Verso le provinciali del 2013 – Il Trentino comincia a svegliarsi
Non sono ancora i partiti a muoversi, ma i singoli stanno facendo i primi passi

Il Trentino politico comincia a svegliarsi.
Sicuramente non è stato grazie al nostro appello (vedi articolo) che le forze politiche hanno cominciato a prendere atto che tra poco più di un anno si andrà a votare per le elezioni provinciali.
Però stiamo assistendo comunque ai primi passi.
L’altro giorno era stato il PDL a registrare le prime prese di posizione, con dei consiglieri provinciali che si sono dichiarati estranei alla politica del proprio partito.
Se i consiglieri Rodolfo Borga, Pino Morandini e Walter Viola non condividono la politica adottata dal proprio segretario Giorgio Leonardi, quest’ultimo e il senatore de Eccher hanno ricordato che non ci sono alternative. Vero, ma non si può restare con le mani in mano mentre la barca scricchiola.
Poi è capitato alla Lega. Il consigliere Mario Casna ha formalizzato la sua uscita dalla Lega Nord.
C’è da dire che Casna non è e non è mai stato estremista come i suoi colleghi di partito e che a questo punto ha solo colto l’occasione (vedremo più avanti quale) per prendere le distanze.
La lite che ne è seguita sta solo a dimostrare che anche presso la Lega si comincia a respirare il clima pre elettorale. Se dopo le vacanze estive si comincerà a pensare alle persone da candidare, in questa fase si cerca di capire quali prospettive concrete ci siano per i propri partiti di appartenenza.
Ma in realtà questi sono solo sintomi di una malattia che prende origine da situazioni ben più concrete e reali sorte a livello nazionale.
Il nocciolo della questione sta nella momento storico della politica del Paese.
Il PDL, con ogni probabilità, prenderà un forte ridimensionamento per due ordini di ragioni.
La prima è che, volenti o nolenti, l’anima del partito di centrodestra è Berlusconi. Il quale verosimilmente non ricandiderà più, ma con la conseguente perdita di tutti coloro che hanno sostenuto il premier anche nei suoi momenti di maggiore difficoltà.
La seconda è che i pretendenti al trono del PDL, o non sono del livello di Berlusconi (Alfano), o stanno per essere fatti fuori (Formigoni).
[Ci si perdoni il linguaggio manicheo, perché in realtà sappiamo sia che Alfano è una brava persona, sia che Formigoni è un a persona a posto. Ma abbiamo voluto rendere l’idea tagliando un po’ le curve. - NdR]
La Lega Nord, dal canto suo, se non sta per chiudere, poco ci manca [stesso discorso di cui sopra. - NdR].
Difficile sostenere il concetto di «Roma ladrona», per poi dimostrare che in casa non si va troppo per il sottile. E il dibattito che è sorto dopo gli scandali ha addirittura aggravato la situazione.
Insomma, Maroni avrà il suo bel da fare per trovare un nuovo e giusto spazio operativo del suo partito.
Se aggiungiamo il fatto che PDL e Lega si sono separati, con i risultati elettorali delle Amministrative che abbiamo visto, il futuro si presenta per tutto il centrodestra molto ma molto incerto.
La sceneggiate di Casini non sono più edificanti. Dopo gran parte della legislatura spesa un po’ a destra e un po’ a sinistra delle forze politiche locali, pare che il leader dell’UDC stia per legarsi al centrosinistra.
Che sia stato folgorato sulla strada di Damasco? No, più semplicemente ha fatto il nostro stesso ragionamento: il centrodestra sta andando verso un prevedibile destino di scaduta elettorale.
Casini stava quasi per scomparire dalla scena politica, quando è accaduto il miracolo Monti che ha rimesso in discussione tutto al punto da sparigliare qualsiasi forza politica.
Nessuno ha avuto il coraggio di andare a elezioni anticipate, e Casini si è prontamente infilato nel rotto della cuffia.
Naturalmente non è che in casa PD le cose si stiano mettendo meglio. Anzitutto, la vittoria elettorale delle Amministrative è sotto gli occhi di tutti: il Centrosinistra ha vinto perché il Centrodestra non è andato a votare.
In termini pratici, mentre il Centrodestra tornerà alle urne se e quando ci sarà una nuova prospettiva politica credibile e vincente, il Centrosinistra deve prendere atto che non è rappresentato da Bersani.
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi e Nichi Vendola sono fortemente intenzionati a dire la propria già dalle primarie, e a ben vedere, non gli si può dare torto.
Insomma, la situazione nazionale PD è fortemente dinamica, anche se – contrariamente al PDL – si riesce a intuire in che direzione si stia portando.
E ora torniamo a Trento, dove queste riflessioni non sono certo sfuggite a nessuno.
Il Trentino non ha mai avuto un forte Centrodestra quando Berlusconi era potente, figuriamoci adesso che si prospetta una debacle.
I consiglieri di PDL e Lega sentono di poggiare i piedi sull’argilla e cominciano a fare i propri ragionamenti. Borga, Morandini e Viola stanno studiando il loro prossimo futuro politico. Casna ha fatto un discorso più mirato.
In Trentino, peraltro, anche il Centrosinistra non è mai stato forte. Mentre l’UPT è nato dalle ceneri della Margherita per accogliere tutti coloro che non volevano stare col PD, il PATT non ha mai smesso di precisare che la coalizione di governo provinciale non era di centrosinistra, ma di centro e di sinistra.
In effetti, dato che la politica trentina è storicamente di centro, i nuovi equilibri si stanno pian piano delineando in una certa prevedibile conformazione.
Tenendo conto che l’UPT porta con sé l’incognita di un partito che sta per perdere il proprio leader, Dellai, in questo momento il Centro è rappresentato dal PATT. Ed è a lui che guardano le formazioni più moderate degli altri partiti.
Se Casna riconosce nel PATT molti valori condivisibili, stesso discorso potrebbero farlo i militanti dell’UPT, quelli dell’UDC e magari altri esponenti più a destra o più a sinistra.
Insomma, poiché l’assessore Rossi ha dimostrato di essere potenzialmente in grado di assolvere bene il ruolo di governatore del Trentino, questa nuova situazione mutevole e mutante potrebbe fare il suo gioco.
L’ipotesi di raddoppiare i propri consiglieri potrebbe far rivedere le possibilità di accesso a Piazza Dante.
Comunque sia, stiamo assistendo alle prime manovre che, pur non essendo grandi manovre, stanno compiendo dei passi significativi e utili per prospettare una campagna invernale costruttiva per quanto piena di sorprese.