Vinitaly: edizione positiva per l’Istituto Nazionale Grappe Bonollo
Le esportazioni di grappa hanno superato il 20%, con la Germania primo acquirente dell’acquavite italiana
«È stata un’edizione positiva di Vinitaly, che rivela come l’interesse per la grappa sia molto buono, anche da parte di un pubblico giovane, che cerca di capire le caratteristiche di un prodotto che racconta i territori italiani e si differenzia dagli altri superalcolici.»
A dirlo è Elvio Bonollo, presidente dell’Istituto Nazionale Grappa, presente alla 49ª edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati.
«Anche la capacità di innovazione e il packaging, espressione della creatività italiana – prosegue Bonollo – sono dei driver in grado di valorizzare la grappa.»
A Vinitaly ha partecipato oltre il 90%delle 140 distillerie italiane, a conferma della vocazione al business della rassegna internazionale di Verona.
Il fatturato complessivo delle distillerie è pari a 1,5 miliardi di euro, per una produzione complessiva di 1 milione di ettanidri l’anno (l’ettanidro è l’unità di misura dell'alcol puro).
La produzione di grappa è di 85mila ettanidri, mentre il brandy, il cui trend ha subito una flessione, si attesta a 35mila ettanidri.
Le esportazioni hanno superato di poco il 20% della produzione, concentrate essenzialmente in Europa, e con la Germania primo acquirente dell’acquavite italiana.
Da Vinitaly, ieri, AssoDistil e l’Istituto Nazionale Grappa hanno lanciato l’allarme sull’aumento delle accise, emergenza comune ad altre categorie.
«Le nostre distillerie – ha ricordato Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil – hanno dovuto sopportare, nel giro di un anno e mezzo, quattro aumenti delle aliquote di accisa sui prodotti alcolici, con un saldo finale che fa segnare oltre il 30 %di incremento e, in più, l’aumento dell’Iva. Tasse su tasse, che contrastano la possibilità di ripresa.»