Non Schelfi, ma l’intera Cooperazione trentina è sotto attacco
Ma si tratta solo di prove generali per la campagna elettorale delle provinciali 2013
Da una parte c'è da dire che la
Cooperazione Trentina non ha fatto del suo meglio per evitare di
porgere il fianco, ma quello che sta accadendo nei suoi confronti
in questo momento è del tutto strumentale e finalizzato a
screditare l'intero movimento fondato più di un secolo fa da Don
Guetti.
Tutto è cominciato l'altro giorno, quando è uscita la notizia che
la cantina LaVis era stata commissariata dalla Provincia.
Ma il polverone è sorto quando un giornale locale ha pubblicato un
articolo nel quale si annunciava l'ennesimo rischio di fallimento
di una grossa realtà cooperativa, la Sav di Rovereto.
Per quanto riguarda LaVis, le cose non sono così catastrofiche.
Anzitutto la Provincia doveva commissariare la cantina di
Lavis perché proprio la Federazione dei Consorzi cooperativi aveva
segnalato lo stato di difficoltà persistente.
Per secondo, l'unico modo per tenere lontani gli squali dalla
balena bianca era quello di fermare i giochi. Ora, se
qualcuno vorrà acquistare parti della LaVis, dovrà fare i conti con
la Provincia.
Terzo, la Provincia doveva inevitabilmente conoscere il vero stato
della situazione, cioè verificare se l'EBITDA aziendale (il margine
operativo lordo) sia tale da giustificare eventuali interventi
finanziari (come ha fatto in maniera positiva con Fiavé),
Sconcertante, come abbiamo scritto in altro articolo, è stata
invece la vicenda della Sav, perché la cooperativa è stata chiusa
quattro anni fa e dalle sue ceneri sono sorte altre realtà più
piccole, ora in ottima salute.
Anche i pochi dipendenti messi in mobilità da quell'operazione
hanno trovato assorbimento nel sistema cooperativo.
Ma questa notizia, che l'Ufficio Stampa della Federconsorzi ha
definito eufemisticamente «confusa», ha provocato ugualmente uno
tsunami che si è andato a infrangere sull'intera cooperazione.
Il presidente dei vignaioli, Nicola Balter, ha indetto una
conferenza stampa per protestare contro la cooperazione vinicola
«che non è più rappresentativa né del proprio territorio né delle
reali forze economiche dei contadini» [concetto sul quale peraltro
non troviamo nulla da dire, quanto invece sulla causa scatenante. -
NdR].
La Lega Nord ha indetto una conferenza stampa per annunciare al
mondo che la colpa della crisi delle cantine sociali è tutta del
presidente Dellai. [È così semplice la vita, quando si hanno le
idee chiare… CdR]
Il presidente della Federazione dei Consorzi, Diego Schelfi,
pesantemente attaccato dalla stampa, ha frenato con difficoltà la
sua irritazione per essere stato, da una parte frainteso nella sua
frase «è stato un fallimento» [si riferiva alla realizzazione del
Piano Pedron, che avrebbe consentito di risolvere tutto in famiglia
e senza spargimento di sangue - NdR] e, dall'altra, per essere
stato accusato di aver ottenuto dalla Provincia trattamenti di
favore in termini di finanziamenti [«abbiamo attinto ai contributi
provinciali esattamente come le imprese di capitale» ha dichiarato
ai microfoni della Rai - NdR].
Dellai, interpellato dai giornalisti, ha tracciato un quadro
generale della situazione, ricordando che «la Provincia non è un
bancomat».
Ma anche il Presidente è stato frainteso.
È da quando ha attivato le iniziative per contrastare gli effetti
della crisi mondiale che deve usare ripetutamente la metafora «la
Provincia non è un bancomat», per frenare gli appetiti perversi di
tutti coloro che, per un motivo o per l'altro, si sentono in
diritto di ottenere benefici dalle casse della Provincia.
Interpellato da noi, abbiamo avuto la conferma del suo intento:
«Non mi riferisco affatto né alla Cooperazione né tanto meno alla
LaVis, ho voluto solo ricordare a tutti che la Provincia non è il
Pozzo di San Patrizio.»
A quanto ci è parso di capire, dunque, da parte provinciale le cose
andranno avanti con il buonsenso anche se gli effetti dello tsunami
sono ancora sotto gli occhi di tutti, a partire dai titoli a piena
pagina che si continuano a leggere.
L'impressione è che si stia cercando di realizzare un disegno volto
a screditare la Cooperazione trentina. E, con la cooperazione,
Diego Schelfi, senza tener conto che con lui si screditano qualcosa
come 100.000 soci che ne fanno parte.
In conclusione, è assai probabile che sia partita la campagna
elettorale destinata a portare in piazza Dante il Presidente che
fra tre anni andrà a sostituire Lorenzo Dellai.