Un tunisino è stato arrestato in Via Muredei per tentato omicidio

L’uomo aveva provato a colpire con un coltellaccio gli agenti del Pronto intervento che avevano provato a calmarlo mentre minacciava il mondo intero

Il Questore di Trento in persona ha voluto congratularsi con gli uomini del Pronto intervento per come hanno risolto la situazione che si è venuta a creare questa notte nel cortile di un condominio di Via Muredei a Trento.
Lo vediamo nella foto insieme alla dirigente del servizio della Questura di Trento, Ilva Orsingher.
Ma cominciamo daccapo.
 
Verso l’una di questa notte i residenti di un condominio di via Muredei telefonavano al 113 per informare il Pronto intervento che un uomo era sceso nel cortine e aveva cominciato a inveire contro il mondo intero, minacciando letteralmente fuoco e fiamme.
La centrale operativa ha mandato sul posto una volante della Polizia di stato (la zona è di loro competenza) e ne ha allertata un’altra di appoggio.
Giunti nei pressi del condominio, gli agenti sono scesi e hanno provato a calmare l’uomo, che è poi risultato essere un tunisino di 34 anni.
 
L’uomo era già noto alle forze dell’ordine per vicende di droga, sia spaccio che consumo, in Italia irregolare e senza fissa dimora, salvo l’essere ospite pro tempore di una donna italiana nomade residente nel condominio in questione.
Alle domande degli agenti, il tunisino scappava in casa dell’amica e prendeva il coltello da cucina che vediamo nella foto in basso, normalmente denominato «mannarino», utile per tagliare le ossa.
Sceso in strada armato, minacciava gli agenti dando dei fendenti nell’intento di colpirli.
 
Gli agenti, e qui risiedono le ragioni dell’encomio del Questore, sono riusciti a evitare l’uso delle proprie armi (anche solo per dissuasione) e hanno provato a fermarlo.
Il tunisino, visibilmente sotto effetto di alcol o di droga (o entrambi), ha reagito cercando di colpire, ma per fortuna gli uomini hanno solo preso qualche pugno e qualche calcio, riuscendo poi a immobilizzare l’uomo e a disarmarlo.
La donna che lo ospita in casa è intervenuta per prendere il coltellaccio e riportarlo in casa, ma né per difendere i poliziotti né per rimettere al suo posto l’arma impropria: solo per nascondere l'arma del tentato delitto.
 
Con l’aiuto degli uomini della seconda pattuglia, gli agenti hanno poi caricato il tunisino nell’auto e trasportato in Questura.
Visto che in cella di sicurezza ha tentato più volte di procurarsi lesioni di vario tipo, i funzionari della Questura hanno chiamato il Procuratore di Turno per chiedere l’autorizzazione di trasferite il fermato al carcere di Spini di Gardolo.
Adesso si trova lì in attesa di conoscere la propria sorte.
Le accuse sono di tentato omicidioo e tanti altri reati minori (compreso il disturbo della quiete...).