Nove milioni le persone in difficoltà – Di Alberto Pattini
In Italia in un anno altre 466mila persone (+ 5%) sono entrate nell’area di disagio sociale. E le stelle stanno a guardare
La via Lattea sul monte Peller - Val di Non. Foto ©Damiano Clauser.
Cresce di quasi mezzo milione il numero degli italiani che non ce la fa.
Complessivamente, adesso superano quota 9 milioni le persone in difficoltà in Italia: ai «semplici» disoccupati vanno aggiunte ampie fasce di lavoratori, ma con condizioni precarie o economicamente deboli che estendono la platea degli italiani in crisi.
Un enorme area di disagio: ai 3 milioni di persone disoccupate, bisogna sommare anzitutto i contratti di lavoro a tempo determinato, sia quelli part time (677mila persone) sia quelli a orario pieno (1,74 milioni); vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time (813mila), i collaboratori (375mila) e i contratti a tempo indeterminato part time (2,5 milioni).
Questo gruppo di persone occupate – ma con prospettive incerte circa la stabilità dell’impiego o con retribuzioni contenute – ammonta complessivamente a 6,2 milioni di unità. Il totale del’area di disagio sociale, calcolata dal Centro studi di Unimpresa sulla base dei dati Istat, oggi comprende dunque 9,21 milioni di persone.
Il deterioramento del mercato del lavoro non ha come conseguenza la sola espulsione degli occupati, ma anche la mancata stabilizzazione dei lavoratori precari e il crescere dei contratti atipici.
Di qui l’estendersi del bacino dei «deboli». Il dato sui 9,21 milioni di persone è relativo al terzo trimestre del 2014 e complessivamente risulta in aumento del 5,3% rispetto al terzo trimestre del 2013, quando l’asticella si era fermata a 8,74 milioni di unità: in un anno quindi 466mila persone sono entrate nell’area di disagio sociale.
Dati Unimpresa.
Nel terzo trimestre dello scorso anno i disoccupati erano in totale 2,84 milioni: 1,48 milioni di ex occupati, 596mila ex inattivi e 763mila in cerca di prima occupazione.
A settembre 2014 i disoccupati risultano in aumento del 5,8% rispetto all’anno precedente (+166mila persone).
In calo gli inattivi: -19mila unità (-3,2%) da 596mila a 577mila. In aumento di 51mila unità gli ex occupati da 1,48 milioni a 1,53 milioni (+3,4%).
Salgono anche le persone in cerca di prima occupazione, in aumento di 134mila unità da 763mila a 897mila (+17,6%).
In forte aumento anche il dato degli occupati in difficoltà: erano 5,9 milioni a settembre 2013 e sono risultati 6,2 milioni a settembre scorso.
Una crescita dell’area di difficoltà che rappresenta un’ulteriore spia della grave situazione in cui versa l’economia italiana: anche le forme meno stabili di impiego e quelle retribuite meno pagano il conto della recessione, complice anche uno spostamento delle persone dalla fascia degli occupati deboli a quella dei disoccupati.
I contratti a temine part time sono aumentati di 60mila unità da 617mila a 677mila (+9,7%), i contratti a termine full time sono cresciuti di 92mila unità da 1,65 milioni a 1,74 milioni (+5,6%).
Salgono anche i contratti di collaborazione (+18mila unità) da 357mila a 375mila (+5,0%). Risultano in aumento anche i contratti a tempo indeterminato part time (+4,.%) da 2,49 milioni a 2,59 milioni (+99mila) e gli autonomi part time (+4,0%) da 782mila a 813mila (+31mila).
Alberto Pattini