Trento, Oltrefersina: la circoscrizione dell’innovazione sociale

Oggi il sindaco ha visitato la cooperativa «Alpi», che in questi 30 anni ha avviato al lavoro mille persone fragili

>
La Circoscrizione Oltrefersina che fa innovazione sociale, che sperimenta nuove pratiche di avviamento al lavoro, che autogestisce spazi di socializzazione intergenerazionale, che si inventa un nuovo tipo di accoglienza per i senza dimora o un grande orto comunitario dove si coltiva e si raccoglie insieme.
In questi luoghi-laboratorio ha fatto tappa oggi il sindaco Franco Ianeselli, accompagnato dal presidente Errico Di Pippo e dal vice Michele Saracino nella visita alla Circoscrizione Oltrefersina.
 
La mattinata è iniziata dalla sede della cooperativa Alpi, acronimo di Avviamento al Lavoro Progetti Individualizzati, impegnata in molteplici attività: dalla produzione delle ormai famose borse Redo (tutte da materiale riciclato) all’autolavaggio «Il Pioppeto», dalla gestione degli ausili sanitari per conto dell’Apps all’assemblaggio conto terzi.
«In poco più di 30 anni – racconta il direttore Silvano Deavi – oltre mille lavoratori fragili sono transitati dalla cooperativa Alpi per poi passare al mercato del lavoro ordinario.»
 
«Ad ognuno – spiega il presidente Francesco a Beccara, – sono state date risposte differenti, a seconda delle esigenze.
«Abbiamo diversificato le attività della cooperativa proprio perché anche i più fragili possano iniziare il loro percorso.»
Ad oggi la cooperativa è alle prese con il problema manodopera.
«Tutti i lavoratori fragili vengono assorbiti dalla domanda oppure non escono allo scoperto e non riusciamo a intercettarli, – spiega a Beccara. – In tanti anni di attività non ci è mai capitata questa situazione. Il nostro è un vero e proprio grido d’allarme.»
 

 
«La difficoltà – aggiunge il direttore Deavi – è dovuta al fatto che per essere assunti bisogna passare dal servizio sociale e avere una certificazione, ma c’è chi fa fatica a riconoscere la propria fragilità.»
Il sindaco ha fatto la sua seconda tappa in un luogo non meno straordinario.
Si tratta della biblioteca di Madonna Bianca trasformata, grazie a un patto dei Beni comuni, in centro sociale gestito dall’associazione «Noi quartieri Trento sud».
 
Aperta tutti i giorni grazie all’impegno di Anita Pedrotti, Annamaria Covi e di una rete di volontari, la biblioteca è ben più di un punto di prestito: tutti i giorni accoglie stuoli di bambini dopo la scuola, che prendono libri, fanno compiti, lezioni di chitarra e Tai Chi.
«Se non ci fosse questo posto sarebbe un disastro non solo per le famiglie, ma anche per la scuola, – commenta Monica Castellani, un’insegnante che ha portato in biblioteca la sua classe. – I genitori dei bambini che vengono qui talvolta non parlano neppure italiano, l’essere seguiti ha un grande valore.»
 
Mentre alcuni utenti dell’Anffas si dedicano al cucito, i bambini della quarta B incalzano il sindaco sulle migliorie di cui necessita il quartiere: la pulizia dei luoghi pubblici, la scuola troppo grigia e dunque da ridipingere, le porte del campo da calcio rotte, tutti temi già illustrati in una lettera inviata dai bambini a Ianeselli qualche tempo fa.
Il primo cittadino assicura: «Programmeremo gli interventi a partire dalla scuola, – ha spiegato. – E sulla pulizia bisogna migliorare, anche perché questo è un quartiere bellissimo e pieno di verde.»
 
Innovativa anche l’attività del circolo Leone Tovazzi, un tempo riservato agli anziani, oggi diventato un’associazione intergenerazionale che conta soci (260 in tutto) dai 21 ai 93 anni. La presidente Loredana Setti e il suo vice Carlo Rinner raccontano che, dopo il Covid, il circolo si sta rianimando e sta programmando tante iniziative, dal cinema (per bambini il pomeriggio, per adulti la sera) ai viaggi, dalla tombola ai balli.
 
Il pranzo del sindaco è stato a Casa Orlando, struttura comunale nel cuore della Bolghera che accoglie i senza dimora:
«Di voi ho sentito parlare un sacco di volte, mi hanno detto che questa è un’esperienza importante e meravigliosa, non a caso siete anche nel video della Capitale del volontariato, – ha dichiarato Ianeselli. – La particolarità di Casa Orlando è quella di essere un luogo di accoglienza per senza dimora gestito dai senza dimora stessi, o meglio dagli Hope (homeless peer) che sanno per esperienza cosa significa vivere in strada e hanno seguito un percorso di formazione.»
 
Dei 14 ospiti, c’è chi è arrivato in Italia in un barcone, chi ha lavorato 30 anni nelle cave di porfido ed è rimasto disoccupato, chi ha avuto problemi di dipendenza: ma a Casa Orlando non importa quale sia la tua storia, l’importante, – riassume Fabien. – È ridare una spinta alla vita di tante persone finite ai margini per i più disparati motivi.»
La responsabile Silvia Negri spiega che alla struttura, affidata a Villa Sant’Ignazio e a Fondazione Comunità solidale, si accede attraverso i servizi sociali.
Ci sono anche ospiti che lavorano, per lo più con contratti a termine ma non trovano un alloggio. Privi di sostegno familiare, qui ritrovano un’aria di casa e si autogestiscono – dalla cucina alle pulizie – proprio come avviene in una famiglia.
 
L’Oltrefersina è forse una delle Circoscrizioni con il maggior numero di nonni-vigili (sono una ventina) che oggi hanno accolto il sindaco con le loro casacche arancioni.
Ianeselli è stato poi in via Medici per vedere da vicino l’esperienza, unica in città, dell’orto aperto, dove ognuno coltiva uno stesso appezzamento, senza steccati né divieti di raccogliere dove qualcun altro ha seminato.
Frutto di un patto dei Beni comuni, l’orto aperto non è solo finalizzato all’autoconsumo, ma alla socialità.
Attenzione dunque ai prossimi eventi. In serata il primo cittadino ha visitato anche le associazioni La Casota, Prodigio e la Bussola.