«Il supermercato del futuro? Sarà piccolo, semplice, flessibile»
È quanto emerge dal convegno sulla cooperazione di consumo in corso a Parma
Il Sait ha invitato a Parma per tre giorni i presidenti e direttori delle Famiglie Cooperative trentine, in un incontro che si concluderà domenica. Titolo scelto dal convegno di quest'anno «impegno, responsabilità, progresso».
«Questa crisi impone di fare delle scelte – ha detto Dalpalù aprendo il convegno. – Dobbiamo adeguare le nostre caratteristiche al mutamento del contesto, altrimenti il contesto ci travolgerà. Questo significa recuperare efficienza e motivazioni al centro e in periferia, cambiare la nostra pelle. Rispettare le regole che ci siamo dati è un atto di responsabilità, non un dovere: Il supermercato del futuro? Sarà piccolo, semplice, flessibile.»
Per parlare di regole sono intervenuti due testimoni importanti di questo tempo: l'ex giudice di "mani pulite" Gherardo Colombo e Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio, il commissario liquidatore della Banca Privata Italiana assassinato nel '79 da un sicario di Michele Sindona.
Periodi bui della storia italiana, caratterizzati da corruzione, interessi privati, disprezzo del denaro pubblico. E soprattutto di illegalità a molti livelli, un fenomeno che ha contribuito a far crescere un cultura in cui la regola è vissuta come un dovere e non come la tutela di un diritto.
«Oggi la nostra Costituzione è in gran parte disattesa, – ha affermato Colombo, che da quando si è dimesso dalla magistratura gira l'italia per parlare di legalità nelle scuole. – La nostra società è ancora costruita a piramide, in base alla discriminazione: chi sta in alto può, chi sta in basso deve.
«Forse è per questo che la parola regola richiama il senso dell'obbligo – ha proseguito l'ex giudice. – L'evasione fiscale ci costa circa 160 miliardi l'anno. Ci sono altri 60 miliardi che mancano a causa della corruzione. Questi soldi li mettiamo noi. Quanti posti di lavoro si possono creare con 220 miliardi l'anno?»
Per Umberto Ambrosoli la vicenda accaduta a suo padre è paradigma di un modello di società ancora attuale, in cui la mancanza di libertà frena il cambiamento.
«Libertà e responsabilità sono i presupposti per rendere l'esistenza di ciascuno di noi orientata al cambiamento.»
Al convegno hanno portato i saluti il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini e l'assessore provinciale di Trento alle attività economiche e cooperazione Alessandro Olivi.
Secondo Gardini, «la cooperazione si candida a rispondere ai nuovi bisogni che si collegano ad un necessario arretramento dello Stato nel welfare e in altri settori. Per la cooperazione si apre una prospettiva importante, un dovere di contribuire con un messaggio nuovo, che crea impresa e servizio per bisogni nuovi».
L'assessore della Provincia autonoma di Trento Olivi ha difeso il sistema distributivo della cooperazione di consumo, presente in ogni paese del Trentino e ha garantito la vicinanza dell'ente pubblico per salvaguardare questo sistema.
«Oggi si vorrebbe togliere qualsiasi regola nell'attività commerciale, ma questo non è sempre un bene. Un mercato senza regole fa emergere il più forte, che non necessariamente è anche il migliore. La coop ha bisogno di essere coraggiosamente riformista. Credo che la cooperazione sia fattore di progresso di questa nostra comunità.»