La Stagione Jazz anche quest'anno va fra Trento e Rovereto
Eccoli: The Terence Blanchard, Stefano Bollani e Hamilton de Holanda, Franco D'Andrea Sextet , Mark Turner Quartet, Jack DeJohnette e Maria Schneider

Se la salute del jazz di oggi si misura dalla sua capacità di dialogare con forme e stili sempre differenti, i concerti sono un termometro di straordinaria sensibilità.
Saranno anche quest'anno sei gli appuntamenti programmati dal Centro Servizi Culturali S. Chiara, sei proposte che disegnano un percorso che dal cuore della tradizione si irradia verso i terreni più avventurosi.
Il calendario dei concerti è stato illustrato oggi a Trento nel corso di una Conferenza Stampa dal direttore del CSC, Francesco Nardelli, e dal consulente artistico per la stagione Jazz, Vincenzo Costa.
Sono intervenuti all'incontro con i giornalisti Ivo Gabrielli, presidente del Centro S. Chiara, e Simonetta Bungaro, direttore del Conservatorio Bonporti.
Sono terreni elettrici e urbani quelli della tromba di Terence Blanchard, colorati di Brasile nel caso di Stefano Bollani & Hamilton de Holanda, raffinati e innovativi quelli dei gruppi di Franco d’Andrea e Mark Turner, d’avanguardia come nel caso del quintetto di Jack DeJohnette, orchestrali e condivisivi nell’atteso appuntamento con Maria Schneider e l’Orchestra del Conservatorio Bonporti di Trento.
Da seguire come su una mappa incantata e interattiva caratterizzata dalla più alta qualità, gli Itinerari Jazz si confermano come lo strumento più immediato ed emozionante per vivere dentro l’immediatezza del gesto sonoro e trovare dentro questa musica l’essenza di una creatività in continuo movimento.
Nei vari interventi in Conferenza Stampa è stata sottolineata a più voci l'importanza di creare una rete di collaborazione fra i diversi soggetti culturali che operano sul territorio.
«In questa prospettiva – ha affermato il presidente, Ivo Gabrielli – il Centro Servizi Culturali S. Chiara potrà assumere una funzione di società di servizi destinata ad evolversi in un sistema provinciale dello spettacolo.»
La Stagione Jazz del Centro Servizi Culturali S. Chiara si aprirà il 4 novembre 2014 per concludersi il 12 maggio 2015 e prevede due concerti all'Auditorium di Trento, uno al Teatro Sociale e tre al Teatro Zandonai di Rovereto.
Trento|Teatro Auditorium S. Chiara
Martedì 4 novembre 2014, ore 21.00
The Terence Blanchard E - Collective
Con Terence Blanchard (tromba), Charles Altura (chitarra), Fabian Almazan (pianoforte-tastiere), Donald Ramsey (basso el.), Oscar Seaton (batteria)
Ci sono molti Terence Blanchard e ognuno di essi riserva delle fantastiche sorprese. C’è il trombettista prodigioso e precoce che viene dalla culla del jazz, New Orleans, e che si trova giovanissimo già nell’Orchestra di Lionel Hampton e nei Jazz Messengers di Art Blakey. C’è lo young lion che si fa notare negli anni Ottanta per lo scoppiettante quintetto con il sassofonista Donald Harrison.
C’è il raffinato autore di colonne sonore, quelle per i film di Spike Lee sopra tutte. C’è infine il musicista maturo di oggi, che si muove con grande naturalezza tra hard-bop e altri linguaggi, che ha preso a cuore le sorti della propria città dopo il devastante uragano Katrina e che non smette di mettere cuore e curiosità nei propri progetti.
Accade anche con questo nuovissimo E-Collective, quintetto che esplora sonorità elettriche grazie alla complicità di giovani e talentuosi colleghi come il chitarrista Charles Altura, il pianista Fabian Almazan, il bassista elettrico Donald Ramsey e il batterista Oscar Seaton.
Trento|Teatro Auditorium S. Chiara
Martedì 18 novembre 2014, ore 21.00
Stefano Bollani - Hamilton de Holanda Duo
Con Stefano Bollani (pianoforte) e Hamilton De Holanda (mandolino)
Se in questi anni c’è un jazzista, nella ricca scena italiana, che è riuscito a raggiungere anche il pubblico meno specializzato, questo è certamente Stefano Bollani.
Merito della sua travolgente bravura, certo, così come della sua innata capacità di fare spettacolo e comunicare in modo diretto e coinvolgente.
Merito anche di un’innata curiosità verso i più vari generi musicali, siano essi il classico Gershwin o Carosone, il jazz tradizionale o la musica brasiliana.
Appartiene a quest’ultima passione di Bollani il duo con Hamilton de Holanda, virtuoso del bandolim (tradizionale mandolino utilizzato ad esempio nello choro).
Il dialogo tra i due musicisti assume ogni volta un sapore speciale, fatto di complicità, di gioco, di intrecci ritmici iridescenti e di un lirismo agrodolce che fa subito breccia nel cuore di chi ascolta.
E’ accaduto nel bellissimo disco O que será per la Ecm (la prestigiosa rivista Downbeat lo ha votato tra i migliori del 2013), accade di concerto in concerto, perché il feeling è qualcosa che si rinnova con l’energia del pubblico. Che, con Bollani, non manca mai.
Rovereto|Teatro Zandonai
Martedì 16 dicembre 2014, ore 21.00
Franco D'Andrea Sextet
Con Franco D'Andrea (pianoforte), Andrea Ayassot (sax alto), Daniele D'Agaro (sax tenore, clar.), Mauro Ottolini (trombone), Aldo Mella (contrabbasso), Zeno De Rossi (batteria)
I gruppi di Franco D’Andrea sono, da sempre, un irresistibile laboratorio creativo.
Dalle triangolazioni del Modern Art Trio all’avventura elettrica dei Perigeo, passando per le tante collaborazioni con i più grandi artisti europei e americani, il pianista meranese non ha mai smesso di riflettere sul rapporto tra linguaggi e tradizione, riuscendo al tempo stesso a ripensare in modo sempre nuovo le figure fondamentali del jazz moderno e a trovare in sé una profonda, originalissima, unicità.
Non è un caso se, a oltre settant’anni, D’Andrea continua a vincere i Top Jazz e a convogliare attorno a sé musicisti di grande valore.
Nel suo sestetto sono presenti, oltre ai membri abituali del quartetto (Andrea Ayassot al sax, Aldo Mella al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria), il clarinettista Daniele D’Agaro e il trombonista Mauro Ottolini.
Che si rileggano i temi di Thelonious Monk o si improvvisi liberamente, oppure si seguano strutture originali, il pensiero musicale di D’Andrea è un mondo affascinante, apollineo e dionisiaco, profondamente intriso di un’urgenza espressiva che sembra non avere età né limiti.
Rovereto|Teatro Zandonai
Mercoledì 18 marzo 2015, ore 21.00
Mark Turner Quartet
Con Mark Turner (sassofono), Ambrose Akinmusire (tromba), Joe Martin (basso), Justin Brown (batteria)
Quella di Mark Turner, originario dell’Ohio, oggi alle soglie dei cinquant’anni, è una delle voci più originali tra i tenorsassofonisti di oggi. Lontano da mode e da una certa immagine muscolare dello strumento, quale la tradizione spesso ci suggerisce, il suo è uno stile intimo e arioso, obliquamente elegante, che lascia intravedere tracce vellutate della lezione del suo maestro, quel Warne Marsh che fu compagno di avventure di Lennie Tristano e Lee Konitz.
Musicista molto richiesto (lo ricordiamo accanto a Kurt Rosenwinkel o nei recenti gruppi di Billy Hart e Stefano Bollani), uno dei vertici del trio Fly, Turner ha appena pubblicato il suo primo disco in quartetto per la Ecm, Lathe Of Heaven, che presenta a Rovereto assieme a Joe Martin (contrabbasso) e Justin Brown (batteria), ma soprattutto a un trombettista eccellente come Ambrose Akinmusire, altro astro nascente del jazz di questi anni.
In questo assetto senza strumento armonico, i due fiati si assumono la responsabilità di negoziare spazi di libertà e respiri che disegnano traiettorie di grande bellezza.
Rovereto|Teatro Zandonai
Venerdì 17 aprile 2015, ore 21.00
Jack DeJohnette Made in Chicago
Con Muhal Abrams (piano), Henry Threadgill (sax, flauto), Roscoe Mitchel (sassofoni), Larry Gray (contrabbasso), Jack DeJohnette (batteria)
Quando hai suonato con John Coltrane, Miles Davis, Charles Lloyd, Dave Holland o Pat Metheny, quando sei insostituibile componente del trio di Keith Jarrett e leader di progetti stimolanti come Gateway o Special Edition, è naturale volersi circondare di musicisti non meno che straordinari.
Solo un gigante della batteria come Jack DeJohnette poteva infatti permettersi di chiamare, in questo supergruppo che ascolteremo a Rovereto, tre dei più illustri strumentisti e compositori della scena di Chicago. Sia il pianista Muhal Richard Abrams (fondatore dell’AACM), che i sassofonisti e flautisti Henry Threadgill e Roscoe Mitchell (il primo leader di formazioni originalissime come Zooid, il secondo indimenticato motore dell’Art Ensemble of Chicago), sono infatti artisti la cui statura meriterebbe lo spazio di un festival monografico.
Con loro c’è l’esperto contrabbassista Larry Gray, per quella che possiamo certamente definire una squadra all star, ma da cui è lecito attendersi la sorprendente freschezza dei più irriducibili esploratori sonori.
Trento|Teatro Sociale
12 maggio 2015, ore 21.00
Maria Schneider featuring Fabrizio Bosso
Una produzione tra il Centro S. Chiara, il Conservatorio F.A.Bonporti di Trento, il Conservatorio di Vicenza e il festival New Conversations Vicenza Jazz.
Di arrangiatrici e band leader di valore assoluto, la storia del jazz ne annovera diverse, da Mary Lou Williams a Carla Bley, passando per Melba Liston. Se Maria Schneider occupa oggi un posto di primissimo piano nel jazz orchestrale di oggi, le ragioni sono ancora più profonde.
Allieva di Bob Brookmeyer e soprattutto del leggendario Gil Evans (di cui è stata per anni l’assistente), la Schneider è compositrice e arrangiatrice che dà l’immediata sensazione di sapere dipingere con i colori dell’orchestra, di comporre con gli strumenti un sensuale universo di emozioni.
Tra le primissime artiste a intuire e sfruttare le potenzialità del crowdfunding (ha vinto un Grammy con un disco interamente finanziato sulla piattaforma ArtistsShare), la Schneider ama condividere la propria musica con altri organici.
Come in questo progetto esclusivo, in collaborazione con il Festival New Conversations di Vicenza, nel quale dirige l’Orchestra del Conservatorio Bonporti di Trento e Pedrollo di Vicenza in un repertorio di proprie musiche.
Ospite alla tromba Fabrizio Bosso.