Mele: considerazioni sulla produzione record e consumi in calo
Il Trentino ortofrutticolo a Interpoma: sono oltre 7.300 i produttori in Trentino, con 1500 dipendenti ed un giro d’affari ammonta a 380 milioni di euro
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Si avvicina l’appuntamento con la nona edizione dell’expo internazionale dedicata alla melicoltura nel territorio che vanta la più grande concentrazione di frutteti d’Europa e che da sempre fa del binomio agricoltura-turismo un proprio punto di forza.
Sono una dozzina le varietà di mele che crescono nelle valli dolomitiche, di cui undici hanno ottenuto nel 2005 il marchio IGP. Circa 8.000 le aziende familiari che producono circa un milione di tonnellate di mele, la metà delle quali destinate all’export.
Sono solo alcuni dei numeri che descrivono il territorio dove dal 20 al 22 novembre prossimo si svolgerà Interpoma, la più grande manifestazione internazionale sulla mela, presentata oggi a Trento nella sede della Cooperazione in via Segantini.
«Dal 2008 al 2012 si è misurato un incremento esponenziale di visitatori – afferma il direttore della Fiera Bolzano Reinhold Marsoner – passati da 11.653 a 16.017 (+37,5%) e di espositori (423, +33%). Anche sulla valenza internazionale della fiera non ci sono dubbi: nell’ultima edizione gli ospiti sono giunti da 60 Paesi e le aziende parlavano 17 lingue diverse.»
Perno della manifestazione sarà il congresso internazionale «La mela nel mondo», appuntamento di riferimento per il comparto, coordinato dall’esperto di frutticoltura Kurt Werth, durante il quale si susseguiranno gli interventi di professionisti e osservatori del settore provenienti da tutta Europa, gli Stati Uniti e dalla Nuova Zelanda.
«La partecipazione dei coltivatori trentini alle Fiera è anche il segno delle buone relazioni tra Trento e Bolzano – ha affermato il vicepresidente della Cooperazione Trentina Luca Rigotti - sintomo di lungimiranza e costruzione di futuro.»
«San Michele e Laimburg sono due istituti invidiati in tutto il mondo», ha aggiunto il presidente di Apot Ennio Magnani.
Produzione record in Italia
Le previsioni di produzione 2014 nel bacino comunitario a 28 Paesi si posizionano di poco sotto i 12 milioni di tonnellate, volume record mai ottenuto in Europa, con un aumento del 9% rispetto al consuntivo 2013.
Tutti i Paesi dell’area comunitaria, ad eccezione della Francia, segnalano volumi stabili o in crescita anche importante; in Italia si stima che l’aumento della produzione sia dell’11% rispetto all’anno precedente.
«La qualità in generale è molto buona – ha detto il direttore di Assomela Alessandro Dalpiaz - con calibri superiori e poca incidenza di patologie o grandinate.»
L’Italia segue il trend comunitario e, con una previsione di 2.388.000 di tonnellate, fa segnare a sua volta un record di produzione.
Le prime valutazioni sul consuntivo sono sostanzialmente di conferma, pur con alcune differenze tra i territori. In Trentino il volume prodotto nelle aree collinari sarà tendenzialmente superiore, rispetto al fondovalle dove il raccolto di alcune varietà è stato meno abbondante.
I risultati definitivi saranno disponibili nella seconda settimana di dicembre. Le varietà più diffuse sono rappresentate dalla Golden Delicious, con oltre 1 milione di ton., dalla Gala (315.000) e dalla Red Delicious (275.000).
L’Italia ortofrutticola è il secondo paese comunitario, dopo la Polonia, per volume di mele commercializzato all’estero.
Consumi in calo
Se da un lato le produzioni sono tendenzialmente in aumento, in Italia come negli altri Paesi UE, i consumi confermano di essere in sofferenza.
Nell’ultimo decennio sono passati da una media di 42 chilogrammi per famiglia acquirente (2004) ad una media di 33,6 chili (2014).
Le motivazioni possono essere molteplici, ma certamente non è indifferente la pressione della crisi economica che investe l’Italia e che condiziona gli atteggiamenti di acquisto.
Situazione e Prospettive
Ad oggi le vendite sono molto attive, sostenute da una buona domanda dei mercati esteri e i piani di decumulo dei Consorzi sono sostanzialmente rispettati.
Le quotazioni, purtroppo condizionate da una offerta eccedente proveniente anche dalle realtà meno organizzate, sono oggi insoddisfacenti.
«Questa situazione potrebbe cambiare nei primi mesi del 2015 – ha aggiunto Dalpiaz – quando la disponibilità di mele rientrerà prevalentemente nelle disponibilità dei Consorzi. Prospettive di miglioramento trovano giustificazione nella leggera svalutazione del cambio Euro/dollaro, che andrà a favore delle esportazioni ed in una prevedibili scarsa importazione di mele dall’Emisfero Sud nei mesi primaverili.»
Va infine ricordata l’alta qualità del prodotto immagazzinato, che si presenta gustoso e con caratteristiche tipiche di colorazione e calibro.
Più mele e nuovi mercati per le mele italiane
Le mele del Trentino e dell’Alto Adige rappresentano il 72% della produzione italiana. La previsione di produzione 2014 per la provincia di Trento ammonta a 516 mila tonnellate, con un aumento del 12 per cento rispetto all’annata precedente.
Sono più di 7.300 gli agricoltori associati alle organizzazioni di produttori (OP) attive in Trentino: Melinda, la Trentina, Valli Trentine e Sant’Orsola. La produzione copre 9.000 ettari e assicura occupazione a 1.500 lavoratori. Nel 2013 il giro d’affari è ammontato a 381 milioni.
Dopo i positivi risultati del primo anno, è confermato il progetto di esportazione di mele trentine e del Sudtirolo in Usa attraverso il consorzio From. L’iniziativa coinvolge i Consorzi Melinda, la Trentina, Vog Terlano (Marlene) e VI.P (Val Venosta), con le varietà Gala, Golden, Grammy Smith e Fuji prodotte in 12 aree verificate, autorizzate dai servizi fitosanitari di Trento e Bolzano e comunicate già a primavera alle autorità americane. La commercializzazione sarà fatta ancora una volta unitariamente attraverso il consorzio From.
Gli obiettivi per il secondo anno sono ancora limitati in termini quantitativi, ma più precisi in termini qualitativi, tendenti ad approfondire con maggiore dettaglio le caratteristiche del mercato e del sistema distributivo negli Stati Uniti.
Sono inoltre previste ulteriori attività per l’apertura di nuovi mercati di difficile accesso, principalmente la Cina, ma anche Indonesia, Messico, Vietnam e Sud Africa.