«Oyster», perle danzanti al teatro Sociale – Di Sandra Matuella

Un lavoro di straordinario perfezionismo visivo che si sposa con il grande virtuosismo fisico dei dodici interpreti che sono insieme danzatori, mimi, acrobati

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Oyster in inglese significa ostrica. Nel mondo della danza, invece, «Oyster» rappresenta uno spettacolo che è ormai un classico del teatro-danza israeliano, firmato nel 1999 dalla coreografa Inbal Pinto e dall’attore e regista Avshalom Pollak: questo lavoro è andato in scena giovedì sera al Teatro Sociale di Trento per la stagione di danza del Centro Santa Chiara.
Nel 1992 la coppia artistica Pinto&Pollak ha fondato a Tel Aviv l’omonima compagnia di danza che da allora è tra le più attive nel panorama coreografico internazionale: con Oyster poi, la coppia ha coltivato un’ostrica generosa che contiene al suo interno tante perle preziose di danza e creatività, dove elementi circensi si incrociano con il teatro di varietà e un elegante gusto pittorico.
Anche la fonte di ispirazione di Oyster è significativa per comprendere l’originale sensibilità artistica di Pinto e Pollak: si tratta infatti di «Morte malinconica del bambino ostrica», una raccolta di poesie del regista cinematografico Tim Burton.
 
Anche dal punto di vista visivo questo lavoro si ispira allo stile oscuro e visionario del grande regista, sfumato però dalle atmosfere più delicate e poetiche del cinema felliniano, passando per il mondo del melodramma, con musiche tratte dai «Pagliacci» di Leoncavallo, insieme a decadenti tanghi argentini.
In una specie di arena del circo contornata da una collana di luci e con una piccola pedana con siparietto rosso, tutto è sospeso tra il sogno e l’incubo, e in un calibrato gioco di luci ed ombre appaiono maschere spettrali, ballerine fatiscenti in tutù rosa tenute al guinzaglio da un macabro Pierrot, e personaggi eccentrici come gli inquietanti gemelli che si muovono sovrapposti  dentro grande un capotto nero, evocando il tema del doppio.
Il risultato è un lavoro di straordinario perfezionismo visivo che si sposa con il grande virtuosismo fisico dei dodici interpreti che sono insieme danzatori, mimi, acrobati.
 
«Oyster» ha mantenuto così le promesse suggerite dal sue nome, rivelandosi uno spettacolo davvero «perlifero» e confermando quello che già sulla carta si preannunciava come uno degli appuntamenti più raffinati dell’intera stagione di del Centro Santa Chiara: Oyster è stato salutato con lunghi applausi anche a scena aperta, da un pubblico di appassionati sia di danza che di teatro.
Dopo questo importante appuntamento internazionale, la stagione di danza prosegue il 28 novembre al Teatro Cuminetti di Trento, con una maratona dedicata alla nuova danza italiana, proposta da «Anticorpi Explo», con i lavori «I meet you… if you want» di Andrea Gallo Rosso, «Siegfried» di Francesco Marilungo e «Panni stesi» di Antonio Minini.
 
Sandra Matuella – [email protected]