Eni e Shell, assolti Descalzi e Scaroni: «Il fatto non sussiste»

Il conto pagato per ottenere la licenza petrolifera marittima dalla Nigeria non era, come sostenevano i PM, «la tangente più grande mai pagata»

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Quella che per i PM sembrava essere la tangente più alta mai pagata per ottenere una concessione petrolifera si è rivelata una bolla di sapone: per il tribunale di Milano il fatto non sussiste.
Tutti assolti dunque i 13 amministratori e intermediari di Eni e Shell ed evitata la confisca alle società interessate di valori per 1 miliardo e 92 milioni di dollari.

Il PM aveva chiesto 8 anni di carcere per l’allora direttore generale e attuale amministratore delegato Eni Claudio Descalzi e il suo predecessore sino Paolo Scaroni, oggi presidente del Milan e vicepresidente di banca Rothschild in Italia, e 7 anni e 4 mesi all’allora omologo di Shell pure prosciolto, Malcom Brinded.
Da notare che anche la Nigeria, già che c’era, si era posta parte civile.

Resta il fatto che Eni e Shell avevano investito complessivamente 2 miliardi e mezzo anche in infrastrutture giocoforza rimaste inutilizzate, mentre adesso sta anche per scadere la licenza senza che sia ancora mai stato estratto un barile di petrolio.
Chapeau!