Sardagna di Trento, impedito un suicidio in extremis
Un Maresciallo dei carabinieri blocca un giovane 27enne che si voleva lanciare nel vuoto dal Belvedere
Alle 12.25 di ieri giungeva alla Centrale Operativa dei Carabinieri di Trento la telefonata di una donna che aveva appena ricevuto un sms dal fratello, un 27enne della città, che manifestava intenti suicidi, annunciando che si sarebbe gettato nel vuoto dallo stesso punto in cui lo aveva fatto un altro infelice nei giorni precedenti.
Immediato l'avviso al comandante della Stazione di Vaneze che accorreva al Belvedere di Sardagna.
In costante contatto radio con la centrale Operativa, il Maresciallo Capo Gabriele Mosca si faceva dare più informazioni possibili sul giovane, come fosse vestito e se fosse in compagnia, fino a quando la sua attenzione non fu attirata da un giovane tra le persone che erano appena scese dalla funivia.
Il giovane si stava dirigendo verso il parapetto in metallo che delibera la terrazza panoramica di Sardagna, quando gli si è frapposto il Comandante della Stazione di Vaneze, che ha cercato di parlare con il giovane per dissuaderlo, per poi capire che invece era fortemente determinato a farlo.
Percepita la volontà del giovane, il maresciallo lo afferrava e lo bloccava.
A quel punto il giovane si divincolava gridando «ma cosa ti importa di me tanto prima o poi mi ammazzo». Aveva scavalcato la ringhiera del parapetto, ma il militare riusciva a prenderlo di peso fino a tirarlo dentro e immobilizzarlo a terra.
Pochi istanti dopo giungeva personale dell'Arma e infine il 118 che prendeva in consegna il giovane e lo ricoverava presso la sezione psichiatrica dell'ospedale di Trento.
Dai primi accertamenti sembra che il giovane nella mattinata si fosse stato licenziato per poi informare la mamma e la sorella dei suoi intenti suicidi.