«Regia politica provinciale e CdA unico per tutto il sistema museale»

Mellarini ha anticipato alla V commissione le Linee guida del settore cultura: ecco come cambierà con la gestione del nuovo assessore

Occorre dare una nuova governance al sistema museale del Trentino avviando un processo certamente graduale, ma che porti alla costituzione di un unico cda.
L’obiettivo è centralizzare la gestione amministrativa di tutte le strutture espositive, mentre la Provincia si assumerà fino in fondo la responsabilità della regia politica del settore attraverso un tavolo di coordinamento permanente dei direttori affidato al nuovo responsabile del dipartimento, Sergio Bettotti.
Ad anticipare oggi quest’obiettivo alla quinta commissione del Consiglio provinciale presieduta da Lucia Maestri (Pd), è stato l’assessore alla cultura Tiziano Mellarini.
Il documento con le linee guida strategiche del comparto previsto dalla lp 15 del 2007 e che andrà sottoposto alla V commissione, per predisporre il quale l’assessore ha chiesto qualche mese, i cui obiettivi dipenderanno dalle risorse dedicate alla cultura nel bilancio provinciale 2014 e pluriennale da approvare in aula entro la prima metà di aprile, presenta anche molte altre novità. 
 
Ecco le principali.
L’estensione ad altre aree del territorio provinciale del modello del «distretto culturale unitario» già prefigurato tra le città di Trento e Rovereto.
La volontà di dare alle iniziative previste per il centenario della Grande Guerra un orizzonte temporale più lungo rispetto alla scadenza del 2018 offrendo ai giovani concrete opportunità occupazionali e professionali.
Il rilancio del Museo degli usi e costumi di San Michele all’Adige.
L’ipotesi di creare d’intesa con il Comune una cittadella della cultura nell’area del Palazzo delle Albere.
L’esigenza di valorizzare attraverso il Mart anche agli artisti trentini ferma restando la mission del museo.
La collaborazione con le 13 scuole musicali del Trentino per dare omogeneità all’offerta didattica e rendere economicamente sostenibile la scelta alle famiglie.
Istaurare rapporti organici con il mondo della scuola attraverso il Miur e potenziare il ruolo sociale delle biblioteche.
 
 Cultura motore dell’economia e dell’occupazione giovanile
«La cultura deve diventare per il Trentino uno dei motori dell’economia.» Questo è per Mellarini il fine ultimo di tutte le azioni che la Provincia intende mettere in campo nel corso della legislatura.
In funzione di questo macro-obiettivo occorre, secondo l’assessore, una strategia che valorizzi maggiormente il patrimonio culturale e la ricca identità del nostro territorio.
Purché in un’ottica di apertura internazionale attraverso un raccordo organico con il marketing turistico, per dare al Trentino la capacità attrattiva che merita e ai nostri giovani nuove opportunità di lavoro.
Per internazionalizzare la cultura trentina è necessario, per Mellarini, far emergere la creatività coinvolgendo i giovani nelle scelte di interesse culturale che, in prospettiva, possono dare sbocchi professionali.
«A loro – ha assicurato – sarà rivolta in particolare l’azione dell’assessorato.»
 
 Centralizzare la gestione per ridurre i costi
In secondo luogo per l’assessore oggi è necessaria una strategia di razionalizzazione dei costi strutturali e di gestione del comparto cultura.
La situazione finanziaria della Provincia spinge verso la centralizzazione dei costi di gestione.
«Questa – ha spiegato – è una scelta che entro il 2014 dovrà trovare non solo avvio ma anche attuazione. Ancora non sappiamo quali risorse ci metterà a disposizione il bilancio provinciale, ma su quella base decideremo le azioni da intraprendere per quanto riguarda sia i musei che le altre strutture culturali.»
Ma per Mellarini «l’identità culturale del Trentino dipende anche da Europa 2020».
«Il Trentino – ha osservato – non può che riferirsi a quanto la comunità europea ha individuato in termini di strategie e scelte. Il nostro futuro in questo settore come in altri si gioca a Bruxelles. Occorre che la Provincia sia molto attenta a questo rapporto.»
 
 Valorizzare culturalmente il territorio insieme ai Comuni
Per dimostrare le possibili ricadute del settore sull’economia, l’assessore ha ricordato la grande crescita del turismo culturale registrata a Trento. Questo modello per Mellarini si può allargare anche non solo ad alcune altre città della provincia ma anche a 4-5 borghi culturalmente dotati, purché si liberi la creatività e la fantasia.
«Penso – ha esemplificato – a località come Villa del Monte nel Comune di Tenno: quel nucleo può diventare o no fattore di crescita economica e offrire ai giovani opportunità professionali?»
Fondamentale per l’assessore sarà il raccordo con le municipalità per progettare insieme questa valorizzazione e aprire spazi dal punto di vista occupazionale.
«Questa – ha aggiunto – è anche una direttiva della Comunità europea anche per valorizzare l’ambiente al di là dei centri storici. E lo stesso ragionamento va fatto per il centenario della Guerra Mondiale, perché le iniziative che abbracceranno cinque anni possano proseguire anche per un lungo periodo successivo.»
 
 Web, incoming, dialogo interculturale, scuole e biblioteche
Il Trentino della cultura per Mellarini dovrà primeggiare inoltre attraverso il web.
«L’obiettivo delle tecnologie per la comunicazione rientrerà nelle linee programmatiche dell’assessorato con la progettazione di nuove piattaforme online da cui dipendere la nostra internazionalizzazione.»
E ha aggiunto: «Servono poi azioni di incoming per generare interscambi con le più importanti città europee, come Berlino, perché far conoscere il Trentino in Europa».
Altri obiettivi: lo sviluppo del dialogo interculturale rispondere alla realtà sempre più interetnica del Trentino vissuta soprattutto dai giovani; l’aggancio con il settore dell’istruzione, la valorizzazione del potenziale culturale costituito dalle biblioteche «tra le quali – ha annunciato Mellarini – è necessario promuovere un forte collegamento che oggi manca. Per non perdere la sfida con le nuove tecnologie le biblioteche devono diventare anche luoghi “sociali”, di incontro, ludici di svago.»
 
 Scuole musicali: progetto di rilancio entro marzo
Mellarini ha detto di aver già incontrato i presidenti delle 13 scuole musicali del Trentino.
«Entro fine marzo – ha annunciato – vogliamo definire un progetto di rilancio di questi istituti per i quali serve una didattica omogenea. Con il rinnovo dei contratti scaduti da tempo bisognerà superare l’attuale differenziazione.
«Le scuole musicali dovranno fare un passo in avanti per individuare soluzioni che evitino di scaricare i costi sulle famiglie. Per questo è già stato creato un gruppo di lavoro con i due dirigenti provinciali Martinelli e Bettotti.
«Con un protocollo condiviso metteremo tutti nelle condizioni di operare e di essere di aiuto alle famiglie. che anche attraverso la musica offrono ai figli importanti opportunità formative.»
«Oggi – ha aggiunto Mellarini – esistono due canali di finanziamento per le bande e le scuole musicali: occorre crearne uno solo per promuovere la formazione musicale dei nostri giovani.»
In tema di ricerca Mellarini ha segnalato il collegamento con il Miur destinato ad avere significative ricadute sul comparto della cultura.
 
 Distretti in rete per una promozione unitaria
Mellarini ha poi elencato rapidamente le priorità che le Linee guida del settore conterranno: il sostegno al volontariato culturale per l’importante ruolo che svolge a beneficio dell’aggregazione sociale; la progettazione dei distretti culturali a partire da quelli di Trento e Rovereto, estesa anche alle aree dell’Alto Garda, delle valli del Noce (castelli in val di Non e Val di Sole), alla Magnifica comunità Valle di Fiemme e alla Val di Fassa.
Distretti che entreranno in una rete per una promozione unitaria.
«Non possiamo più permetterci una promozione spezzatino: la cultura del Trentino va promossa unitariamente con una strategia di marketing che dia al sistema la visibilità necessaria per diventare fattore sviluppo economico. La regia rimarrà in capo all’assessorato alla cultura.»
 
 Coordinamento museale
Quanto al sistema museale «oggi – ha sottolineato Mellarini – manca un coordinamento fisso tra le varie istituzioni».
«Il dottor Bettotti sarà quindi il responsabile di questo coordinamento, perché è impensabile che ogni struttura non condivida e non raccordi le proprie strategie con le altre.»
Secondo l’assessore il Muse dovrà prestare particolare attenzione alle palafitte di Fiavè e di Ledro, luoghi storicamente importanti per il Trentino. Dovrà essere in tal senso valorizzato e legato al Muse anche il piccolo museo di Fiavè.
Anche a questo servirà un coordinamento che vada oltre l’asse fra Trento e Rovereto e promuova culturalmente anche altre realtà.
 
 Il Museo degli usi e costumi di S. Michele
Mellarini ha poi assicurato di non avere alcuna intenzione di chiudere museo degli usi e costumi di S. Michele.
L’assessore ha anzi annunciato la volontà di ridare impulso a questa struttura, che esprime il valore autentico della ruralità trentina, partendo però dal riconoscimento che «oggi il museo non è attrattivo e va quindi inserito in un contesto più ampio».
«Chi visita il Muse – ha detto – deve poter visitare anche il museo di S. Michele, da raccordare anche con l’Istituto agrario.»
«Questo Museo – ha aggiunto – non è di proprietà di una persona ma dell’intera comunità trentina perché più di ogni altro ne esprime l’identità.»
 
 Mart di Rovereto
«Per Rovereto – secondo Mellarini – deve nascere un distretto con il Mart approfittando dell’apertura definitiva ufficiale del teatro Zandonai, che chiederò al sindaco di poter visitare, ma anche con Casa Depero, il museo storico, il museo civico e la Campana della pace.»
«Bisogna però che il Mart oltre che a grandi eventi come quello su Antonello da Messina riservi spazio anche agli artisti trentini che spesso vengono valorizzati fuori provincia e non da noi.»
Anche a questo servirà il coordinamento fra i direttori dei musei.
«Il Mart – ha aggiunto l’assessore – dovrà aprirsi di più alla città di Rovereto e a tutto il Trentino. Anche la piazza del Mart merita qualche iniziativa diversa. «Dobbiamo animare e far vivere queste realtà e non metterle in naftalina. Questo chiederemo al futuro consiglio di amministrazione il cui rinnovo è previsto a metà marzo.»
 
 Anche i castelli in rete
Per l’assessore alla cultura non solo il Castello del Buoconsiglio, ma anche Castel Thun, Castel Stenico, Castel Beseno deve entrare nella rete dei musei del Trentino per favorire una promozione turistico-culturale incisiva e legata anche alle nostre valli e località di montagna e termali come Comano.
Deve nascere una sinergia forte per un’azione strategica.
 
 Palazzo delle Albere. Il futuro è legato al Briamasco e al cimitero
Anche Palazzo delle Albere, secondo Mellarini, dovrà rientrare nella pianificazione generale riguardante i castelli e i musei.
«La commissione cultura del Comune di Trento si è già posta il problema, ma – ha detto l’assessore – sono in attesa di un incontro con il sindaco per capire da lui che tipo di sviluppo urbanistico sia previsto dal Comune per quell’area della città.»
Perché se lo stadio verrà collocato altrove, allora questa zona potrà diventare una cittadella della cultura.
«Oggi occorre pensare a un ridisegno complessivo che potrebbe coinvolgere anche il cimitero.»
Intanto Palazzo delle Albere che rientrava nel Mart ora è tornato in capo alla Provincia. E di proposte di utilizzo ce n’è più di una.
«Qualche idea ce l’abbiamo anche noi – ha concluso l’assessore – ma tutto dipenderà dalla scelte urbanistica relativa a quel perimetro.»
 
 Centenario della Grande Guerra con eventi annuali di qualità
«Il centenario – ha evidenziato l’assessore – è una formidabile occasione per rafforzare la nostra identità culturale, le nostre strutture museali e anche le minoranze linguistiche. I luoghi della Grande guerra andranno utilizzati come laboratorio per valorizzare i territori.
«Le commemorazioni dovranno servire a promuovere la cultura della pace.»
Quanto alle iniziative «selezioneremo eventi di qualità la cui portata raggiunga il 2018, eliminando doppioni inutili in rapporto alle risorse disponibili e con una pianificazione pluriennale».
«Il centenario deve diventare un strumento per attirare l’attenzione su tutto il territorio della provincia.»
Mellarini ha ricordato che i principali appuntamenti commemorativi previsti in Italia si svolgeranno nel Friuli a Re di Puglia e il 28 giugno a Rovereto nella piazza del Mart, da dove Radio 2 e Radio 3 si collegheranno con le emittenti europee consorelle per trasmettere gli interventi di personaggi illustri.
Il 31 agosto aprirà poi una grande mostra al Mart sulla Grande Guerra che si protrarrà anche nel 2015.
In seguito gli eventi per i quali la Provincia metterà a disposizione un budget sufficiente, saranno individuati di anno in anno attraverso il coordinamento tra i direttori e i CdA dei musei. 
 
 Il dibattito
Giacomo Bezzi (Forza Italia) ha apprezzato gli impegni annunciati da Mellarini e sottolineato in particolare l’esigenza di internazionalizzare la cultura trentina, di puntare molto sull’incoming.
A questo scopo Bezzi ha suggerito di valorizzare la figura storica del gesuita e geografo trentino Martino Martini molto popolare in Cina, per sviluppare scambi turistici con il grande paese asiatico. 
 
Marino Simoni (Progetto Trentino) ha plaudito alla volontà di far uscire la cultura da una nicchia per addetti ai lavori per stringere un forte raccordo con il turismo.
Giusto a suo avviso fare rete tra le strutture museali e creare un coordinamento, purché si presti grande attenzione ai costi. Bene anche i distretti.
Per Simoni non andrebbero introdotti ticket per le biblioteche. Quanto al Mart secondo Simoni è stata una lacuna cui bisognerà porre rimedio il fatto che in questi anni non abbia ospitato anche artisti trentini. 
 
Manuela Bottamedi (M5s) ha auspicato la creazione di un ente museale unico sul modello dell’Alto Adige «che permetterebbe di contenere le risorse e di coordinare le iniziative».
Giusta per Bottamedi la scelta di creare un gruppo di lavoro tra le scuole musicali anche per ridurre la spesa a carico delle famiglie.
«Ma anche qui – ha aggiunto – auspichiamo la costituzione di un ente unico come in Alto Adige.»
Per l’esponente dei 5 stelle si potrebbe anche ipotizzare di rendere obbligatoria la formazione musicale in tutte le scuole ordinarie dove oggi questo insegnamento non è curricolare.
«L’importante comunque è facilitare l’accesso alle scuole musicali, accesso che per il momento è quasi esclusivamente riservato a famiglie con possibilità economiche di un certo livello.»
Bottamedi ha chiesto all’assessore indicazioni anche in merito al Centro servizi culturali S. Chiara, da lei definita «macchina mangiasoldi che costa alla Provincia 6 milioni con iniziative per le quali si spende 20 mila euro a serata.»
 
Mellarini ha ribattuto subito correggendo le cifre, esagerate in modo ridicolo.
«Il contributo della Provincia non è di 6 milioni ma di 2 milioni e 900 mila euro.»
L’assessore ha poi lodato il lavoro svolto dal presidente Gabrielli in una situazione di grave difficoltà, che con il nuovo direttore Nardelli ha reso possibile un rilancio del Centro.
«Ora – ha aggiunto Mellarini – occorrono obiettivi chiari per capire l’apporto che il S. Chiara potrà dare alla cultura trentina e su questo si pronuncerà il documento delle Linee guida.»
Sempre Bottamedi ha sollevato il problema del pluralismo culturale e della distribuzione dei fondi ai soggetti.
«Noi auspichiamo il superamento del finanziamento provinciale destinato solo a pochi soggetti sulla base della massa finanziaria. Il criterio dovrebbe essere la fatturazione per permettere un risparmio automatico di risorse e la valorizzazione della creatività.»
 
Gianpaolo Passamani (Upt) ha apprezzato la scelta annunciata dall’assessore che la politica assuma la regia del settore per valorizzare tutto il territorio.
E ha auspicato che Mellarini si prenda il tempo di ascoltare la voce delle comunità di valle e dei Comuni che hanno molto da offrire alla cultura.
L’anniversario della Grande guerra sarà in tal senso una importante occasione di coinvolgimento del territorio.
 
Lucia Maestri si è dichiarata «molto contenta» dell’impostazione data dall’assessore per la stessa ragione espressa da Passamani: «È cioè necessario che la politica si riappropri della regia del settore culturale».
Secondo Maestri «non ha facilitato la promozione dei nostri musei a livello internazionale il fatto che siano stati lasciati soli dalla politica, senza un indirizzo e un obiettivo».
«Sono stati finanziati ottimi progetti ma i direttori sono stati lasciati senza una regia politica a favore del territorio.»
I musei secondo Maestri devono diventare «ambasciatori del Trentino nel mondo, proponendo un’offerta culturale attrattiva e all’altezza senza trascurare la promozione delle radici del nostro territorio».
Maestri ha chiesto invece cautela nel chiedere che il Mart diventi una sede espositiva di artisti trentini (Mellarini l’ha però subito rassicurata).
Secondo la consigliera «la cultura debba uscire dalla cultura e il turismo dal turismo per incontrasi tra loro e generare un’offerta biunivoca».
Quanto alla governance dei musei «io non sono contraria a una gestione unitaria – ha spiegato – purché sia la politica a dettare gli indirizzi».
«Lo dico perché la governance – ha avvertito – non può essere consegnata a uno studio Deloitte.»
«Prima di razionalizzare – ha consigliato – si faccia un percorso, sia pur breve, che permetta alla Provincia di definire le proprie strategie politiche.»
 
Perplessità stata invece espressa da Maestri sull’unificazione tra il museo degli usi e costumi di S. Michele e il Muse, perché «i musei devono vivere di un rapporto forte con i loro territori, quindi nel caso di S. Michele con il Comune e la Fondazione Mach».
Infine una precisazione: il CdA dei musei dovrà avere una funzione amministrativa e non scientifica. Questa dovrà rimanere in capo ai consigli scientifici dei singoli musei.
Sulle scuole musicali per Maestri è importante prendere in mano il tema.
E ha aggiunto: «Il Trentino potrebbe sperimentare il reinserimento della musica nel percorso di studi delle scuole».
«Questa idea è forse un’utopia perché cozza contro un problema gestionale. In ogni caso bisognerebbe puntare a dare il più possibile a tutti pari opportunità di accesso alle scuole musicali.
«Per la formazione musicale è importante riconoscere anche il ruolo delle bande e occorrerà promuovere un raccordo molto forte con il Conservatorio, finanziato oggi dalla Provincia con 600 mila euro.»
Infine il Palazzo delle Albere: è vero per Maestri che il problema va risolto urbanisticamente, specie dopo lo spostamento della biblioteca Botta.
 
Lorenzo Baratter (Patt). Per l’esponente autonomista «occorre creare flussi di import-export della cultura con cui il Trentino esporti la sua cultura nel mondo e porti qui iniziative culturali da fuori e nuove tendenze, per intrecciare innovazione e tradizione».
Altro obiettivo condiviso: la centralità accordata ai giovani, «anche promuovendo l’impresa culturale che in Trentino ha ancora pochi spazi, magari in collaborazione con il mondo della cooperazione».
Baratter ha insistito in particolare sull’esigenza di puntare culturalmente sull’Europa delle regioni.
«La competenza sulla cultura potrebbe ridare sostanza alla regione – ha osservato – favorendo i rapporti con la Provincia di Bolzano e con l’Euregio.»
Per il consigliere autonomista il Trentino deve sviluppare il dialogo e la contaminazione culturale con l’apertura ad altre regioni: «Le persone che provengono da altri Paesi hanno bisogno di prendere coscienza della storia e dell’identità del nostro territorio».
«Anche questa è integrazione e inclusione.»
 
Quanto ai musei, quello degli usi e costumi di San Michele è certamente un presidio culturale indispensabile per tutta la piana Rotaliana e per questo vanno coinvolte anche le amministrazioni locali della zona.
Più di altri questo museo rappresenta l’eccellenza per la salvaguardia della nostra identità rurale: come diceva Giuseppe Sebesta, è una cassaforte della cultura del Trentino.
«Quel museo – per Baratter – ha un ruolo strategico: è uno dei più importanti musei etnografico in Italia e uno dei più importanti in Europa. Potrebbe quindi dare la possibilità di sviluppare importanti canali di collaborazione a livello europeo e internazionale.»
Sono stati fatti sforzi per mettere in relazione museo e istituto agrario ma non si è arrivati alla vera e auspicata collaborazione.
A questo punto è strategico il ruolo di coordinamento della Provincia, «per fare uno scatto in avanti».
Anche per Baratter il Mart dovrà riservare riservare uno spazio alle eccellenze artistiche trentine.
Ma Rovereto ha bisogno di una svolta coraggiosa per fare sistema nella cultura anche con il museo della guerra, motore del centenario, con la campana dei caduti e con il sentiero della pace del Trentino.
Infine il consigliere autonomista ha chiesto a Mellarini di valorizzare l’autonomia nella sua dimensione storico-culturale lanciando una provocazione: «Si potrebbe pensare a un festival delle autonomie promosso in Trentino per accogliere tutte le realtà che hanno fatto dell’autonomia, dell’identità e delle minoranze linguistiche un’eccellenza». 
 
Giuseppe Detomas (Ual) ha detto di apprezzare l’idea del Trentino come terra di confronto dove la cultura è un patrimonio condiviso e dove la musica sia anche concepita come elemento di socializzazione.
A suo avviso comunque, l’inserimento della musica nei percorsi curriculari della scuola ordinaria non potrà mai sostituire la formazione musicale che solo le scuole musicali possono garantire.