Habebimus Papam – La storia dei conclavi del XX secolo/ 6
Paolo VI, il conclave che portò al Concilio Vaticano II – Di Michele Soliani
Solamente cinque anni durò il pontificato di Giovanni XXIII. Il conclave per scegliere il suo successore si tenne presso la Cappella Sistina, luogo scelto a partire dal Conclave del 1878, dal 19 al 21 giugno del 1963.
Dopo sei scrutini, venne eletto papa il cardinale Giovan Battista Montini, arcivescovo di Milano, che assunse il nome di Paolo VI.
L'elezione venne annunciata dal cardinale protodiacono Alfredo Ottaviani.
È una cornice particolarmente complessa visto che da poco era stato aperto il Concilio Vaticano II e vide quindi un’intensa attività preparatoria da parte dei cardinali elettori.
La situazione che stava vivendo la Chiesa era particolarmente delicata e questo venne anche dimostrato dall’arrivo di un alto numero di cardinali subito dopo la morte di Giovanni XXIII che venne commentata dal cardinale Pietro Ciriaci cosi: «Se ogni cosa fosse certa e scontata non vi sarebbe questa calata di cardinali stranieri a Roma».
Le due fazioni, quella progressista e quella conservatrice, mai come in questa occasione erano tra di loro in contrapposizione.
La prima, infatti, vedeva nel concilio l’unica possibilità per fermare la spinta innovatrice iniziata con il Pontificato di Giovanni XXIII. La seconda riteneva questa l’ultima possibilità per invertire la rotta intrapresa.
Nello schieramento progressista i principali esponenti erano il cardinale Micara e Frings. In quello conservatore invece i due esponenti di primo piano erano Ottaviani e Siri.
La sera del 19 giugno 1963 gli ottanta cardinali entrarono nel conclave più numeroso fino ad allora mai convocato. Per essere eletti erano necessari 54 voti.
Secondo la ricostruzione del vaticanista Giancarlo Zizola, nelle prime due votazioni, la mattina del 20 giugno, Montini guadagnò circa 30 voti, Ildebrando Antoniutti arrivò a circa 20 e Giacomo Lercaro anch'egli circa 20.
Nella terza votazione, la prima del pomeriggio, i voti di Lercaro confluirono su Montini, che arrivò a 50. Alcuni voti andarono anche al curiale Francesco Roberti, proposto come candidato di compromesso fra innovatori e conservatori.
Si creò in questo momento una situazione di stallo. Montini aveva ormai raggiunto il massimo delle sue possibilità e gli mancavano quei quattro voti essenziali.
Spesso, nella lunga storia dei conclavi, si sarebbe verificata una situazione che avrebbe portato all’elezione di un terzo ma non avvenne nel Conclave del 1963.
Fu il cardinale Gustavo Testa a risolvere la delicata situazione cercando, ad alta voce e rivolgendosi ai cardinali elettori, di superare le logiche dei blocchi; tale mossa risultò vincente visto che Montini nel successivo scrutinio ottenne un nuovo elettore, aprendo così le porte alla sua elezione per un punteggio pari a 57 voti.
Michele Soliani
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