Imprese porfidare, nasce il «Consorzio italiano porfido trentino»

Contro la crisi il distretto del porfido trentino si organizza in cooperativa: unendo le forze, superando concorrenze interne e frammentazione dell’offerta.

Porfido, il settore si riorganizza. Concorrenza tra imprese e mancanza di politiche di coordinamento hanno pesato molto in questi anni, aggravando una crisi che ha provocato consistenti cali nel numero di imprese, fatturato e addetti.
La drastica riduzione delle commesse dovuta anche ad una agguerrita concorrenza di altre pietre provenienti da paesi esteri emergenti ha portato ad un calo del fatturato dell’intero comparto di circa il 15 % sia sul mercato italiano che su quello europeo.
La cooperazione – come è già accaduto in altri settori – potrebbe rappresentare il riscatto di un territorio diviso e frammentato come è quello del porfido.
 
Per questo era partito qualche anno fa un percorso di avvicinamento tra imprese, alcune già organizzate in forma cooperativa, con l’obiettivo di costruire un polo di eccellenza nella produzione, lavorazione e commercializzazione del prodotto.
Dopo varie interruzioni, recentemente si era ricostituito il gruppo di lavoro con le imprese interessate, la Federazione Trentina della Cooperazione, il Distretto del porfido e delle pietre trentine e Trentino Sviluppo che hanno messo a disposizione il loro supporto tecnico.
 
Oggi questo traguardo è stato raggiunto, attraverso la costituzione del «Consorzio Italiano Porfido del Trentino», cui aderiscono al momento 14 imprese che effettuano sia l’estrazione che la lavorazione del Porfido di Albiano (9), Lona-Lases (2), Fornace (2) e Giovo (1).
Rappresentano circa il 27% della produzione totale del settore occupando oltre 210 addetti inquadrati nelle varie mansioni sia in cava (manovali, palisti) che nei laboratori (cubettisti, piastrellisti, segantini) che negli uffici (impiegati, commerciali, etc).
Una buona base di partenza per giocare una partita diversa da quanto fatto finora. Come hanno dimostrato i consorzi frutta, mettere insieme la produzione e presentarsi uniti sul mercato porta vantaggi a tutti.
 
«Puntiamo ad aumentare la produttività delle nostre aziende, la cooperazione è il veicolo primario per farle crescere» – ha dichiarato oggi il presidente del Consorzio Massimo Stenico durante la presentazione presso la Federazione Trentina della Cooperazione.
Per il vicepresidente Remo Pisetta, questo «è l’unico settore a non lasciare redditività sul territorio. Dobbiamo avere marginalità per investire e rilanciare».
Ancora più esplicito l’intervento di Mariano Gianotti, presidente del Distretto porfido e pietre trentine, che rappresenta trecento aziende di tutta la filiera: «Dagli Anni Sessanta  le imprese del settore hanno pensato solo ai propri interessi, diminuendo costantemente la qualità. Ora non è più tempo. Ben vengano iniziative come questa, che avrà tutto il nostro appoggio.»
 
L’obiettivo principale infatti è quello di ricercare nuovi mercati di sbocco, sia in Italia sia soprattutto all’estero, dove proporsi in maniera unitaria con una produzione di qualità.
C’è infatti la consapevolezza tra gli operatori del settore che sia necessario rivisitare l’intera filiera produttiva, dalla estrazione alla lavorazione del prodotto, assecondando le esigenze del mercato.
Oggi infatti non è più sufficiente estrarre la pietra, ma occorre arrivare, attraverso una lavorazione di qualità, al prodotto finito e saperlo collocare sul mercato in maniera professionale in modo da avere un ritorno di immagine che renda giustizia a questo materiale unico al mondo per le sue caratteristiche intrinseche: il porfido del Trentino.
 
Queste 14 ditte, che occupano mediamente 14/15 addetti, sono partite dalla semplice considerazione che singolarmente non avrebbero avuto la capacità e le risorse per penetrare in nuovi mercati o acquisire nuove commesse di grandi dimensioni mentre delegando questi importanti compiti al nuovo CIPT (Consorzio Italiano Porfido del Trentino) hanno invece l’opportunità di concentrare le proprie energie nella ricerca di una produzione efficiente e di qualità che dovrebbe creare un vantaggio competitivo sia all’interno del settore del porfido che rispetto alle altre pietre naturali. 
Attualmente nel settore del porfido esistono, ad eccezione di qualche sporadica realtà tante imprese e piccoli artigiani, ognuno impegnato in singole lavorazioni che non riescono quasi mai ad essere efficienti. Questo nuovo soggetto si impegna a raccogliere la sfida per creare una vera filiera produttiva.
 
Nella foto: Remo Pisetta, Alberto Pisetta, Massimo Stenico, Mauro Casotto e Mariano Gianotti.