Ugo Rossi rinviato a giudizio per l’abbattimento dell’orso

Dopo due richieste di archiviazione il GIP di Trento ha preferito che la chiusura del caso avvenisse con sentenza

Dopo due richieste di archiviazione, il GIP di Trento ha deciso di rinviare a giudizio l’ex presidente Ugo Rossi per aver disposto l’eliminazione della minaccia dell'orsa KJ2 che rappresentava un pericolo per la gente.
Non solo si avvicinava ai centri abitati, ma dimostrava di essere aggressiva e del tutto indifferente alle dissuasioni attive e passive messe in atto dai Forestali.

La notizia ci è giunta in parallelo a quella dell’uccisione di un cinghiale in Val di Fiemme da parte dei forestali, in applicazione della disciplina per il controllo del cinghiale (vedi servizio).
La volontà del legislatore è quella di evitare che il cinghiale si propaghi provocando danni al comparto agricolo.
Le ragioni dell’abbattimento del cinghiale sono dunque meno impellenti della cattura dell’orsa.

Adesso stiamo a vedere se verranno inquisiti e rinviati a giudizio anche gli autori della disciplina sul controllo del cinghiale.
Di seguito il commento di Ugo Rossi.

Apprendo con stupore e rammarico la decisione assunta dal giudice per le indagini preliminari di non accogliere la richiesta di archiviazione e di dover procedere alla imputazione, nei miei confronti e nei confronti del dott. Zanin, in relazione agli atti assunti nell’agosto del 2017 circa l’abbattimento di un esemplare di orso pericoloso.
Lo stupore deriva dal fatto che per ben due volte la Procura aveva chiesto l’archiviazione non ritenendo vi fossero gli estremi per l’imputazione.
Il rammarico deriva dal fatto che l’aver adottato un provvedimento doveroso e nel pieno rispetto delle leggi, con senso di responsabilità e nell’interesse pubblico della sicurezza delle persone, determini invece la necessità’ di doversi difendere davanti a un tribunale.
 
Sotto questo profilo sento però di avere la coscienza a posto perché’ sono certo di aver agito correttamente. Ho sempre agito infatti sulla base del pieno rispetto per la specie animale (dell’orso in questo caso) e per la sua conservazione, ma anche, allo stesso tempo, per garantire una convivenza che deve essere sicura per le persone.
Lo imponeva il senso del dovere e l’assunzione di responsabilità cui è chiamato chi, come il sottoscritto, in qualità di presidente della Provincia, doveva garantire equilibrio fra questi due beni collettivi: specie animale e sicurezza delle persone.
Ho la massima fiducia nel fatto che in sede di giudizio sara’ possibile darne oggettiva evidenza.

Ugo Rossi