Proposte della cooperazione per il rilancio del settore vitivinicolo
Cantine Sociali e Cavit confidano in una «Cabina di regia unificata» e presentano il proprio piano alla Provincia
Stamani, al termine di un incontro
convocato dalla Federazione alla presenza del consulente Emilio
Pedron, le cantine sociali insieme al consorzio Cavit hanno
licenziato il documento che contiene le proposte della cooperazione
per rispondere al momento di difficoltà del settore e indicare
alcune linee strategiche in prospettiva.
All'incontro è stato invitato anche il direttore della Fondazione
Mach Alessandro Carlo Dini, il quale ha giudicato assolutamente
condivisibile per grandi linee il documento presentato oggi.
Lo studio, aggiornato agli ultimi avvenimenti, è stato preparato
con la consulenza di Emilio Pedron, manager di grande prestigio
nazionale ed internazionale, e l'analisi finanziaria e patrimoniale
a cura di Alessandro Berti, docente di economia aziendale
all'università di Urbino e Cino Ripani,e esperto della società
R&A Consulting di Rimini.
Il documento vuole offrire un contributo propositivo richiesto
dalla Provincia autonoma di Trento per la definizione della propria
politica di intervento nel mondo vitivinicolo locale.
L'agricoltura di montagna valorizza l'ambiente e il
turismo
Innanzitutto una considerazione di premessa: il Trentino è terra di
montagna, in cui l'agricoltura gioca un ruolo fondamentale per la
tutela dell'ambiente e la valorizzazione del paesaggio anche in
chiave turistica.
Ma il costo della coltivazione delle uve è generalmente più elevato
rispetto ad altri territori meno difficili.
Secondo Pedron, i prodotti trentini si sono imposti in maniera
efficace nella fascia media a livello nazionale ed
internazionale.
Occorre rafforzare questo posizionamento e nello stesso tempo
valorizzare alcune produzioni di alta qualità strettamente legate
al territorio (Trento doc, muller thürgau, teroldego, marzemino,
vino santo), anche attraverso un progetto di zonazione e la
specializzazione delle singole cantine.
In altre parole, si ritiene che il rilancio del settore
vitivinicolo possa essere affidato allo spunto di alcune
"locomotive" dotate di grande potenziale, purché forniscano energia
necessaria anche al traino di vagoni dotati di slancio
minore, ma pur sempre in grado di veicolare un prodotto dotato di
un buon rapporto qualità/prezzo.
Ridurre i costi di produzione
Se non è possibile ridurre i costi in campagna, occorre lavorare su
altri elementi della filiera, sviluppando forme di cooperazione di
servizio per abbattere costi di acquisto e gestione dei macchinari
e attrezzature, e puntare con decisione a razionalizzare l'utilizzo
delle strutture cooperative a vantaggio di tutto il sistema (ad
esempio nella fase di imbottigliamento).
Ruolo dei produttori e collaborazioni tra
cooperative
Nell'ottica della valorizzazione delle produzioni legate al
territorio, i produttori soci delle cantine sociali assumono il
ruolo centrale nella filiera, valorizzando la qualità e la tipicità
dei vini.
In questo ambito il consorzio Cavit, senza rinunciare ad una
dimensione industriale ormai affermata, potrà ricercare soluzioni
organizzative che consentano da un lato di potenziare la funzione
consortile e cooperativa a sostegno delle cantine socie e della
promozione dei vini del territorio, e dall'altro acquistare e
commercializzare altre produzioni puntando sulla creazione di
valore per i soci.
Sul fronte della collaborazioni, è opportuno sviluppare concrete
forme di sinergia tra i due poli maggiori, Consorzio Cavit e Gruppo
Mezzacorona, per affrontare senza pregiudizi i mercati in modo
unitario e quindi maggiormente remunerativo.
Anche LaVis, una volta risanata, dovrà tornare a giocare la propria
parte all'interno del sistema, puntando ad essere una eccellente
cantina di primo grado, dedita a produzioni di grande qualità
Una unica cabina di regia per il vino trentino
Infine il documento suggerisce di pensare alla costituzione di un
organismo unico in cui siano rappresentate, secondo criteri
adeguati, tutte le realtà che producono, che imbottigliano e che
commercializzano, cooperative e non, comprendendo quindi anche
vignaioli e soggetti industriali privati.
Tale organismo, che potrebbe configurarsi come una sorta di «cabina
di regia», avrà il compito di armonizzare e valorizzare al meglio
ogni singola componente dell'offerta di vino trentino, tendendo,
accanto alla salvaguardia dei marchi, a una maggiore
identificazione tra prodotto e Trentino.