La storia della Cassa Rurale e della sua comunità
E' la «Strenna 2010», riservata ai soci della Cassa Rurale di Trento

La Fondazione museo storico del
Trentino, nella persona del direttore Giuseppe Ferrandi, la Cassa
Rurale di Trento e Fondazione omonima, nella persona del presidente
Giorgio Fracalossi, hanno realizzato un libro fotografico curato
dallo storico Alberto Ianes e un video documentario dove sfilano
numerosi testimoni del tempo scovati dal regista Lorenzo
Pevarello.
Stamattina la presentazione e la proiezione al cinema Astra di
Trento.
«La Cassa Rurale è cresciuta molto in dieci anni - ha ricordato il
presidente Giorgio Fracalossi - il patrimonio è passato da 73 a 130
milioni di euro, ma il patrimonio vero è il rapporto con la
comunità, le radici su questo territorio». Parole di condivisione
sono venute anche dal sindaco di Trento Alessandro Andreatta e dal
presidente del consiglio comunale Renato Pegoretti.
Il libro «Cuore di comunità - alle radici della Cassa Rurale di
Trento», dello storico Alberto Ianes, ripercorre fino al 1950 la
storia delle Casse Rurali che hanno dato origine a quella di
Trento.
Quattro realtà distinte. In ordine di nascita: Povo, Villazzano,
Vigo Cortesano e Sopramonte. Banche che rimasero autonome e
separate dal 1896 al 1950 e per un lungo tratto ancora, prima di
iniziare il processo di unificazione.
Il passo di avvio era stato compiuto nel dicembre 1992 tra le Casse
di Povo e Vigo Cortesano. Era seguita la fusione, nel 2000, tra la
Cassa Rurale di Povo-Vigo Cortesano e la consorella
Villazzano-Trento da cui era nata la Cassa Rurale di Trento. Un
appendice è poi stata vissuta nel 2009: la Cassa di Sopramonte
viene incorporata in quella di Trento.
«I dodici capitoli del volume rappresentano un intreccio
inscindibile tra storia economica e della cooperazione, storia
sociale e politica di Trento e dei suoi «contorni» come un
intellettuale dell'epoca amava definire le aree contermini al
tessuto cittadino - si legge nella presentazione. - Interessarsi di
quest'esperienza comunitaria ha voluto dire intersecare spaccati di
vita rurale, intercettare momenti di vita quotidiana, di storia
sociale di una comunità, di più realtà in movimento. Ha significato
recuperare l'immaginario collettivo, rappresentare la storia della
mentalità di quegli uomini e di quelle donne che hanno ricercato il
loro riscatto non solo affidandosi alla via semplificata
dell'emigrazione ma trovando un ancoraggio in strumenti autentici
di sviluppo locale come le Casse Rurali».
Il linguaggio adottato è semplice, l'approccio scientifico ma non
troppo accademico. Il 1950 è la soglia temporale del primo volume.
Il secondo, quello della contemporaneità, si protrarrà fino ai
tempi di oggi. Il testo scorre tra immagini raccolte, selezionate e
accostate con cura da Sonia Pinato, storica della fotografia e
collaboratrice del Museo Storico del Trentino.
Al libro si unisce il video-documentario «Testimoni di
cooperazione: la Cassa della città e la sua gente»: racconta alcuni
momenti fondamentali della storia del Novecento del Trentino e del
capoluogo.
Il cuore del lavoro è rappresentato dalla dozzina di
interviste con altrettanti «testimoni»: le sorelle Benigni della
omonima libreria che si affaccia su piazza Duomo, Cornelio Betta,
Dora Laura Moser, Erino Tomasi, Gino Dorigatti, Giovanni Gaddo,
Giuseppe Zoccante, Iole Furlani, Ferdinando Nardelli, Paolo
Nicolini e Rita Groff.
La metodologia seguita dal regista, Lorenzo Pevarello, è quella
della storia di vita: dai ricordi di bambino, sino ai fatti più
recenti, il testimone ripercorre i momenti più significativi della
propria esistenza terrena.
Attraverso una coralità di voci si cerca di far rivivere, da punti
di vista differenti, alcuni "snodi» fondamentali della storia del
Trentino del '900.
Dal Trentino degli anni '20 (preindustriale) passando attraverso la
Guerra si entra nella modernità con la nascita dell'Università e le
trasformazioni del territorio.
Il documentario è la punta di un iceberg di storie, fatti, aneddoti
e non esaurisce minimamente le esperienze dei testimoni che sono
integralmente racchiuse nelle singole interviste, entrate a far
parte dell'archivio della Fondazione Museo Storico del
Trentino.