«Liceo Galilei, al via il corso in intelligenza artificiale»

Andreatta, nel suo «tour digitale», ha incontrato anche i vertici di Saidea e dell'associazione Artigiani: «Favorire l'incontro tra start up e piccole aziende locali»

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A riprova della vivacità di un settore più che mai ricco di iniziative, il tour digitale del sindaco Alessandro Andreatta, accompagnato anche stavolta dall'assessore all'Innovazione Chiara Maule, ha avuto un'appendice estiva, sollecitata dagli stessi protagonisti dell'Ict trentino.
Sul versante della formazione, non poteva mancare il liceo scientifico Galilei, sede dell'Aif, associazione italiana per l'insegnamento della fisica nonché membro di Starr, la rete per la robotica.
Nell'ufficio della dirigente Tiziana Gulli non si contano i premi vinti dagli studenti in svariate «olimpiadi», dall'informatica alla matematica.
Spicca la targa più recente, «Primo classificato Robocup junior 2018», portata a casa dai ragazzi grazie alla creazione di un sofisticato sistema di robot che giocano a calcio.
 
Da settembre 2019 il Galilei allargherà la propria offerta formativa inserendo, all'interno del corso di Scienze applicate, il nuovo indirizzo in Intelligenza artificiale.
La dirigente, già insegnante di informatica per 26 anni, ha già iniziato a lavorare al progetto: «A breve creeremo un gruppo di lavoro con l'università, Fbk e gli insegnanti del liceo per rivedere i curricula, ovvero le materie di insegnamento: a caratterizzare il corso non sarà solo l'intelligenza artificiale, ma anche per esempio la filosofia della scienza. Se si deciderà di cambiare anche l'esame di maturità, dovremo chiedere pure l'autorizzazione al Ministero.»
Spiega la dirigente che per questo percorso, unico in Italia, si farà una selezione basata sulle competenze in modo da partire a settembre 2019 con una classe da 25 studenti.
«Le materie del liceo dovranno restare tutte – continua Gulli – Le ore dedicate all'intelligenza artificiale saranno in inglese, perché in inglese sono i testi di riferimento.»
 
Tanti gli sbocchi lavorativi e universitari perché l'intelligenza artificiale (semplicisticamente: l'abilità di un sistema tecnologico nel risolvere problemi) si applica a campi molto diversi, dalla medicina alla produzione industriale alla sicurezza.
Che contributo potrebbe dare il Comune all'avvio di questo nuovo corso di studi? «I sistemi di intelligenza artificiale hanno bisogno di dati per addestrarsi. L'Amministrazione comunale potrebbe mettere a disposizione alcune sue banche dati e il liceo potrebbe restituire analisi, elaborazioni, trend.»
  

 
La seconda tappa della giornata è Saidea (foto qui sopra), azienda informatica con sede a Trento nord, nata del 2001 con la mission di gestire il sistema informatico delle cooperative sociali e cresciuta in poco tempo grazie a un'abilità: quella di creare all'esterno, con i propri dipendenti (oggi una quarantina), il reparto informatico delle imprese che non hanno le dimensioni o il know how per costruirsene uno in casa (Saidea, your It department, è lo slogan).
Come racconta William Nicolussi, amministratore delegato e presidente, dal «Service desk» di Saidea vengono seguiti  circa 400 clienti, che inviano un centinaio di richieste di intervento al giorno.
 
«Cuciamo l'abito su misura alle imprese, cerchiamo le soluzioni giuste, in modo da non sovradimensionarle né sottodimensionarle», precisa il direttore commerciale Massimiliano Moser.
Tra un ufficio e l'altro, Saidea ospita anche una sala riprese dove vengono girati i tutorial che l'azienda fornisce alle imprese: «Si tratta di manuali video, perché quelli cartacei non li legge nessuno», spiegano.
E il montaggio viene fatto dai ragazzi che frequentano l'Alta formazione dell'istituto Artigianelli, a riprova del forte legame tra aziende e un sistema formativo che, confermano a Saidea, purtroppo non riesce a soddisfare la fame di personale del settore.
Saidea inoltre lavora anche con grandi imprese a progetti speciali, che richiedono un alto grado di specializzazione.
 
Vista la mole di informazioni sensibili che passano dal «digitale», Saidea è particolarmente attenta alla sicurezza (un certificatore è al lavoro durante la visita del sindaco) e naturalmente alla formazione: «Ogni persona in Saidea ha un piano formativo personalizzato – spiega il direttore generale Mara Rinner – Ognuno ha degli obiettivi da raggiungere, i colleghi junior seguono i corsi tenuti da chi ha più conoscenze all'interno dell'azienda o da esperti esterni.»
L'ultima tappa della giornata è nella sede dell'Associazione artigiani.
«Abbiamo capito che quello dell'Ict è un ambito di eccellenza e che la politica potrebbe assumersi qualche responsabilità in più – ha esordito il sindaco davanti al presidente Marco Segatta, al vice Nicola Svaizer e ad alcuni rappresentanti delle aziende del comparto digitale – Anche se la competenza è soprattutto provinciale, il Comune capoluogo, sede di molte di queste aziende, non può chiamarsi fuori.»
Come ha spiegato Lucio Gobbi, presidente della federazione Comunicazione, quello dell'Ict è un mondo in continuo fermento: «Ci sono aziende fortemente innovative, alcune lavorano per grandi gruppi europei. Ma si tratta per lo più di imprese piccole. Adesso che iniziamo a sentire la ripresa internazionale, è più che mai necessario mettersi insieme, fare consorzi.»
 
Come il Conit, presieduto da Silvano Tononi che, per affrontare meglio il mercato, riunisce 16 piccole aziende informatiche. Perché è proprio questo il nodo: «Il 98 per cento delle imprese – spiega il presidente Segatta – è sotto i dieci dipendenti. La politica ci dice che bisogna ingrandirsi e strutturarsi, ma è questo il panorama.»
Si tratta peraltro di piccole realtà che hanno notevole know how, aziende capaci, tanto per fare qualche esempio, di lavorare al Catasto del Trentino o alla rete di Trentino Wi fi o ancora all'albo telematico del consorzio dei comuni.
Un modo per consolidare il settore potrebbe essere quello di mettere in contatto start up e piccole aziende locali: «Molte start up falliscono perché hanno l'idea ma non sanno come muoversi sul mercato, come strutturarsi. Mettendoci insieme, potremmo fare in modo di valorizzare l'innovazione e insieme di garantire un futuro ad imprese che spesso soffrono anche per la mancanza di ricambio generazionale».