Inaugurato «Il fantastico mondo di Perghem Gelmi»

Sarà In mostra al Palazzo Assessorile di Cles fino al 18 giugno

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Grande successo di pubblico già all’inaugurazione della mostra ideata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Cles, dedicata al percorso pittorico del Maestro trentino Michelangelo Perghem Gelmi (1911-1992).
Ad allietare il vernissage l’esibizione della Scuola di Musica C. Eccher, in previsione moltissime attività collaterali.
Un’importante occasione per ripercorrere l’opera di un maestro del nostro territorio, un’esposizione che porta il visitatore a vivere un viaggio in un mondo incredibile ma alla portata di tutti.
La mostra «Il fantastico mondo di Perghem Gelmi» è stata inaugurata sabato 22 aprile con l’intervento dell’Assessore alla Cultura del comune di Cles Vito Apuzzo. Presentato anche catalogo, con testi di Mario Perghem Gelmi, Michele Fucich e Carolina Bortolotti.
Al vernissage al Palazzo Assessorile di Cles c’è stato anche l’intervento musicale a cura della Scuola di Musica C. Eccher, occasione che ha attirato numeroso il pubblico.
L’esposizione sarà visitabile ad ingresso libero fino al 18 giugno dal martedì alla domenica con orario 10.00-12.00 e 15.00-18.00.
Aperture straordinarie sono previste per i giorni 24 aprile e 1 maggio, ma soprattutto è previsto un fitto programma di eventi collaterali, il primo il 29 aprile alle 16.00, un incontro con il figlio dell’artista, Mario Perghem Gelmi.
 

 
La mostra «Il fantastico mondo di Perghem Gelmi» si sofferma sulla produzione dell’artista relativa agli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso: un corpus di opere che si distacca notevolmente, a livello tematico e stilistico, dal repertorio precedente legato soprattutto ai temi del paesaggio, del ritratto e del vissuto.
All’inizio degli anni Settanta, dopo essersi dedicato a importanti progetti sul territorio del Trentino, l’ingegnere-architetto Michelangelo Perghem Gelmi decide di dedicarsi unicamente alla pittura, studiata all’Accademia Albertina di Torino ma fino a quel momento esercitata in modo marginale rispetto all’attività di progettista.
I primi lavori in mostra ammettono il profondo legame con l’architettura che rimarrà una costante in tutta la produzione artistica futura, dalla squadratura dei bozzetti all’attenta costruzione dei piani prospettici.
Queste opere rivelano, al contempo, la necessità di superare i limiti del tangibile attraverso la creazione di uno spazio personale, immaginario ma sempre studiato nei minimi particolari.
 
Scriveva Perghem Gelmi: «Ho sempre raccolto e indagato quelle percezioni e quegli stimoli che reinventano un’ambientazione del reale, giacché l’assetto convenzionale della realtà, con le sue apparenze visuali oggettive, da tempo non mi appaga più, e mi pare che mortifichi l’immaginazione».
Una quarantina di opere esposte, molte provenienti da collezioni private e dall'Archivio Perghem, introducono il visitatore nel mondo figurativo reinventato dall’artista.
Oltre alle opere dei primi anni Settanta, quando le rigide linee dell’ingegnere-architetto Perghem Gelmi si trasformano in curve sinuose e avvolgenti, in mostra sono proposte una serie di originalissime piante fantastiche; creature immaginarie; ambientazioni desertiche, marine e spaziali.
Nell’ultima sala sono invece esposte una serie di opere in cui prevale l’umanizzazione dell’oggetto, l’associazione di cose e spazi tra loro estranei nonché un uso massiccio del doppio senso.
Attraverso l’articolazione del percorso espositivo lo spettatore è chiamato a confrontarsi con le varie declinazioni di «fantastico» che è possibile incontrare nelle sale di Palazzo Assessorile e ad esaminare il linguaggio figurativo utilizzato da Perghem Gelmi durante i due decenni presi in considerazione dalla mostra.