Bilal: «Pensi di saper distinguere il Paradiso dall’Inferno?»

Al Teatro San Marco, sabato 15 novembre all'interno della «Settimana del Gioco degli Specchi Il Muro nel cuore»

Sabato 15 novembre alle 21.00 a Trento presso il Teatro S. Marco, Via San Bernardino 8, ATAS onlus in collaborazione con il Gioco degli Specchi propone Bilal - Pensi di saper distinguere il paradiso dall’inferno? Mise en espace teatrale a tre voci tratto da Bilal.
Viaggiare, lavorare, morire da clandestini di Fabrizio Gatti, con Sara Beinat, Silvia Padula e Paola Saitta e con la regia di ConsorzioScenico.
Un viaggio sulla rotta dei «nuovi schiavi» del terzo millennio.
Il viaggio di un giornalista attraverso le tappe di chi si mette in marcia dal Sud del Mondo per conquistare una vita migliore al di là del Mediterraneo.
Una selezione tratta dal reportage di Fabrizio Gatti, giornalista, che negli ultimi anni si è reso protagonista di svariati «travestimenti» per sondare la condizione degli immigrati clandestini in Italia.
Qui è Bilal. Bilal Ibrahim el Habib. Parte da Dakar e arriva in Libia, seguendo la tratta dei clandestini, viaggiando con loro sui camion attraverso il deserto, subendo con loro i controlli e le violenze di polizia ed eserciti.
 
E per chi riesce ad arrivare sulle coste del nord del Mediterraneo l’inferno non è finito: prima ci sono i centri di permanenza temporanea, lager, luoghi di detenzione al di fuori del diritto e al di fuori di ogni umanità e, per chi ne esce senza essere rimpatriato, resta la clandestinità e il lavoro nero, nei cantieri o nei campi.
La denuncia di un crimine contro l’umanità.
Il dramma quotidiano dell’immigrazione raccontato da chi l’ha vissuto dall’interno.
Bilal è la cronaca del più grande viaggio del terzo millennio.
Un nome falso. Il tubetto di colla per nascondere la impronte digitali.
Il borsone nero. Le vecchie ciabatte. Il giubbotto salvagente. Tre scatolette di sardine e tre schede telefoniche.
 
Quello che serve a Fabrizio Gatti per trasformarsi in Bilal.
Anche al pubblico è chiesto di fare un piccolo spostamento.
Di permettersi, per una sera, di stare un po’ in condizioni scomode, o semplicemente delimitate, di sottoporsi ad uno sguardo ravvicinato.
L'appuntamento è proposto all'interno del progetto Intrecci di Comunità, in occasione dei 25 anni di ATAS onlus, e vuole portare una riflessione sulle storie dei richiedenti asilo, che ATAS onlus sempre più accoglie nelle proprie case.
Il progetto Intrecci di Comunità, che include anche una serie di caffè dibattito su temi fondamentali per la nostra comunità e per ATAS onlus quali la casa, il disagio e lo sviluppo di comunità, è realizzato grazie al contributo della Fondazione Caritro da ATAS onlus in partenariato con Il Gioco degli Specchi, Kaleidoscopio, ACLI, Caritas, Trentini nel mondo onlus, Fondazione Museo Storico del Trentino.
Ingresso libero.