Casse Rurali, ipotesi fusione tra l’Alta Vallagarina e Folgaria
Il sistema di credito cooperativo fa quadrato attorno alla Cassa Rurale di Folgaria, che - per quanto tecnicamente sana - chiude il bilancio 2013 in rosso per 7,5 milioni di euro
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Non è sola la Cassa Rurale di Folgaria. L'intero sistema del credito cooperativo locale e nazionale mobilitato per far uscire dalla crisi l’istituto e rilanciarlo.
Il percorso di fusione con la Cassa Alta Vallagarina porterà alla creazione di una forte Rurale con ottimi indici patrimoniali in un’area omogenea fra Trento e Rovereto.
Cresce la raccolta, stabili il numero di soci e il livello dei prestiti.
Schelfi: «fiducia per il piano di salvataggio. Il sistema del credito cooperativo trentino, con il supporto degli organismi del credito cooperativo nazionale, sta mostrando responsabilità e solidarietà nei confronti della Rurale.»
Si è tenuta a Folgaria l’assemblea della locale Cassa Rurale
I costi operativi sono calati dell’1,7% rispetto all’anno precedente, grazie anche all’accordo di solidarietà con il personale sulla riduzione dello stipendio, ed è cresciuto del 2% il margine di intermediazione, che rappresenta un importante indicatore di redditività per una banca, attestandosi a 7,3 milioni.
Nonostante ciò, la Cassa Rurale chiuderà il bilancio 2013 in rosso per 7,5 milioni di euro, perché ha effettuato rettifiche su crediti in sofferenza per 13,2 milioni di euro.
I soci sono giustamente rimasti vicini alla loro Cassa Rurale anche in questo momento difficile. Il loro numero è rimasto invariato a 1.361, e la raccolta è cresciuta in modo sensibile (266,3 milioni di euro nel 2013 contro i 246,5 del 2012), segno evidente di fiducia nella capacità dell’istituto di trovare la strada per uscire dalla crisi.
Anche i prestiti si sono mantenuti sui livelli dell’anno precedente: 192 milioni contro 196.
L’intervento del sistema
Se la gestione ordinaria della Cassa mostra segni positivi, la situazione pesante creata dal livello di crediti deteriorati impone scelte forti.
L’intero sistema del credito cooperativo locale – ovvero le altre Casse Rurali insieme a Cassa Centrale, Fondo Comune e Federazione – in piena sintonia con gli organismi nazionali Federcasse e Fondo di Garanzia dei Depositanti, entra in campo con un impegnativo progetto di salvataggio e rilancio che prevede di arrivare alla fusione con la Cassa Rurale Alta Vallagarina, e mantenere così un istituto di credito cooperativo sugli altipiani.
Un progetto che vale 37 milioni di euro, che si aggiungono ai 29 già stanziati più di un anno fa per una prima serie di importanti interventi di sostegno.
Se il progetto potrà ottenere le necessarie autorizzazioni, la Cassa Rurale risulterebbe completamente «pulita» dai crediti deteriorati, e quindi portata ad un livello di normalità in grado di dare il proprio contributo positivo al progetto di fusione, che consentirà la creazione di una nuova Cassa Rurale con una precisa identità territoriale e storica
Il presidente della Cooperazione Trentina Diego Schelfi esprime fiducia
«Il sistema ha saputo farsi carico della responsabilità di mantenere una Cassa Rurale sugli altipiani, – ricorda Schelfi. – Il nostro sistema è solido e solidale, e in questa occasione lo stiamo dimostrando, in piena sintonia con gli organismi nazionali. Possiamo portare in acque tranquille la Cassa Rurale; la fusione con un'altra Cassa Rurale è una opportunità per disegnare un progetto di sostegno forte ed evoluto a un territorio che ha elementi di contiguità e di complementarietà.»
I passaggi successivi
Il passaggio più delicato prevede la cessione di crediti cosiddetti «non performing», in modo da «depurare» l’istituto da ulteriori potenziali perdite e creare i presupposti per un ritorno alla redditività e al rafforzamento patrimoniale condizione imprescindibile per l'attività di una banca.
Parallelamente si sta lavorando alla riorganizzazione del personale, in un'ottica di potenziamento del presidio al territorio e di supporto a soci e clienti.
Il piano è stato presentato anche alla Banca d’Italia, alla quale nelle prossime settimane, dopo l'approvazione del bilancio 2013 e la predisposizione formale del progetto di aggregazione, spetterà la valutazione definitiva sul disegno complessivo.
L’ipotesi di fusione è tra l’Alta Vallagarina e Folgaria
I consigli di amministrazione delle due Casse Rurali hanno approvato all'unanimità l'ipotesi di fusione da sottoporre alla valutazione della Banca d'Italia.
Orsi (Alta Vallagarina): «Una buona opportunità di sviluppo per il territorio e di rilancio per la Rurale. Un bel segnale di presenza attiva del sistema cooperativo.
Giongo (Folgaria): «Un progetto che garantisce la presenza del credito cooperativo sugli altipiani.»
Una unica Cassa Rurale in un’area geografica cuscinetto fra Trento e Rovereto
Il consiglio di amministrazione della Cassa Rurale Alta Vallagarina, che ha come bacino di competenza i comuni di Besenello, Calliano, Nomi e Volano, ha ritenuto interessante studiare un’ipotesi di fusione con la Cassa Rurale di Folgaria, che prevedrebbe la creazione di una unica Rurale nel territorio compreso tra Trento e Rovereto.
Una ipotesi approvata all’unanimità dal consiglio di amministrazione.
Il percorso appena delineato prevede il coinvolgimento dell’intero sistema del credito cooperativo trentino, impegnato come noto per «mettere in sicurezza» la Cassa di Folgaria fortemente provata dal deterioramento dei crediti dovuto alla crisi economica in cui versano molte aziende socie e clienti.
L’ipotesi prevede di mettere la Cassa Rurale di Folgaria in condizione di arrivare con i conti in ordine, ovvero «depurati» dalle sofferenze, al progetto di fusione da presentare per la valutazione all’organo di vigilanza, la Banca d’Italia.
In questo modo si consente alla Cassa Rurale di Folgaria e ai suoi soci di mantenere un ruolo attivo all'interno del sistema di reddito cooperativo trentino.
Un percorso complesso che però rappresenta un segnale importante per il credito cooperativo trentino e un rafforzamento della nuova Cassa Rurale che si verrebbe così a costituire.
Dal punto di vista tecnico il progetto prevedrebbe una riorganizzazione del personale e la pulizia del portafoglio crediti attraverso il ricorso a strumenti innovativi di gestione dei crediti, in modo da ristabilire l’equilibrio economico finanziario.
Si farà il massimo sforzo per garantire gli attuali livelli occupazionali al personale dipendente.
Positivo il commento del presidente della Cassa Rurale di Folgaria Paolo Giongo
«Dopo un periodo piuttosto cupo per la Cassa di Folgaria, si intravede un percorso che garantisce alla nostra Cassa e ai soci la possibilità di continuare a mantenere un istituto di credito cooperativo attivo sugli altipiani.»
Adriano Orsi, presidente della Cassa Rurale Alta Vallagarina,.
«Siamo convinti che la nostra Cassa sia l’interlocutore strategico ed economico naturale per una ipotesi di aggregazione con la Rurale di Folgaria, potendo continuare a garantire ai nostri territori di riferimento una banca integrata e con una forte identità locale, una volta liberata dai debiti e messa in condizione di operare correttamente.
«Grazie a questo accordo si creano i presupposti per una Cassa più strutturata dell'attuale e in grado affrontare meglio il mercato e le sfide per il futuro.
«Voglio tranquillizzare i nostri soci e i nostri collaboratori, perché questo progetto rappresenta una buona opportunità di sviluppo per il nostro credito cooperativo e per l’azienda stessa.
«La Rurale di Folgaria, dopo l’opportuna operazione di “pulizia” delle partite deteriorate, rappresenta per noi un partner affidabile e complementare da un punto di vista sia territoriale sia per i settori economici caratteristici, per riuscire a creare un istituto di credito forte e ben strutturato su un territorio più vasto.»
L’ipotesi sarà ora al vaglio dell'organo di vigilanza per la valutazione e dopo la sua eventuale approvazione potrà essere trasformata in progetto concreto da sottoporre probabilmente nel corso dell’autunno alle assemblee straordinarie delle due Casse Rurali per l’approvazione dei soci.