Giovani in azione: Nicola settin – Di Astrid Panizza
Il giovane che inventò l'«Electrowood», l'arte di creare unendo elettricità e legno

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Ci sono passioni che nascono senza nemmeno averle pensate. Scelgono loro di incrociare la nostra strada, per caso.
La storia del protagonista della settimana racconta proprio di questo.
Infatti, tutti i giorni, dopo una giornata passata nel suo ufficio facendo ricerche di mercato come business analyst, Nicola Settin si dedica a lavorare il legno in una maniera particolare, non comune, decisamente unica e inimitabile.
«Volevo usare il legno per creare qualcosa, – ci racconta Nicola. – E solo per caso ho scoperto tutto ciò.»
Questa sua passione ha deciso di chiamarla «Electrowood».
Di cosa si tratta quindi?
«Dell'effetto di un'interazione tra un piano di legno e l'elettricità. Utilizzo, infatti, l'elettricità per imprimere delle figure particolari sul legno, che si presta in maniera ottima al mio lavoro.»
Come si formano le figure impresse nel legno?
«Quando appoggio sul piano un trasformatore (la forma è quella di un piccolo chiodo) da una parte e un altro dalla parte opposta con la corrente elettrica inserita, si creano delle figure che seguono le venature del legno prendendo strade uniche volta per volta.
«Il tipo di forma però lo decido io, collegando i due punti. Il concetto è che io dò la direzione, ma le strade che segue la corrente e come si congiungono i due percorsi è un concetto ancora ignoto. Io, infatti, non conosco mai l'effetto finale.
«Al momento lavoro solo su piani di legno, ma sto studiando tecniche per poter applicare questa lavorazione anche su volumi diversi, come per esempio lampade, chiaramente sempre in legno.
«Si tratta solo di tempo da prendere per studiarci su.»
Come mai hai scelto di utilizzare questa particolare tecnica?
«È stato semplicemente un caso. A inizio 2018 mi si è rotto il microonde. Siccome io non riesco a buttar via niente senza esplorare il suo interno, l'ho smontato e ho trovato una sorta di trasformatore che, come suggerisce il nome, prende la corrente dalla presa elettrica e la trasforma, aumentandone di molto la tensione, arrivando a 2.000-3.000 Volt.
«Quello che ho deciso di fare è stato apoggiare il trasformatore collegato alla corrente su di un pianale in legno per vederne la reazione. Si tratta di un processo quindi pericoloso, a cui sono arrivato solo grazie ad esperienza che ho nel campo e usando appositi strumenti di protezione.»
Perché hai scelto il legno come materiale da lavorare?
«Secondo me il legno è un materiale fantastico, sempre vivo anche dopo decenni perché non finisce mai di muoversi.
"Pensa che una volta sono andato a reperire materiale in una segheria e mi sono state proposte delle assi in faggio con più di dieci anni, che ho accettato di buon grado. Quando ho cominciato a metterci mano per vedere cosa farne, le ho piallate per renderle dritte, poi le ho lasciate da parte.
«Dopo un paio di mesi le ho riprese in mano e si erano modificate. La particolarità di lavorare il legno è proprio quella, che il pezzo cambia, si modifica. L'elettricità in parte segue il disegno che già c'è sul legno, in parte no, quindi l'effetto cambia pezzo per pezzo.»
Quali sono le nuove frontiere di questa tua passione «inaspettata»?
«In questo momento mi sto concentrando sulla sponsorizzazione dei miei prodotti. Nello specifico sto aprendo un mercatino online sul sito "Etsy.com", piattaforma che collega artigiani a potenziali clienti in tutte le parti del mondo.
«È un'evoluzione fattibile che sento sia importante fare dopo qualche anno di esperienza fine a sé stessa. Per ora mantengo comunque il mio lavoro da business analysist, ma non escludo che in un futuro questa passione possa essere la mia occupazione principale. L'idea, infatti, è di muovermi pian piano in quella direzione.»
Astrid Panizza – [email protected]
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