«Perché NON mi vaccinerò contro la SARS-CoV-2»
Par condicio: ce ne parla una persona contraria all’assunzione del vaccino
Mai come questa volta la scelta di vaccinarsi o meno contro un virus ha raggiunto livelli così elevati di antagonismo. Su Facebook, dove la gente ha meno timori a esprimere la propria soggettività sul tema, i favorevoli e i contrari si stanno scambiando insulti anche pesantissimi. Dobbiamo dire che l’opinione preferenziale è a favore dei vaccini, che però hanno creato un ambiente ostile a tutti coloro che la pensano diversamente. E questo, dal punto di vista della libertà di opinione, non è accettabile. I contrari hanno addirittura paura di ritorsioni nei loro confronti, tanto vero che la persona che si è resa disponibile a esporci le ragioni per cui non si vaccinerà ci ha chiesto di mantenere l’anonimato. Noi rispettiamo la condizione richiesta, condannando però il clima di intolleranza che si è formato tra chi è convinto di essere dalla parte del giusto e chi timidamente vuole sostenere la propria contrarietà. Il nostro giornale non è assolutamente schierato né da una parte né dall’altra. Deve essere il singolo individuo a scegliere in piena autonomia cosa fare del proprio corpo. Nel servizio precedente abbiamo intervistato il prof. Massimo Pizzato del Cibio dell’Università di Trento, ovviamente a favore. Qui diamo spazio alla signora «Emma Trentini», nome di fantasia scelto per dare un corpo a chi esprime questa opinione. |
Gentile direttore,
volentieri approfitto dello spazio concesso dalla Sua testata a chi, come me, non si farà vaccinare per il SarsCov19, ringraziandoLa innanzitutto per la rara apertura a tutte le posizioni su un tema discusso all'interno della stessa comunità scientifica del quale, però, la maggior parte dei suoi colleghi parla a senso unico, quasi che esprimere una posizione critica o farsi delle domande fosse diventato un crimine, il «pluralismo» scomparso nelle nebbie del pensiero unico.
Preavviso che, data la vastità dell'argomento, non sarà facile fare sintesi delle motivazioni che mi portano a declinare l'offerta della vaccinazione, per facilitare la lettura le dividerò in un decalogo:
1) È UNA SCELTA CHE RIGUARDA SOLTANTO ME.
A rigor di logica, questo punto sarebbe dovuto andare verso la fine del discorso complessivo, ma vista la sua importanza e il rischio che i Suoi lettori non arrivino fino alla fine, ne parlerò subito: questo vaccino NON È «STERILIZZANTE», o almeno questo suggeriscono le prime analisi. Di sicuro, come scrive l'Aifa, e come ha detto il CEO di Pfizer Albert Bourla, «è troppo presto per dire se lo sia».
Scienziati come la dottoressassa Loretta Bolgan, che ha effettuato una revisione della letteratura scientifica disponibile, sono invece più categorici: come 7 degli 11 vaccini obbligatori per l'infanzia, il vaccino Pfizer riduce i sintomi della malattia in chi lo fa, ma NON IMPEDISCE né DI CONTRARRE il SarsCov19, NÉ DI TRASMETTERLO ad altri.
Questo è un punto che dovrebbe essere molto chiaro, a chi parla di «immunità di gregge» o dice che bisogna fare il vaccino «per tutelare i più deboli». Non sarà così, o quantomeno al momento nessuno può dirlo con certezza. Se mi vaccinassi, potrei comunque contrarre il Covid19, risultare positivo ad un tampone, e anche potenzialmente trasmettere il virus ad altri. Anzi, essendo asintomatico, invece che starmene a letto, rischierei di frequentare luoghi pubblici ignorando la mia positività e diventando magari una «super-spreader».
2) RAPPORTO RISCHIO/BENEFICI.
Credo che sia la prima cosa da valutare, quando una persona SANA va ad assumere un farmaco. Quale probabilità ho che il SarsCov19 mi lasci danni irreparabili o mi uccida?
La risposta è nei dati dell'Istituto Superiore di Sanità: l'età media dei deceduti è di 80 anni, dei 737 deceduti (al 16 dicembre) sotto i 50 anni (l'1,2% dei 63.573 morti totali), soltanto 19 non avevano pregresse patologie di rilievo. Avendo io meno di 50 anni, e non avendo patologie di rilievo, la mia bilancia pende evidentemente dalla parte del NON vaccinarmi.
Se avessi 80 anni e non avessi intenzione di avere altri figli, la valutazione potrebbe essere diversa.
Probabilmente attenderei in ogni caso che ci fossero dati più certi, attesi (da autorizzazione EMA) per il dicembre 2024, quando magari vaccinarsi sarà diventato superfluo, dal momento che il virus, come hanno fatto storicamente tutti quelli simili, dovrebbe perdere pericolosità mano a mano che si replica e muta.
I ceppi più pericolosi moriranno assieme ai loro ospiti, sopravviveranno le varianti che impareranno a convivere pacificamente con l'uomo, nell'interesse biologico di entrambi. Al Covid non conviene ucciderci, perché muore anche lui.
3) LA GRAVITA' DELLA PATOLOGIA PER CUI DOVREI VACCINARMI.
La valutazione è molto simile: che probabilità ho di morire di SarsCov19? L'OMS risponde che il tasso di mortalità è dello 0,13%, riaggiornato al ribasso rispetto a quello di marzo che venne valutato de 2%.
Tanto per fare un confronto, quello della Sars fu del 9,6%, della Mers del 34,4%, di Ebola del 50%, della Peste del 60%.
Fermo restando che OGNI decesso è una tragedia, per chi lo vive e per i suoi amici e famigliari, rischiare un danno vaccinale per una patologia con una mortalità modesta, non mi pare valga la pena.
Ovviamente il rischio ZERO non esiste, né da una parte, né dall'altra. Dovendo scegliere dove puntare i miei 50 cent, preferisco rischiare che sia fatalisticamente la natura a fare il suo corso, piuttosto che essere causa diretta, vaccinandomi, di un eventuale danno.
4) L'ASSOLUTA NOVITÀ DEL TIPO DI VACCINO UTILIZZATO.
Pfizer/BioNtech, per la prima volta nella storia (così come Moderna e CureVac) utilizzerà per «vaccinare» (ma secondo diversi scienziati non si tratta nemmeno di «vaccini» ma di «terapia genica») una tecnologia che, introducendo nel corpo dell'mRNA messaggero, lo indurrà a produrre da solo la famosa proteina Spike, che a sua volta dovrebbe stimolare il sistema immunitario a distruggerla, distruggendo anche l'analogo Coronavirus.
Una terapia totalmente nuova, sperimentale, tant'è che sulla confezione del vaccino compare un triangolino nero rovesciato, tipico dei prodotti che devono ancora terminare la fase di sperimentazione su larga scala. Il vaccino è autorizzato con procedura «subordinata a condizioni», ciò significa - come è scritto sul bugiardino - che devono essere forniti ulteriori dati e che l’Agenzia europea dei medicinali esaminerà almeno annualmente le nuove informazioni, aggiornando le caratteristiche del prodotto se necessario.
Tradotto: siamo di fronte alla più larga sperimentazione su base «volontaria» di un prodotto OGM in ambito umano.
5) C'È IL RISCHIO CHE MODIFICHI IRRIMEDIABILMENTE IL DNA?
Essendo la terapia a mRNA modificato totalmente nuova, nessuno può dirlo con certezza. I geni sintetici che vengono iniettati, e che penetrano nelle cellule umane portandole a produrre la proteina Spike, non dovrebbero, teoricamente, entrare nel nucleo e modificare il DNA, come si stanno affannando a replicare esperti e consulenti internazionali delle aziende produttrici e dei governi che hanno già acquistato i loro vaccini.
Ma il punto è tutt'altro che assodato: un meccanismo che è valso nel 2006 il Nobel ad alcuni ricercatori USA, l'«interferenza dell'RNA», dimostrerebbe invece, senza entrare nei dettagli tecnici, il contrario: attraverso il meccanismo del silenziamento genico mediato dall'iRNA, i vaccini a mRNA hanno la capacità potenziale di modificare il DNA umano, inducendo o silenziando diversi geni del nostro genoma, una modifica irreversibile che si trasmetterebbe alle prossime generazioni.
L'ex vicepresidente e direttore scientifico del reparto allergie e patologie respiratorie Pfizer, dr. Michael Yeadon, che ha lasciato la società nel 2011, ha presentato a inizio dicembre assieme al socialdemocratico pneumologo tedesco dr. Wolfgang Wodard, docente universitario già presidente della Commissione per la Salute dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, una domanda urgente all'Agenzia europea dei medicinali (vedi) chiedendo, in un documento di 43 pagine, la SOSPENSIONE IMMEDIATA della sperimentazione europea sul vaccino Sars-CoV-2, in particolare quello Pfizer, «fino a quando non sarà disponibile uno studio che affronti i gravi problemi di sicurezza espressi da un numero crescente di scienziati rinomati che sono scettici sulla velocità con cui i vaccini vengono sviluppati».
PETITIONER: December 1, 2020 CO-PETITIONER: TO: European Medicines Agency Committee for human medicinal products (CHMP) 1083 HS Amsterdam – Dryburgh Because of the compelling need to ensure the safety and efficacy of any COVID-19 vaccine licensed by the EMA (and/or the German Paul-Ehrlich-Institut), and to allow Petitioner the dryburgh.com
6) ESISTE IL RISCHIO DI INFERTILITÀ?
È uno dei rischi principali sottolineati dai sovracitati Yeadon e Wodard, ma non solo: la proteina Spike che il vaccino induce il nostro corpo a produrre e il nostro sistema immunitario ad attaccare, è molto simile alla SINCITINA, una proteina determinante per lo sviluppo della placenta.
Secondo diversi scienziati, è concreto il rischio che il corpo, in caso di gravidanza, attacchi «per errore» la placenta, portando all'aborto. Il bugiardino Pfizer rimarca come «non siano stati rilevati problemi di fertilità, gravidanza o sviluppo embrionale/fetale negli esperimenti condotti coi ratti».
Le autorità sanitarie del Regno Unito hanno però sconsigliato alle donne in gravidanza o che la stanno programmando di sottoporsi alla vaccinazione, e altri scienziati (Dunlap KA, Palmarini M, Varela M, Burghardt RC, Hayashi K, Farmer JL, and Spencer TE.) hanno viceversa rilevato aborti nella gestazione di pecore, o specificato che i geni della sincitina presenti in umani e primati del Vecchio Mondo differiscono dai geni Env presenti nei roditori, dunque poco dimostrerebbero gli studi condotti soltanto su topi e criceti (Susanne Rauch, Nicole Roth, Kim Schwendt, et al.).
Nel dubbio, essendo io ancora in età fertile, preferisco applicare il principio di precauzione. Come ha dichiarato anche il giornalista Paolo Mieli: «Se fossi più giovane e dovessi fare figli, sarei molto più cauto, la procedura ha avuto qualcosa di sospetto e frettoloso» (riferito alle dichiarazioni e controdichiarazioni delle case farmaceutiche sulle percentuali di efficacia e l'effetto sui titoli in borsa).
7) PUÒ IL VACCINO AUMENTARE INVECE CHE RIDURRE I RISCHI?
Anche questo è un problema segnalato - fra gli altri - da Yeadon e Wodard, ovvero la possibile formazione di «anticorpi non neutralizzanti», che possono portare ad una reazione immunitaria esagerata quando il vaccinato si trova di fronte a un virus simile a quello per cui è stato vaccinato (per esempio, una delle tante mutazioni già rilevate, che fanno sì che oggi ci siano diversi Coronavirus in circolazione, diversi da quello originario di Wuhan).
Un problema già emerso in studi che hanno coinvolto altri coronavirus, e che hanno portato al fallimento di tutti mi tentativi di trovare un vaccino efficace contro Sars, Mers, HIV... tutti virus a RNA che hanno la caratteristica di variare rapidamente.
Praticamente, ci si vaccina con un prodotto realizzato a partire dal coronavirus di Wuhan del 2019, ma oggi il corpo si trova a combattere con la versione 2021, col rischio che i suoi anticorpi, già «legati» con il SarsCov-19, non si accorgano del nuovo virus, lasciandogli campo libero.
Il fenomeno dell'interferenza virale era già stato denunciato per il vaccino influenzale, che secondo uno studio del 2017 del Dipartimento della Difesa USA, ad esempio, aumentava del 36% il rischio di altri virus respiratori, fra i quali quelli della famiglia dei Coronavirus (allora, il SarsCov-19 ancora non esisteva).
8) I RISCHI DI EFFETTI AVVERSI «TRADIZIONALI».
Il «bugiardino» di Comirnaty, il vaccino Pfizer, elenca RISCHIO DI ANAFILASSI (shock anafilattico); TROMBOCITOPENIA (detta anche «porpora», il rischio, cioè, che si riducano le piastrine nel sangue probabilmente a causa della formazione di auto-anticorpi, con la formazione di lividi e il rischio di emorragie anche fatali); REAZIONI DA IPERSENSIBILITÀ AL PRINCIPIO ATTIVO o ad uno qualsiasi degli ECCIPIENTI (visto che non ho mai fatto test di sensibilità a queste componenti, non posso escludere il rischio, come buona parte degli italiani), e poi le solite: dolore in sede di iniezione (>80%), stanchezza (>60%), cefalea (>50%), mialgia e brividi (>30%), artralgia (>20%), piressia (febbre, soprattutto dopo la seconda dose) e tumefazione in sede di iniezione (>10%), ma anche nausea, insonnia, linfoadenopatia, cefalea, PARALISI FACCIALE (ci sono stati 4 casi su 9.531 pazienti trattati con Comirnaty).
Questo vaccino, diversamente rispetto ai vaccini tradizionali, contiene anche polietilenglicole (PEG), sostanza contro cui il 70% delle persone sviluppa anticorpi. Questo significa che alla vaccinazione molte persone potrebbero sviluppare reazioni allergiche, potenzialmente fatali.
Questo elenco riguarda, però, soltanto i danni «immediati». Per quelli a medio e lungo termine, NON CI SONO STUDI, ovviamente, perché non c'è stato il tempo di farli. I «critici» temono soprattutto reazioni autoimmuni (che possono causare allergie, asma, celiachia, diabete, lupus, SLA, sclerosi multipla, Sindrome di Guillain-Barré, artrite reumatoide, malattia di Kawasaki...) e tumori/leucemie, che saranno impossibili da correlare alla vaccinazione, a distanza di anni.
Sul bugiardino è scritto: «Non sono stati condotti studi di genotossicità o sul potenziale cancerogeno». Non lo trovo rassicurante.
8) CHI SI ASSUME I RISCHI, NEL CASO MI SUCCEDESSE QUALCOSA?
Non certo le case produttrici, totalmente sollevate da responsabilità e risarcimenti, salvo in casi di evidente malagestione del vaccino prodotto. Se ci saranno effetti avversi, pagherà lo Stato. Esiste una legge apposita per i risarcimenti dei danni vaccinali, la 210/1992, che ha mostrato negli anni di essere molto raramente applicata: intanto è difficilissimo farsi riconoscere un danno da vaccino (esiste un apposito algoritmo dell'OMS che esclude il nesso se esiste una qualsiasi altra concausa, da una patologia pregressa all'assunzione di altri farmaci), anche perché i medici hanno sempre più paura ad esporsi al rischio di essere etichettati come «novax», dati i recenti procedimenti disciplinari e radiazioni verso chi ha espresso dubbi sull'argomento.
Se poi, dopo anche decenni di battaglie legali contro l'avvocatura di Stato, si arriva a una sentenza favorevole, spesso lo Stato non paga comunque.
Molto di recente è stata bocciata in Parlamento una proposta di legge che voleva sbloccare proprio questi pagamenti in favore dei danneggiati. Chi riportasse dei danni, rischia di ritrovarsi cornuto e mazziato, senza nemmeno un risarcimento.
9) LA DURATA DELLA PROTEZIONE OFFERTA DAL VACCINO NON È NOTA.
È scritto chiaramente sul bugiardino ed è anche ovvio, essendo passati pochi mesi dall'arrivo della pandemia e ancor meno del vaccino. Ancora non ci sono certezze nemmeno sulla durata degli anticorpi «naturali»! Oltretutto, c'è il grosso problema della variabilità dei virus a RNA, lo stesso problema che fa del vaccino antinfluenzale uno dei meno efficaci e che obbliga a rifarlo ogni anno: siccome il virus muta, bisogna rifare anche il vaccino, e sperare di «indovinare» la variante giusta, che potrebbe anche mutare ancora, nel tempo di produzione, distribuzione e somministrazione del vaccino.
Insomma, si rischia di continuare a rincorrere un nemico che è sempre un passo avanti... In più, sempre per ammissione del produttore, non vi sono certezze sulla protezione in persone immunocompresse (come molti anziani...), in under 12 (esclusi dalle sperimentazioni) e in persone che hanno già contratto il Covid, e il vaccino non deve essere miscelato con altri medicinali (pillola anticoncezionale compresa, se volessi usarla per evitare una gravidanza che potrebbe essere rischiosa col vaccino...).
Tutti motivi che mi fanno dubitare di efficacia e sicurezza di un'eventuale assunzione.
10) TEMPI TROPPO RISTRETTI, IO NON MI FIDO!
Normalmente, per sviluppare e testare un vaccino, ci vogliono anni. Dai 2 ai 5 per la ricerca preliminare, anche 10 fino allo sviluppo completo del prodotto e la verifica della sua sicurezza ed efficacia.
Questa volta, è stato fatto tutto di corsa, in una gara fra aziende che si sono sfidate in laboratorio e in borsa. Nemmeno mi rassicura che l'amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, abbia venduto due terzi delle sue azioni della società, nello stesso giorno in cui la società annunciava l'efficacia del vaccino al 90%... Se hai in mano azioni di un prodotto che tutti vogliono in giro per il mondo, perché vendere? Teme che possano crollare, per qualche motivo? Questa battaglia commerciale non mi pare sia nell'interesse della sicurezza dei cittadini, quanto piuttosto dei portafogli degli azionisti...
Vorrei aggiungere un ultimo motivo, stavolta non sanitario: da persona libera nata e cresciuta in un paese democratico, non mi piace affatto la deriva autoritaria che sto vedendo: persone che vengono valutate e divise sulla base di un farmaco che assumono o non assumono, censure online sempre più frequenti, notizie che sulla stampa passano o non passano a seconda della convenienza (tutti a mettere in prima pagina le presunte minacce alla prima infermiera vaccinata, ad esempio, nessuno che abbia dato la stessa evidenza alla smentita della stessa, che ha diffidato il Messaggero dal diffondere questa «fake news», chiarendo di non aver ricevuto minacce di sorta...), una concentrazione editoriale che sta cancellando il pluralismo (ben vengano testate come l'Adigetto.it), minacce di licenziamento per chi non si vaccinerà, previsioni di patentini per chi si vaccina, di registri di chi non lo fa, punizioni come il divieto di salire su un autobus o un aereo o andare al ristorante...
Oltretutto per un vaccino che, ribadisco il punto 1, non impedirà la trasmissione del virus ma ridurrà i sintomi solo in chi lo farà. Ma anche fosse, nei paesi democratici occidentali dal dopoguerra in poi è stato sacro il principio che non si può sacrificare il singolo in nome del presunto «bene collettivo».
Questo è un ragionamento da dittatura, che rifiuto totalmente. Come sancisce la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948, come certificano la Costituzione, (art.32), il Codice di Norimberga, il Trattato di Oviedo e altre carte nate dal dopoguerra, ogni individuo deve avere il diritto di decidere sul SUO corpo, che si tratti di fine vita, aborto o vaccini. Autodeterminazione. Anche perché quello che oggi la Scienza (o meglio, la politica, perché la metà dei sanitari non vuole vaccinarsi...) spaccia per l'unica verità, domani potrebbe rivelarsi un tragico errore. Che ognuno deve commettere, eventualmente, in piena libertà.
Il CONSENSO informato è sacro. O, come dicevano le femministe una volta, «il corpo è mio e decido io».
Cordiali saluti, Emma Trentini.