L'impianto dei Lavini visitato dai capigruppo della Comunità
È esempio di come anche una discarica possa attenuare l’impatto ambientale

La discarica dei Lavini, interamente progettata dall’Ufficio Tecnico dall’allora Comprensorio della Vallagarina che ne ha curato anche la direzione dei lavori, e che la Provincia ha dato in gestione alla Comunità della Vallagarina, sebbene datata negli anni (la costruzione è stata conclusa nel 1999), rimane comunque un modello per la tutela della falda acquifera e il controllo delle emissioni gassose.
L’impianto è stato oggetto nei giorni scorsi di una visita da parte di alcuni capigruppo della Comunità.
A visitare l’impianto erano presenti Paolo Batocchi presidente della Commissione Ambiente della Comunità, Carlo Rossi e Ruggero Pozzer e a fare da “ciceroni” per la Comunità c’erano: l’Assessore all’Ambiente Roberto Bettinazzi , il tecnico Sandro Barberi e Katiuscia Prosser.
Visita importante che ha spiegato come il compendio «discarica» sia da considerare un vero e proprio impianto di trattamento e smaltimento.
Ogni giorno all’impianto/discarica «Lavini» di Marco arrivano mediamente 100 automezzi che conferiscono varie tipologie di rifiuti compresi nelle categorie dei RSU (rifiuti solidi urbani), derivanti dalle utenze domestiche e dei RSAU (rifiuti speciali assimilabili agli urbani) derivati dalle attività industriali, artigianali e commerciali.
Nella discarica dei Lavini secondo quanto previsto dal Piano Provinciale vengono conferiti i rifiuti urbani e speciali assimilabili provenienti dal territorio della Comunità della Vallagarina, della Comunità degli Altipiani Cimbri (Folgaria Lavarone e Luserna) ed anche i rifiuti urbani e speciali assimilabili prodotti nei territori delle Comunità della Valle di Cembra, Valle di Laghi, Paganella, Rotaliana, Comunità della Valle di Fassa, Comune di Lasino e i rifiuti speciali assimilabili del comune di Trento.
Nel bacino di smaltimento definitivo della discarica vengono conferite circa 45 mila tonnellate annue di rifiuti trattati delle quali 24.000 della Vallagarina: un dato positivo se pensiamo che il conferimento è pressoché dimezzato rispetto a 10 anni fa, grazie ad una raccolta differenziata che in Vallagarina è in media del 64%.
La discarica dei Lavini è essenzialmente costituita da un’ampia area destinata a servizi, operazioni di trattamento cernita e deposito provvisorio dei rifiuti e da un bacino di stoccaggio definitivo dei rifiuti non riciclabili.
Ogni automezzo in ingresso alla discarica viene registrato e pesato in entrata e in uscita.
Sempre all’uscita è previsto il passaggio attraverso una piattaforma attrezzata al lavaggio e sanificazione delle ruote per gli automezzi che conferiscono tipologie di rifiuti per i quali non sono previste lavorazioni da effettuare nelle piattaforme di trattamento e devono necessariamente scaricare nel bacino di smaltimento.
Nel bacino di stoccaggio definitivo (smaltimento) vengono conferiti: rifiuti solidi urbani (secco/residuo) sottoposti a trattamento di triturazione e successiva biostabilizzazione; rifiuti solidi urbani di tipo ingombrante sottoposti a trattamento di cernita e triturazione prima dello stoccaggio definitivo in bacino; rifiuti speciali assimilabili (derivanti da processi produttivi e commerciali) sottoposti a trattamento di cernita e triturazione prima dello stoccaggio definitivo in bacino.
L’area dei servizi comprende zone specificamente autorizzate dedicate allo stoccaggio provvisorio, selezione e trattamento dei rifiuti provenienti dalle raccolte differenziate.
Il rifiuto trattato (umido organico, carta, multi materiale leggero, vetro, ferro, legno, verde e ramaglie, rifiuti urbani pericolosi e rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) viene infine conferito agli impianti autorizzati al riciclaggio.
Lo scorso anno la discarica ha fruttato 600 mila euro attraverso il recupero di biogas.
Va detto infatti che una delle principali problematiche delle discariche è dovuta all’inquinamento dell’aria da parte di un gas liberato per effetto della decomposizione e fermentazione in assenza di ossigeno dei rifiuti a base organica stoccati nella discarica.
Ai Lavini il gas emanato, contenente in gran parte metano, viene recuperato a fini energetici, con l’ausilio di un impianto di captazione e aspirazione e di un cogeneratore per la produzione di energia elettrica.
Un gigantesco motore a scoppio di fabbricazione navale con 20 cilindri che funziona ininterrottamente 24 ore su 24.
Nel 2011 sono stati recuperati 4.551.653 mc. di biogas che sono stati trasformati in 8.539.155 kW/h.
Per quanto riguarda invece la salvaguardia delle falde, questa è garantita dalla realizzazione di un sottofondo multistrato composto da un primo strato di argilla compattata alta un metro, a seguire un telo in geotessuto, un doppio telo impermeabile in polietilene ad alta densità, un materassino bentonitico, uno strato di sabbia, una rete drenante per la captazione del percolato e infine uno strato drenante di ghiaione.
Il percolato prodotto dalla disgregazione della parte organica e in gran parte dalla pioggia caduta nel bacino di smaltimento viene captato dalla rete drenante, convogliato e raccolto nella vasca stagna di stoccaggio provvisorio, per il successivo invio al depuratore tramite conduttura forzata.
Nel 2011 la produzione del percolato smaltito è stata di 34.708 mc.
La riduzione della massa dei rifiuti conferiti grazie alla raccolta differenziata ha prolungato la vita della discarica rispetto alle previsioni originarie.
Inoltre con i lavori di riarginatura e riprofilatura da poco iniziati e l’autorizzazione dell’innalzamento della quota finale, la vita della discarica si è allungata di qualche anno (si stima circa 3 anni).
Col rimodellamento della sua «sagoma», si è ottenuto un aumento ulteriore della capienza, sia pure marginale. La volumetria totale autorizzata è di 1.205.000 metri cubi.
Da un rilievo topografico eseguito nel febbraio scorso il volume occupato era di 1.004.000 mc.
Considerando le quantità successivamente conferite rimangono quindi ancora a disposizione circa 155.000 mc.
La comunità della Vallagarina ha già messo in bilancio i fondi necessari a effettuare la bonifica del sito.