Cantina Sociale di Avio: il valore della Cooperazione
Assemblea dei soci per la «Viticoltori in Avio». Bilancio positivo per una realtà del mondo della vite e del vino da quasi sessant’anni
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Attesa al sessantesimo di fondazione (sarà raggiunto e festeggiato il prossimo anno) la Cantina Sociale di Avio chiama a raccolta i soci per l’assemblea annuale.
Appuntamento consueto e tradizionale nel cuore d’autunno per presentare all’attenzione e all’approvazione dei viticoltori soci i numeri di un anno di attività, frutto prezioso della passione e dell’impegno espresso da una vita tra le viti dai 471 soci di una cantina che co-opera dal 1957.
«L’annata è stata archiviata con numeri positivi – osserva il presidente Lorenzo Libera – L’uva conferita ha superato i centomila quintali (106 mila 379) raccolta sui 662 ettari di terreno vitato (60% in Trentino e 40% in Veneto). La resa media a ettaro è stata di 160 quintali. I numeri, però, sarebbero poca cosa se non rispecchiassero lo stato d'animo di soddisfazione collettiva. Se, in passato, rimanere socio della Cantina di Avio è stato un sacrificio, oggi si percepisce l’orgoglio di essere socio della nostra Cantina. Importante anche la qualità del rapporto che si sta consolidando, destinato a stimolare la voglia e la possibilità di migliorare.»
Nel dettaglio dei dati economici. «Il valore della produzione – aggiunge il direttore Matteo Mattei - ha raggiunto 15 milioni 316 mila 433 euro, l’utile di esercizio 350 mila euro, il patrimonio netto è di poco inferiore ai 2 milioni di euro. Ai soci sono stati erogati 9 milioni 352 mila euro. La media è di 88 euro a quintale con un incremento, del 20%, rispetto all’esercizio precedente. La resa a ettaro, invece, è stata di 14.126 euro. Qui c’è stato un autentico exploit: +47% nel confronto con lo stesso dato di dodici mesi prima.»
Dati che permettono di «riscontrare la valenza del sistema cooperativo – spiega Libera – che permette al socio cooperatore di raggiungere quanto non sarebbe possibile da solo. Basti pensare alla scelta di cooperare: permette al piccolo viticoltore di godere della propria autonomia imprenditoriale, del competente trasferimento tecnico per ottenere produzioni di qualità, dell'assistenza per gli adempimenti normativi.»
La chiave del successo è legata ad alcuni fattori.
«Innanzitutto la cooperazione, lo stare insieme e poter contare su servizi moderni ed efficienti garantiti dalla cantina – viene ribadito. Altrettanto importante la filiera che unisce socio, cantina di primo grado, consorzio di secondo grado (Cavit) e Federazione Trentina della Cooperazione con la consulenza fondamentale per svolgere al meglio la nostra attività quotidiana.»
Nel campo, invece, «da valorizzare l’opera di difesa fitosanitaria dei vigneti gestita in stretta collaborazione con Cavit – concludono i vertici - Anche il versante commerciale sta dando soddisfazione e conferma la qualità dei progetti sviluppati da soci viticoltori, tecnici, agronomi e enologi. L’ultimo nato in Cantina, in ordine di tempo, è Trentodoc Sarnis Rosè.»