Il presidente Fugatti: «È una questione di sicurezza pubblica»
Orso M49: da marzo a ieri 16 tentativi di intrusione in abitazioni o strutture produttive

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La prima volta toccò al presidente Dellai, nel 2008, quando dovette decidere di catturare l’orsa Yurka e metterla in condizioni di non nuocere più.
L’orsa, in una sola notte, aveva «bussato alla porta» di tutte le abitazioni a Ossana, in Val di Sole, e aveva rotto più di una scala a pioli dove aveva provato a salire e sfasciato qualche portone di legno «d’epoca» senza però riuscire a entrare perché i proprietari avevamo comunque costruito all’interno un portale più sicuro. Non volevano difendersi dagli orsi, sia ben chiaro, ma da eventuali malintenzionati, senza per questo rifare il bel portone di una volta.
Dellai disse «Basta!» e firmò l’ordinanza per la cattura di Yurka.
E l’orsa fu catturata e portata al recinto del Casteller, previsto apposta per contenere eventuali animali da proteggere o dai quali proteggersi.
Dellai aveva altresì disposto che il Casteller non diventasse uno zoo dove i cittadini potessero andare a vedere l’orsa.
E successivamente, nel 2010, dispose la «deportazione» di Yurka in Germania, sulla Foresta Nera, dove c’è un enorme spazio naturale predisposto per accogliere animali caratteriali.
A quel punto su Yurka scese il sipario.
Poi, un paio di anni fa, toccò al presidente Rossi di assumere una decisione analoga. Anche in questo caso si trattava di un’orsa, che sembrava predisposta a fare danni. Dopo un paio di aggressioni a persone, Rossi firmò l’ordinanza.
Stavolta però l’orsa non fu così fortunata. Per qualche motivo che non ci è dato a conoscere, l’anestetico usato per la sua cattura le provocò la morte.
Gli animalisti insorsero, ma certamente non c’era stata alcuna volontà a sopprimere l’orsa, anche se il regolamento lo consentiva.
Oggi è la volta del presidente Fugatti, che ha deciso di intervenire prima che l’orsa M49 attaccasse un uomo.
D’altronde, si tratta di un orso incline ad avvicinarsi alle strutture produttive e alle case private, autore di 16 tentativi di intrusione in immobili da marzo 2019 a ieri, di cui 6 in abitazioni.
Da quando è uscita dal letargo, fine marzo, l’orsa ha causato il 30% dei danni provocati dai 70 orsi presenti nel Trentino.
Non solo, si è coperta del 90% dei tentativi di molestare gli esseri umani, le loro proprietà e i loro animali domestici.
Questi i dati relativi all’orso M49, per il quale è stata emessa un’ordinanza di cattura, presentati oggi dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, insieme agli assessori della Giunta provinciale e ai responsabili del Servizio foreste e fauna (foto).
«Sono dati che dimostrano in maniera inequivocabile come questo soggetto – ha spiegato il presidente Fugatti – rappresenti una minaccia alla sicurezza di chi lavora o abita in questi luoghi.
«Firmando l’ordinanza, che rispetto al passato viene posta in essere prima che l’orso aggredisca delle persone, riteniamo di aver fatto, con responsabilità, quello era corretto e giusto fare per tutelare la sicurezza pubblica, anche nel rispetto di quanto previsto dal Piano PACOBACE, che regola, in accordo con il Ministero per l’Ambiente, la gestione dei plantigradi.
«C’è una forte situazione di disagio sul territorio per quanto sta avvenendo – ha aggiunto Fugatti – e siamo impegnati, grazie ad una struttura provinciale molto competente, che ringrazio a nome della Giunta, a gestire questo disagio,»
Nel 2018 e nel 2019, come hanno spiegato il dirigente generale Romano Masè, insieme a Claudio Groff del Servizio foreste e fauna, tutti i tentativi di intrusione in immobili registrati in provincia sono attribuibili ad M49, nonostante in Trentino vi siano fra i 60 ed i 78 plantigradi.
Inoltre, nel 2019, sempre ad opera di M49, si sono registrati danni ad 8 patrimoni apistici, 13 predazioni di animali domestici e 7 altri episodi di danneggiamento.
«Per dare attuazione all'ordinanza di cattura – ha spiegato infine Giovanni Giovannini, dirigente del Servizio foreste e fauna – è stata scelta la modalità delle trappole a tubo, il sistema migliore sia in relazione alla sicurezza degli operatori che a quella dell'animale.»