli ovini (+62 capi), in calo invece caprini (-80) e conigli (-208).
In assoluto le razze bovine più allevate sono la frisona (8.514 capi), la bruna (7.404) e la pezzata rossa (3.774).
I controlli della Federazione hanno consentito nel tempo di aumentare la produzione media di latte (+86 kg/anno dal 1996), migliorare la percentuale di proteine e di grasso.
Il laboratorio latte ha analizzato 176.598 campioni di latte, a garanzia di qualità e salubrità.
Prosegue anche l’attività di assistenza tecnica per la genomica e il miglioramento della fertilità, così come l’attività di selezione e produzione di seme al centro Alpenseme di Ton (418mila dosi prodotte, -6,1%).
55mila le dosi vendute in Trentino (+5,1%).
Sono state 201mila le dosi commercializzate con il marchio del consorzio Superbrown, finite in tutto il mondo, dal Messico all’Uganda all’Australia.
Ha perso un po’ la vivacità degli ultimi anni il mercato del bestiame vivo, venduto attraverso sette aste organizzate dalla Federazione.
643 i capi venduti lo scorso anno, per un prezzo medio di 1.829 euro a manza (in leggera flessione rispetto ai 1.858 euro dell’anno precedente).
La novità di quest’anno riguarda la sperimentazione dell’allevamento di vitelloni biologici di razza Rendena.
Per ora riguarda 24 vitelloni, allattati fino a tre mesi con latte vaccino e poi alimentati con fieno e mangime biologico.
Serve nuovo slancio alla filiera della carne trentina
1.805 sono stati i vitelloni macellati dalla Federazione nell’ambito della filiera certificata della carne trentina (-189 rispetto al 2012).
Di questi, 413 sono stati venduti direttamente dal negozio della Federazione in via delle Bettine (3 in meno dell’anno precedente), 1.181 (-48 rispetto al 2012) attraverso la distribuzione Sait-Famiglie Cooperative) e 211 ad Unipeg di Bologna (-138).
Stabili i prezzi della carne liquidati ai produttori.
«Il progetto ha dato prospettive al settore - ha detto il presidente Rauzi - ma ora c'è bisogno di un rilancio da parte di Sait e Famiglie Cooperative, non possiamo disperdere il lavoro fatto in questi anni, perché la carne del Trentino porta l'immagine di qualità.»
Rinnovato un terzo del consiglio di amministrazione
L'assemblea ha rinnovato il consiglio di amministrazione con l'elezione di otto consiglieri in scadenza: due nuovi, sei confermati, tra cui il presidente uscente Silvano Rauzi.
Per il nome del nuovo presidente bisognerà attendere la prima riunione del cda, cui spetta la nomina.
Si va verso la riconferma di Rauzi.
Questi i nomi degli eletti in consiglio: Silvano Rauzi, Alberto Morandini (nuovo ingresso al posto di Ferruccio Chenetti in rappresentanza delle valli di Fiemme e Fassa), Paolo Cazzuffi, Vittorino Covi, Tarcisio Fattor e Marco Martinelli (prende il posto di Paolo Leonardi in rappresentanza dell'Alta Valsugana).
Rinnovato anche il collegio sindacale: confermati Ivano Dalmonego (caposindaco), Giovanna Mazzoleni, Claudio Toller (sindaci effettivi), e Lorenzo Rizzoli (supplente).
Nuovo ingresso di Cristina Camanini, sindaco supplente al posto di Renato Dalpalù che non si è ripresentato.