Punto d’incontro per le diverse (e nuove) povertà
Nel 2010, i 21 dipendenti e i 40 volontari della cooperativa di via Travai hanno aiutato 1.400 persone, in larga maggioranza stranieri

Alle povertà venute alla luce fin
dai primi anni 2000 si stanno sommando nuove forme di povertà.
La crisi, il crollo dell'occupazione, i flussi migratori hanno
allargato il campo del bisogno e dell'emarginazione.
Tra i nuovi poveri, oggi, rientrano gli anziani con pensioni
minime, i disoccupati, i cassa integrati che non arrivano alla fine
del mese.
Sarebbero un centinaio le persone che nella sola città di Trento
dormono in situazioni di fortuna.
In prima linea in Trentino nella ricerca di risposte e soluzioni a
favore dei soggetti più deboli è dal 1979 il Punto d'Incontro,
cooperativa sociale con sede in via Travai.
Sono state oltre 1.400 nel 2010 le persone che si sono rivolte alla
cooperativa per ricevere aiuto: un pasto, un letto nel dormitorio
per la notte, una doccia, un vestito, un inserimento
lavorativo.
Tra le persone assistite quattro su cinque sono straniere. Le donne
sono una minoranza: 123.
L'età media è di 39 anni, ma tutte le fasce d'età - dai 18 ai 65
anni - sono rappresentate in maniera abbastanza omogenea.
Silvia Sandri, presidente del Punto d'Incontro,
ricorda che le caratteristiche dell'azione della cooperativa sono
attenzione, cura e rispetto per la persona.
I servizi offerti sono a bassa soglia: chi ha bisogno di una mano,
viene subito aiutato, senza formalità.
Al personale, composto da 21 dipendenti, si affiancano 40
volontari, che garantiscono i servizi della cooperativa dal lunedì
al sabato, più Natale e Pasqua.
Il settore che assorbe maggiore impegno è quello
dell'accoglienza.
Le persone che si rivolgono alla cooperativa spesso ritornano.
Nel 2010 più della metà dei soggetti che hanno ricevuto aiuto erano
già passati da via Travai l'anno precedente.
«È il segno - spiega il direttore Alberto
Cortelletti - che gli stati di necessità si prolungano nel
tempo e che si fa fatica ad uscirne.»
Fanno capo all'accoglienza anche i servizi docce (in media 35 al
giorno) e guardaroba, del quale hanno beneficiato lo scorso anno
537 persone, che hanno ricevuto abiti usati e scarpe.
Molti sono anche quelli che ricorrono alla mensa della cooperativa,
che distribuisce su più turni 150 pasti al giorno. Il cibo è
servito dai volontari al tavolo per creare il clima della comunità
e allontanare l'idea del self service.
A Ravina il Punto d'Incontro tiene aperto dall'1 dicembre al 30
aprile un dormitorio con 10 posti, regolarmente occupati.
Gli utenti sono nella quasi totalità stranieri.
Del resto il problema della casa è tra i più sentiti tra quanti si
rivolgono alla cooperativa: sono una piccola minoranza quelli che
hanno una sistemazione abitativa stabile.
Altro problema pesante è la disoccupazione.
Sono in aumento tra gli utenti della cooperativa le persone senza
un impiego.
Solo una decina, con problemi di dipendenza o disagio psichico,
possono essere inserite nel laboratorio di via Maccani, che opera
nei settori della falegnameria, restauro e artigianato
artistico.
A ciascuno vengono assegnate le mansioni che più si adattano al suo
profilo umano e professionale.
L'esperienza si dimostra di solito positiva, ma gli sbocchi non
sono garantiti, lamenta il direttore Cortelletti.
Complice anche la crisi, le aziende assumono con il conta gocce,
più spesso tagliano sui dipendenti.
C. Corradini