La mafia si può combattere anche al supermercato?
I prodotti realizzati dalle cooperative di Libera Terra Mediterraneo sono realizzati coltivando i terreni confiscati alla mafia
«I terreni affidati alla cooperativa
Placido Rizzotto sono gli stessi dove mio zio ha condotto le sue
lotte: siamo grati a questi ragazzi per il lavoro che fanno.»
Così Placido Rizzotto, nipote dell'omonimo sindacalista ucciso
dalla mafia nel 1948, ha introdotto l'argomento del seminario
«Libera Terra: prodotti con un sapore in più, quello della
legalità».
Frutto del lavoro di giovani che coltivano ettari di terra
confiscati ai boss della mafia organizzato dalla cooperazione di
consumo nell'ambito della sesta edizione di «Fa' la cosa giusta»,
la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili.
Al centro del seminario il lavoro delle cooperative sociali che in
Sicilia, Puglia, Calabria e Campania lavorano i terreni confiscati
alla mafia, grazie al progetto di Libera Terra Mediterraneo,
avviato da Don Luigi Ciotti e Giancarlo Caselli, 10 anni fa nel
palermitano dove, a San Giuseppe Jato, ha costituito la cooperativa
Placido Rizzotto.
Lavorare i terreni confiscati alla mafia significa creare
condizioni per trattenere quanta più ricchezza possibile sul
territorio e garantire opportunità occupazionali, ha spiegato
Valentina Fiore, direttrice del consorzio Libera Terra
Mediterraneo.
«Quello che portiamo avanti è un lavoro molto silenzioso che vede
coinvolta prima di tutto la società civile - ha spiegato la Fiore.
- La nostra forza è nella rete di relazioni che abbiamo costruito
con le associazioni locali e vediamo che oggi non siamo più visti
con diffidenza dalle persone del paese, che anzi ambiscono a
lavorare per noi.»
Quella del riutilizzo dei beni confiscati alla mafia è una
questione che tocca anche il Trentino, dove, come ha detto Licia
Nìcoli, rappresentante di Libera Terra in Trentino, sono stati
confiscati ben 16 beni, 15 dei quali nel Comune di Trento.
A portare la propria testimonianza Angelo Sciortino, socio
lavoratore della cooperativa Placido Rizzotto, che ha raccontato le
difficoltà, ma anche le soddisfazioni conquistate grazie al lavoro
pulito svolto in cooperativa.
«Sentiamo il dovere civico ed etico di sostenere progetti come
quello di Libera Terra - ha commentato Renato Dalpalù, presidente
del Sait - Non basta però mettere i prodotti sugli scaffali, ma è
necessario che il consumatore scelga in modo consapevole perché è
lui a decretare il successo o meno di un'iniziativa.»
La cooperazione di consumo è presente a Fa' la cosa giusta
con un proprio spazio espositivo, dove vengono presentate due nuove
iniziative attente alla salute dei consumatori e all'ambiente: la
campagna sull'acqua che promuove il consumo consapevole dell'acqua
con particolare attenzione agli aspetti ambientali che ne derivano,
e quella sulle uova che provengono esclusivamente da allevamenti a
terra eliminando da tutto l'assortimento le uova provenienti da
galline allevate in gabbia.