Pensiamo seriamente al futuro della pesca sportiva in Trentino

Perché ci siamo affidati a un’equipe di esperti per adottare le scelte migliori nella gestione della pesca nel nostro territorio – Di Mauro Finotti

Tanti dubbi e voglia di certezze: la Federazione dei Pescatori Trentini pensa seriamente al futuro della pesca trentina. 
 
 PREMESSA
Partiamo dalla consapevolezza che la gestione delle concessioni dei diritti di pesca elle acque pubbliche ma anche la gestione degli aspetti sociali ed economici che competono alle associazioni è sempre più complessa e problematica.
Siamo anche consapevoli che è molto difficile trovare le professionalità all’interno delle varie associazioni, capaci di gestire gli aspetti a più elevato contenuto tecnicoscientifico.
Proprio per questa constatazione di fatto, abbiamo deciso di mettere insieme un gruppo di persone che nel loro insieme fossero in grado di rappresentare queste competenze.
Siamo consapevoli dei nostri limiti ma siamo anche consapevoli che non esiste un’unica professionalità che sia in grado da sola di coprire tutti gli aspetti legati al mondo della pesca e siamo convinti che non si può riuscire a dare tutte le risposte attese facendo riferimento ad un’unica persona. Quindi siamo convinti che possiamo riuscire a farlo mettendo attorno ad un tavolo più competenti veri, che si rendano disponibili ad aiutarci. 
 
Mauro Finotti
 
Va doverosamente sottolineato che tutti quelli che hanno aderito sapevano che lo avrebbero fatto ad esclusivo titolo gratuito, e di questo dobbiamo necessariamente porgere i nostri sentiti ringraziamenti.
Una serie di volontari, quindi, che assieme a noi, altri volontari, che lavoreranno per il futuro della pesca trentina. Noi vogliamo fare in modo che questa attività, vecchia quanto il mondo, prosegua ed anzi si potenzi magari adattandosi ai tempi che cambiano: questo è il concetto fondamentale di questo progetto.
Questo gruppo di esperti e naturalmente anche con la consulenza di altri esperti del servizio Foreste e Fauna, andranno a costituire sempre più nel futuro il nostro riferimento primario dal quale attingere le informazioni, le indicazioni i suggerimenti che via via si renderanno necessari.
Ma la cosa più importante che noi dobbiamo fare, l’obiettivo fondamentale di questa nostra visione, del nostro desiderio di costituire questo nuovo gruppo è quello di riuscire a pianificare il futuro della pesca dilettantistica trentina.
Il compito primario del gruppo di esperti è quello di aiutarci a capire attraverso quali percorsi, quali scelte, quali decisioni noi potremmo garantire una prospettiva alla pesca nella nostra provincia.
Non si occuperanno della gestione che ovviamente sarà di competenza esclusiva delle associazioni, ma avranno un ruolo esclusivamente consulenziale.
In questo contesto, il ruolo della FPT, continuerà ad essere di coordinamento, di stimolo e di collegamento con le associazioni e con la pubblica amministrazione.
 
 IL GRUPPO DI ESPERTI
Come pensiamo di organizzarci? Quali sono le componenti e le personalità alle quali noi vorremmo fare riferimento?
Partiamo innanzitutto da una persona che avrà il compito di coordinare le attività dei vari tecnici. Coordinare ma anche facilitare.
Questa persona deve essere necessariamente una persona capace di armonizzare le varie professionalità, di favorire tutti i contatti necessari per reperire informazioni e quant’altro, e abbiamo quindi pensato ad un personaggio che ha avuto una lunga esperienza nel campo sociale e politico e che è il dott. Giorgio Postal.
Lasciamo poi a lui ed agli altri componenti il gruppo di esperti a presentarci nel dettaglio le proprie esperienze. L’esigenza primaria di questa persona è quello di saper coordinare tutte le attività e tenere contatti diretti poi con la FPT e le varie associazioni.
 
La pesca è innanzitutto un’attività ricreativa che ha in sé una importantissima componente sociologica, in quanto interessa tutti i ceti sociali: giovani e vecchi, ricchi e poveri, donne e uomini, riguarda anche aspetti economici che sono riconducibili al turismo ma anche all’industria che produce tutta l’attrezzatura e tutto il materiale che serve per la pesca.
Noi riteniamo che se la pesca dilettantistica ha un problema che è quello di non aver saputo cambiare modificarsi e adattarsi alla grande evoluzione che è in essere nella nostra società. Basta pensare alle molteplici occasioni di gestione del tempo libero, che oggi ci sono in più rispetto a poche decine di anni fa.
Alla diversa attrattiva che la pesca può avere nei confronti dei giovani rispetto ad una volta, alla incapacità che forse da sempre ha ad interessare un pubblico femminile.
Quindi qui abbiamo pensato che un esperto sociologo possa essere di fondamentale aiuto per interpretare questi fenomeni.
La persona individuata che ha aderito con grande disponibilità, come d’altra parte è avvenuto per tutti gli esperti contattati , è il Prof. Antonio Scaglia, preside della facoltà di Sociologia di Trento.
 
Un settore di importanza strategica, che coinvolge in pieno i concessionari dei diritti di pesca è la gestione degli ambienti acquatici e della fauna ittica che li popolano.
Questa è materia complessa e delicata, richiede approcci tecnici che solo specialisti di settore sono in grado di dare.
Qui è indispensabile trovare risposte documentate e oggettive, riguardanti la coltivazione delle acque, le compatibilità ambientali le interrelazioni esistenti fra ambiente e fauna.
 
Altro elemento essenziale dovrà essere la sperimentazione finalizzata alla ricerca di soluzioni innovative, capaci di coniugare le aspettative dei pescatori con i vincoli ambientali.
Sperimentare significa testare diverse ipotesi, procedere con metodo, e verificare i risultati conseguiti. Per la complessità e la vastità della materia, sentiamo la necessità di fare riferimento a più esperti, individuati nel dott. Michele Caldonazzi specialista in ambienti acquatici e nella microfauna bentonica e il dott. Maurizio Siligardi, specialista in ecologia dell’acqua, che in passato ha lavorato alla stesura della prima carta ittica a fianco del dott. Alvise Vettori e attualmente insegna alla facoltà di ingegneria di Trento. I loro compiti riguarderanno gli aspetti idrodinamici.
 
All’interno delle 24 associazione che compongono la Federazione 8 gestiscono incubatoi di valle e impianti d’accrescimento e mantenimento dei soggetti destinati alla riproduzione, con l’obiettivo di produrre materiale ittico di prima qualità, con particolare riferimento alla produzione di trote marmorate e in subordine di trote fario.
Anche questa è una materia complessa che richiede conoscenze specifiche di alto livello.
Nei complessivi 12 impianti delle associazioni aderenti alla FPT stiamo lavorando per produrre tutto il quantitativo di novellame pregiato da immettere nelle acque correnti così come previsto dai piani di gestione concordati con la PAT.
Questa produzione prevede molte conoscenze, molte esperienze, da qui la necessità avere dei riferimenti sicuri. Il personaggio identificato è il dott. Fernando Lunelli, che è il dirigente responsabile dell’impianto ittiogenico della Fondazione E.Mach.
 
Fra i tecnici abbiamo inteso far partecipare anche un pescatore che avesse maturato una esperienza completa, sia per quanto riguarda i tipi di pesca, sia per quanto riguarda le acque nelle varie regioni e paesi ma che abbia anche avuto la possibilità di vivere dall’interno l’organizzazione delle associazioni.
Questa persona deve essere in grado di interpretare la pesca attuale e futura il più possibile in modo allineato alle aspettative delle nuove generazioni, senza trascurare il peso determinante di chi pratica la pesca da molti anni, con tutte le tecniche, ma in modo ragionato e compatibile con quelle che sono le reali compatibilità ambientali.
Questa personaggio è il dott. Piergiorgio Casetti.
 
Abbiamo poi qui con noi anche il dott. Ruggero Giovannini, direttore del servizio Foreste e Fauna, con il quale ci siamo sempre tenuti in contatto nei mesi precedenti, con il quale abbiamo condiviso il metodo e la sostanza e con il quale fin dall’inizio abbiamo chiarito che il nostro scopo è quello di formulare e portare avanti un lavoro con la PAT nella maniera più collaborativa ma soprattutto più propositiva possibile.
Noi vogliamo andare sempre più preparati a discutere con i tecnici della PAT per evitare di portare avanti iniziative e progetti privi di adeguato supporto tecnico scientifico. Siamo convinti che in questo spirito i nostri già ottimi rapporti possano ulteriormente migliorare. 
 

 
 OBIETTIVI E COMPITI DEGLI ESPERTI
La associazioni hanno la necessità ampliare la base sociale, aprendosi al mondo giovanile, al mondo femminile ma anche al mondo del turismo.
Come possiamo noi e attraverso quali azioni possiamo intercettare queste categorie. 
Le persone che da anni vanno a pesca rappresentano il nostro zoccolo duro quello che ci da maggior garanzia sulla continuità, la difficoltà che abbiamo è quella di intercettare queste classi che o perché non ci sono mai state o perché oggi affluiscono alla pesca in maniera del tutto inferiore rispetto al passato.
Questo è il compito che affidiamo al prof. Scaglia.
 
Per quanto riguarda l’ambiente abbiamo alcuni problemi che con l’avvicinarsi dell’autunno diventano ogni anno di attualità, che sono ad esempio i tagli: qual è il criterio giusto per effettuare i tagli lungo i fiumi.
La compatibilità ad esempio fra la fauna acquatica e i predatori della fauna acquatica che arrivano puntuali in autunno e che sono gli uccelli ittiofagi e per capire se quello che stiamo facendo va bene, visto che fra l’altro fra un anno o due sarà da rimettere in discussione l’attuale attività, vorremmo arrivarci preparati per affrontare questi incontri e trovare le compatibilità, che non significa ammazzare o distruggere, ma significa fare in modo che gli importanti investimenti effettuati, anche pubblici, che vengono fatti per proteggere queste nostre specie pregiate, non vadano completamente ad essere reso inefficace.
Un’altra delle cose alle quali vorremmo risposte sulla corretta prelevabilità, in termini di sistemi per misurare la quota parte prelevabile ma anche il tipo di pesce prelevabile, in termine di misure, strumenti, periodi di pesca.
Per questi compiti abbiamo individuato il dott. Michele Caldonazzi ed il dott. Maurizio Siligardi.
 
Per i problemi ittiogenici noi abbiamo alcune esigenze, che riguardano la cura la salute e la qualità dei pesci che produciamo.
Abbiamo già il valido aiuto del servizio veterinario, il servizio Foreste e Fauna che ancora una volta dispone di persone di eccellente livello qualitativo con le quali abbiamo rapporti molto stretti, ma nella gestione delle pescicolture c’è anche l’aspetto tecnico, cioè la gestione degli impianti e qui noi sentiamo la necessità di ottimizzare ciò che già esiste con l’obiettivo come già si diceva di raggiungere quelle quantità da produrre che siano in grado di soddisfare le esigenze delle nostre associazioni, e quindi cercando di ottimizzare i siti produttivi e di specializzarli sempre più tali siti, anche con la possibilità di interscambio di materiale e fattrici, anche per realizzare un auspicabile rinsanguamento.
Questo è il compito che noi affidiamo al dott. Fernando Lunelli.
 
Abbiamo necessità di attuare dei cambiamenti. In questo campo possono svolgere una parte significativa la semplificazione dei regolamenti, l’eliminazione delle barriere fra le varie associazioni.
Deve essere una persona capace di aiutarci ad interpretare correttamente questi aspetti avendo il coraggio di tagliare anche in modo drastico ciò che magari finora non è stato ritenuto modificabile ma che proprio anche in modo provocatorio ci aiuti a mettere in discussione concetti e preconcetti che ci stiamo portando appresso da anni.
Al dott. Piergiorgio Casetti il compito di aiutarci in questi aspetti.
 
Mauro Finotti