«Ho scritto lettere piene d’amore» – Di Bruno Lucchi
Intervento poetico di Daniela Cardani e Gianni Sicoli a cura di Adolfina de Stefani e Luciana Zabarella – Inaugurazione sabato 5 maggio a Spinea, Venezia
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Si inaugura sabato 5 maggio 2018, alle ore 18.30 presso l’Oratorio di Santa Maria Assunta Spinea (VE), nell’ambito del progetto Paradisum Theatrum 2018 «Ho scritto lettere piene d’amore» personale dell’artista Bruno Lucchi, a cura di Adolfina de Stefani e Luciana Zabarella, durante l’inaugurazione intervento poetico di Daniela Cardani e Gianni Sicoli.
La mostra, visitabile fino a domenica 20 maggio 2018, è organizzata da Visioni Altre con il patrocinio del Comune di Spinea.
1918 - 2018: Cento anni fa nasceva la Pace
Per celebrare questo anniversario Bruno Lucchi propone, nell’Oratorio di Santa Maria Assunta a Spinea VE una mostra inusuale per il tema forte trattato: La Guerra.
Protagonista indiscusso è l'essere l'umano immerso nel teatro di un'esistenza piena di paura, dolore, sofferenza che solo l'effetto di una guerra può creare.
«La fonte di ispirazione per questa mia personale – dice l'artista trentino – è stata la poesia di Giuseppe Ungaretti. I suoi versi colgono con passione e linguaggio limpido la bellezza che, nonostante tutto, emerge dal dolore di ogni evento bellico, in particolare dal dramma dell'individuo che poi si riflette, inevitabilmente, in quello dell'umanità. Ogni parola nelle mani di questo Poeta è colma di speranza, di vita.
«Ho scritto lettere piene d'amore – frase ripresa dalla poesia Veglia dalla raccolta L'Allegria – abbraccia lo spirito che desideravo dare al frutto del mio lavoro. Dopo aver trascorso un'intera nottata vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio la penna del Poeta crea uno stupefacente alfabeto di bellezza: Ho scritto lettere piene d'amore.
«Questa è arte. Quella vera».
Tutte le opere che Bruno Lucchi espone denunciano, con la loro eleganza, la loro accuratezza raffigurativa e la grande intensità espressiva, l'inumanità della Grande Guerra. Di tutte le guerre.
La mostra esprime pienamente quanto richiama il titolo «Ho scritto lettere piene d’amore».
Uno stupefacente alfabeto di bellezza.
Parole scavate da mano d'artista.
Anche la guerra ha la sua poesia. E la Poesia, si sa, fa riflettere.
Bruno Lucchi è nato a Levico Terme nel 1951, dove tuttora vive e lavora. Ha studiato all’Istituto d’Arte di Trento completando gli studi al Magistero delle Belle Arti di Urbino. La terra è da sempre la sua materia da cui nascono le sue figure, che con il rito del fuoco trasforma in terracotta nel suo atelier, diventano poi, bronzi e porcellane. Recentemente la sua ricerca ha anche abbracciato nuovi materiali. Infatti, con l’acciaio corten, da solo o abbinato al semirefrattario, si cimenta nella costruzione di installazioni enormi che trasmettono la rinnovata passione con il nuovo materiale, e con il mosaico, in tecnica moderna, rinnova l’antichissima tradizione portandola al contemporaneo. Lo scultore italiano Lucchi è l’autore di numerose opere pubbliche. Fra le altre: la «Mater Salutis» (2001) grande scultura in bronzo (h 320 cm) per l’ospedale di Legnago Verona. La gigantesca installazione in semirefrattario (h 550 cm) dal titolo «Tra memoria e visione» (2004), un magnifico esemplare della ricerca dell’artista sulle forme monumentali e per l’immaginario della cultura mediterranea, la grande scultura in bronzo del «Dio Poseidone» entrambe poste su un’importante nave di una flotta italiana. Per la più grande nave da crociera italiana ha realizzato sei figure in bronzo dal titolo «La piscina delle Nereidi» che dialogano con l’imponente mosaico di più di dieci metri quadri dal titolo «Eden» (2011) realizzato da Lucchi con una tecnica moderna. Recentemente sempre per altre navi da crociera ha realizzato (2012) la coppia in acciaio corten e semire «Tenerezza» (h 320 cm) e un’installazione di sei bronzi intitolata «La piscina delle Perle» e nel 2013 per l’ingresso del presidio ospedaliero di Cles, ha consegnato due bronzi «Unione», (cm 230) e «Attesa», (cm. 140). Nel 2014 si è aggiudicato il concorso per la realizzazione della statua commemorativa di «Mons. Santin», (un bronzo di cm. 300), per il Tempio nazionale di Monte Grisa a Trieste. Nel 2015 installa per la nuova palestra di Bondo l’opera «Finestra» cm 230 corten e bronzo. Nel 2003 il primo esaustivo volume monografico «Dialogo con l’invisibile» (Carlo Cambi Editore, Poggibonsi), nel 2005 è stato realizzato il primo film-documentario che ripercorre tutta l’opera, le principali mostre personali e l’atelier di Lucchi. È stato prodotto dalla troupe parigina Astiko sia in lingua francese che italiana. Alla fine del 2009 pubblica il suo primo libro intitolato «I sapori dell’Arte» (Publistampa Editore, Pergine Valsugana Trento). Una raccolta di belle, semplici e gustose ricette, tutte introdotte da preziosi aneddoti dello scultore condivisi negli incontri con artisti-amici, tutti nomi di grandi maestri dell’arte contemporanea. A Trento nel 2014 per la grande mostra monografica «Lo spazio abitato» Al Muse e nel quartiere delle Albere, il secondo volume monografico, edito dal Museo delle Scienze. Nel 2018, per la mostra del centenario della grande guerra, al forte delle Benne a Levico Terme, pubblica il terzo volume monografico «Parole scavate». Dal 1991 vanta al suo attivo più di 200 esposizioni personali e innumerevoli collettive, tutte realizzate nelle più importanti sedi pubbliche e private e in prestigiose gallerie d’arte italiane ed estere. Per quanto riguarda la stampa, di lui si sono occupate tutte le principali testate critiche nazionali (Archivio, Arte, Arte In, Forum Artis, Images Art & Life, Tema Celeste). Nel mese di dicembre 2000 il mensile Arte Mondadori ha dedicato all’artista trentino un prezioso libro monografico. In occasione della vernice della mostra «Ho scritto lettere piene d’amore» di sabato 5 maggio 2018 Bruno Lucchi sarà presente all’Oratorio di Santa Maria Assunta via Rossignago Spinea (VE). |