Inaugurata la centrale del consorzio idroelettrico «Centenario»

La nuova centrale si affianca all’altra centrale di Pozza e quella di Soraga, con una capacità di produzione di 1,75 milioni di kWh all’anno

Il presidente Flavio Lorenz, il direttore Dino Detomas e il sindaco Tullio Dellagiacoma.
 
Da stamani ufficialmente è in funzione una nuova centrale idroelettrica a Pozza di Fassa, denominata «S.Nicolò II».
Una inaugurazione molto partecipata dalla comunità dei soci che a Pozza di Fassa e Pera sono giustamente orgogliosi della cooperativa che fornisce l’energia idroelettrica locale.
Una scelta «faticosa e lungimirante», ha ricordato nella benedizione il decano don Giuseppe Da Prà.
In effetti la storia non è stata sempre facile. Ne sa qualcosa il presidente Flavio Lorenz, che di storia ne può raccontare la metà per avelsa vissuta personalmente nei suoi 48 anni di presidenza.
Il direttore attuale, Dino Detomas, ha ricordato gli esordi, quando la notte di Natale del 1923 l’energia elettrica rischiarò per la prima volta i volti dei fedeli che partecipavano alla messa. Ma anche la crisi degli anni Ottanta, superata solo con nuovi investimenti, la costruzione della centrale di Soraga.
Il sindaco Tullio Dellagiacoma, cui è spettato il compito di “accendere” simbolicamente la centrale - operativa dal maggio scorso dopo non poche difficoltà tecniche e burocratiche -  ha messo in rilievo anche l’aspetto sociale del Consorzio, che contribuisce a sostenere associazioni e attività della zona.
 
All’inaugurazione di oggi hanno partecipato molte autorità locali, i consiglieri provinciali Giuseppe Detomas e Mario Tonina, il presidente nazionale di Federconsumo Pierluigi Angeli («in Italia ci sono solo 72 strutture di questo tipo, importanti anche perché aiutano a stare insieme», ha detto) e il direttore della Federazione Trentina della Cooperazione Carlo Dellasega.
Tecnicamente, la uova centrale di San Nicolò II ha una potenza massima di 465 kW, una derivazione massima di acqua di 500 litri al secondo e una produzione annua stimata di 1.750.000 kWh. È costata circa due milioni di euro.
Dai forniti dal direttore Detomas, il qualche ha rimarcato anche la realizzazione di un impianto pilota di miglioramento ambientale per la fitodepurazione e sistemazione delle sponde del rio S.Nicolò, che consentiranno una migliore autodepurazione del corso d’acqua stesso con una riduzione dell’inquinamento ed un conseguente generale miglioramento ambientale di tutta la valle San Nicolò. Il costo si aggirerà attorno a centomila euro.