Un esempio che calza alla perfezione
Transdolomites: Ferrovia Avisio e Jungfrau in Svizzera. Confronto tra territori

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Si voluto analizzare un territorio (lo Jungfrau) che da oltre 100 anni ha nella ferrovia il volano di sviluppo del turismo e cercare dei punti comuni con le valli dell’Avisio in particolare Val di Fiemme e di Fassa a forte vocazione turistica, forte pressione di traffico e presenza strutturata di impianti di risalita.
Quest’ultimo caso è esempio di territorio disconnesso, con comprensori degli impianti che non comunicano tra di loro. Abbiamo in quota comprensori sciistici che per mezzo di piste e/o sentieri permettono di spostarsi in quota da un versante all’altro, da una valle all’altra ma, a fondovalle essi non sono collegati tramite un servizio come solo la ferrovia potrebbe rappresentare.
Questo deficit di collegamento fa sì che le scelte del turista o del residente siano a compartimenti stagni perché a fondovalle lo spostamento su strada rende problematica la scelta anche nella singola giornata di optare per impianto magari presenti in valli differenti.
Un esempio: se alla mattina scelgo il Cermis, mi risulta poco appetibile immaginare di spostarmi di pomeriggio in Val di Fassa per utilizzare un altro impianto magari a Canazei.
In auto in presenza di traffico intenso si rischiano alcune ore di viaggio mentre in treno da Cavalese a Canazei l’orario di viaggio è calcolato in 20 minuti.
Questo concetto può essere «stirato» anche al di fuori delle valli. Se già al loro interno gli spazi di spostamento sono critici, immaginiamo per chi dovesse provenire dalla Val di Cembra o dalla città di Trento.
Abbattendo le barriere alla mobilità, una ferrovia tra Trento e Penia di Canazei avrebbe come risultato l’abbattimento delle barriere geografiche sul territorio che oggi persistono a causa di una mobilità tutta centrata sulla strada.
La Svizzera ci offre concretamente questo esempio ma in questo mondo si sono inseriti progressivamente anche gli impianti di risalita ed un metodo di governare non solo la mobilità sul territorio ma anche di programmare i flussi turistici.
Volgendo lo sguardo allo Jungfrau in Svizzera, si capisce come la ferrovia sia diventata la spina dorsale di una rete di trasporto intermodale che collega in modo efficiente treni e impianti di risalita. Questo sistema permette ai turisti di vivere una vacanza davvero senza auto.
Non si tratta solo di collegare le stazioni sciistiche e offrire un’esperienza treno-sci completa; oggi lo Jungfrau può sfruttare questa infrastruttura per attrarre visitatori anche in estate e promuovere la destagionalizzazione.
Il treno diventa una porta d'accesso ideale ai punti chiave del territorio, permettendo di distribuire i turisti in modo omogeneo su tutta l'area.
Questo sistema propone tour che accompagnano i visitatori per tutto il giorno, offrendo itinerari studiati per coprire l’intera valle.
Una soluzione che porta benefici concreti a tutto il territorio, rendendo più sostenibile la presenza turistica.
Ma c'è di più: grazie a questa rete intermodale, lo Jungfrau ha potuto lavorare in sinergia con la rete ferroviaria nazionale, creando collegamenti turistici che offrono ai visitatori una vacanza senza stress. I turisti possono muoversi dall’aeroporto di Zurigo a Grindelwald in tutta sicurezza senza dover affrontare le insidie delle strade di montagna, particolarmente insidiose durante l'inverno.
Questa strategia lungimirante, unita a una pianificazione turistica mirata, ha permesso di attrarre un turismo di alta gamma con una capacità di spesa superiore.
Grazie ai collegamenti con i grandi flussi internazionali, come l'asse Zurigo-Ginevra, i turisti scelgono questa destinazione per la tranquillità e la sicurezza del viaggio, il vero lusso per molti visitatori, specialmente quelli extraeuropei che rappresentano ormai oltre il 70% del flusso turistico annuo dello Jungfrau.
Questa pianificazione attenta aiuta a gestire i flussi turistici, permettendo di prevedere meglio l'affluenza e semplificando la programmazione delle aperture e l'organizzazione del personale nelle strutture ricettive.
Tutti ne traggono vantaggio: albergatori che possono pianificare e prolungare la stagione, collaboratori che trovano opportunità di lavoro più stabili, e il territorio stesso che vede ridursi l’impatto negativo del turismo, incidendo positivamente sulla qualità della vita locale.