Gli anarchici aggrediscono a Rovereto il fotografo Fulvio Fiorini

Evidentemente sono passati i tempi dei confinati e quelli del Maranelli

Fulvio Fiorini, fotoreporter della redazione roveretana del Trentino, è stato aggredito dagli anarchici mentre documentava una protesta contro la sede della ex Manifattura Tabacchi a Borgo Sacco.
Avevano allestito una serie di striscioni davanti alla sede locale della Finmeccanica, accusata di fabbricare armamenti. Poi hanno provato a impedire l'accesso di alcuni dipendenti e le cose si sono scaldate un po'.

Ed è stato qui che il collega Fulvio Fiorini è stato aggredito, per aver fotografato fatti voluti dagli stessi anarchici.
Gli è stata strappata la macchina fotografica digitale, una Nikon 7000 con telezoom 24-70, e gliel'hanno fracassata.
Ovviamente lui l'ha recuperata, ma il tele zoom è rovinato; la macchina per ora funziona.

Il sindaco di Rovereto Andrea Miorandi ha espresso al fotografo aggredito la sua solidarietà e ha dichiarato che la città non può accettare episodi di violenza, da qualsiasi parte provengano.
Forse le sue parole si riferivano al fatto che al momento dell'aggressione la polizia non c'era.

Abbiamo sentito al telefono il collega Fiorini e gli abbiamo espresso la nostra solidarietà. Il nostro lavoro è essere presenti, a tutti i costi.
Nel breve scambio telefonico, abbiamo ricordato come nel 68 fosse la polizia a impedire i fotografi di fare il proprio lavoro, mentre negli anni successivi l'Anarchico per antonomasia era il Gianni Maranelli.

Era sempre il Maranelli l'autore di tutte le nefandezze degli anarchici di allora.
Adesso i tempi sono cambiati e gli anarchici di oggi non hanno nulla a che fare né con il povero Maranelli, ormai scomparso da anni, né con i sospetti di anarchia che venivano confinati nella città della Quercia.
Adesso è difficile comprendere che cosa muova delle persone a protestare in maniera non visibile, cioè che hanno paura di essere rirpese da una macchina fotografica mentre fanno qualcosa in cui dovrebbero credere.