Il Centro Santa Chiara non gestirà più la Trentino Music Arena
È stata la causa principale della perdita d'esercizio di oltre due milioni di euro
Bisogna dire che l’allora presidente del Centro Culturale Santa Chiara Sergio Divina aveva commentato duramente l’idea che il Centro Santa Chiara dovesse gestire la Trentino Music Arena.
Poi Divina si era dimesso e le cose sono andate avanti senza di lui.
Ma aveva ragione, anche se forse non aveva capito perché. La gestione di uno spazio spettacoli così lontano dalla logica gestionale del Centro Santa Chiara – che per quanto «economico» è pur sempre un ente pubblico – non poteva disporre di una agilità manageriale tale da potersi sostituire a un soggetto economico privato.
Si provi a pensare a un altro evento importante come quello di Vasco Rossi. Per farlo si devono rispettare i tempi delle grandi celebrità. Dobbiamo fare la coda. Tempo minimo due anni, a volte anche tre.
E questo può farlo solo un privato già abituato a ragionare per anni.
Ma soprattutto il Centro non può assumersi il rischio commerciale proprio delle grandi agenzie di produzione spettacoli.
Quindi, oltre all’azzeramento del Consiglio di Amministrazione che verrà sostituito dal 19 novembre per sei mesi dalla dottoressa Maria D'Ippoliti in veste di Commissario straordinario, la prima iniziativa che ha in programma l’assessore provinciale alla Cultura Francesca Gerosa sarà quella di togliere al Santa Chiara l’onere di gestione della Trentino Music Arena.
Lo ha detto la stessa Gerosa a margine della Giunta Provinciale.
Un passo secondo noi fondamentale per la riorganizzazione dell’Ente. La dottoressa D’Ippoliti, in quanto manager amministrativa, potrà mettere mano all’organizzazione del Centro (cosa che andava fatta comunque, anche senza la perdita straordinaria), ma non si occuperà di management imprenditoriale.
Il Santa Chiara deve restare l’Ente di Gestione nato nel 1990 per intuizione dell’allora sindaco di Trento Adriano Goio: sapersi amministrare bene, anzitutto, è procedere alla produzione artistica secondo le proprie capacità.
Dagli originali 350 milioni di Lire di bilancio del 1990 si è passati ai quasi 10 milioni di oggi. Abbiamo fatto grandi passi avanti, ma non si deve correre il rischio di farne più lunghi della gamba.
GdM