Il futuro del Trentino, fra crisi e autonomia/ 2 – Di Nadia Clementi

Ne parliamo con l’assessore all’urbanistica, enti locali, lavori pubblici e viabilità, dott. Mauro Gilmozzi, candidato alle Primarie provinciali per il Centrosinistra

Come abbiamo anticipato, parleremo con tutti i candidati alla presidenza della Provincia autonoma di Trento.
Il Dott. Mauro Gilmozzi è candidato alle primarie del Centrosinistra insieme ad altri politici della sua coalizione. Colui che uscirà vincente candiderà per la guida del Trentino per i prossimi cinque anni.

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Visione, passione e concretezza sono i caratteri che più mi contraddistinguono. Da quando sono entrato in politica, prima come Consigliere comunale, poi come sindaco di Cavalese, il mio obiettivo è stato quello di avvicinare la politica al cittadino.
Assessore provinciale dal 2003, le mie competenze in ambito urbanistico e ambientale mi hanno permesso di promuovere leggi fondamentali per la salvaguardia del territorio, come il nuovo PUP.
Inoltre mi piace ricordare il riconoscimento delle Dolomiti a patrimonio dell’umanità o l’istituzione della Step, scuola per il governo del territorio e del paesaggio.
Mi sono occupato di sfide difficilissime, come l'attuazione della riforma istituzionale o il piano di riduzione della spesa della Pubblica Amministrazione.
Penso, insomma, di aver vissuto, insieme a Lorenzo Dellai ed alla nostra coalizione, una stagione positiva per il Trentino, un’esperienza di innovazione e modernizzazione, nel solco di una grande tradizione di buon governo dell'Autonomia.
 
Il mio pensiero per il futuro é sintetizzabile in una frase: «Prima i nostri figli». È a loro che dobbiamo garantire un avvenire di qualità.
Il primo obiettivo: costruire insieme un patto per il lavoro, l'economia, l'impresa. I profondi mutamenti economici e le ristrettezze finanziarie che stiamo vivendo, devono essere vissuti con preoccupazione, ma anche come opportunità: per investire sui giovani e le loro idee, per sostenere l'internazionalizzazione delle imprese, per rafforzare settori strategici come turismo e agricoltura, per rilanciare la cooperazione riscoprendone i valori delle origini e per mettere in campo una nuova creatività imprenditoriale, per ridurre la pressione fiscale e la burocrazia.
 
Il secondo obbiettivo: valorizzare la conoscenza, la competenza, il talento, quali risorse principali per creare qualità della vita nelle comunità, generare innovazione, valorizzare l’esistente e costruire uno sviluppo appropriato in cui la parola ecologia assuma il significato di opportunità e non di limite.
 
Il terzo obbiettivo: Autonomia, identità e cultura per rafforzare il senso ed il ruolo della Comunità Autonoma del Trentino. Per dare spazio ad un'idea di Trentino che fa sistema, che si sente territorio alpino e non area metropolitana, che fa rete, a partire dalle numerose associazioni di volontariato.
Nato a Cavalese, ho 55 anni e sono laureato in economia. Con mia moglie Claudia e i miei figli Andrea e Riccardo vorrei trascorre più tempo: rinuncia che facciamo volentieri a beneficio di un impegno politico per la collettività.

Mauro Gilmozzi 

Assessore Gilmozzi, anzitutto le chiediamo di fare un riassunto commentato della sua esperienza da assessore provinciale, dotato di deleghe molto importanti, come gli Enti Locali. Cosa è cambiato in Trentino in questi ultimi cinque anni?
«Cosa è cambiato in Trentino in questi ultimi cinque anni? Tutto, come del resto in Italia ed in Europa. La crisi economica sta mettendo in evidenza un paradigma nuovo. La nostra società, che nel dopoguerra da povera è diventata benestante, inseguendo alcuni grandi obbiettivi, come il lavoro fisso, la casa, la pensione, far studiare i figli, ora fa i conti con un processo inverso in cui dominano incertezze, precarietà, difficoltà finanziarie.
«Siamo preoccupati per i nostri figli e nipoti, per il loro futuro. In questo contesto il Trentino ha saputo usare bene gli strumenti dell'Autonomia, garantendo standard ambientali, territoriali, sociali e formativi di livello europeo. Ed anche nella crisi il sistema trentino ha saputo reagire meglio delle altre Regioni.»
 

 
Qual è il risultato che l’ha gratificata di più?
«Sono più d'uno. Il Piano Urbanistico Provinciale; la nascita della scuola per il governo del territorio ed il paesaggio; il riconoscimento delle Dolomiti Patrimonio dell'umanità; Il Patto di Milano con cui abbiamo rinegoziato per tempo con lo Stato, finanza e nuove competenze come università e ammortizzatori sociali; le manovre anti crisi e la semplificazione normativa in particolare per l'edilizia; la nascita dei poli tecnologici; i primi risultati del piano di riduzione e qualificazione della spesa pubblica; il trasferimento della finanza provinciale per le opere sovra comunali ai Sindaci tramite le Comunità di Valle, (mai più Sindaci con il cappello in mano) o il trasferimento delle funzioni paesaggistiche alle stesse Comunità; il rafforzamento della rete del volontariato sul territorio.»
 
Qual è il risultato che avrebbe voluto raggiungere e che non le è stato possibile realizzare?
«Una maggior consapevolezza del valore delle Comunità di Valle, nonostante le 500 e più riunioni sull'argomento svolte sul territorio. Un più avanzato processo di gestioni associate tra i Comuni. L'accordo definitivo sulle finanze e competenze con lo Stato.»
 

 
Le Comunità di Valle sono uno dei cambiamenti più significativi degli ultimi vent’anni. Qualcuno le ha criticate, qualcuno le ha osannate. Le chiediamo di tracciare il suo pensiero, precisando se prevede qualche miglioramento.
«Senza coesione e senso di responsabilità, non c'è futuro. Le Comunità di Valle sono la più straordinaria occasione per mettere in rete gli attori di un territorio omogeneo su obbiettivi comuni, per disegnare il futuro. Sociale, programmazione dello sviluppo ed urbanistica, finanziamento opere sovra comunali, sicurezza e polizia locale, sono competenze realmente trasferite dalla Provincia.
Trasferimento di competenza significa esercizio del potere decisionale in merito, non mera esecutività che spetta agli apparati organizzativi. In altri termini, il trasferimento di competenze é più un processo di cessione di responsabilità che di apparati. Ecco, spesso questa differenza non é stata colta dai cittadini, forse perché è solo da tre anni che le Comunità sono in attività.
In futuro prevedo una semplificazione del quadro riducendo di molto il numero dei membri delle Assemblee, eliminando le complicate procedure di co-decisione e garantendo un maggior riconoscimento del ruolo dei Sindaci nel governo delle Comunita.» 
 
Qualcuno ha criticato la scelta di costituire Comunità di Valle anche per Rovereto e Riva del Garda, che da anni cercano di spiegare di essere delle città e non dei centri di valle. Il suo pensiero?
«Il Trentino é un territorio alpino. Trento è una città Alpina come Bolzano, Innsbruck, Belluno o Bellinzona. Nel modello alpino, la città é centrifuga, decentra servizi anche nel suo intorno, fa sistema con le valli ed i territori limitrofi. Questo modello si contrappone a quello metropolitano, padano-veneto, in cui invece la città è centripeta, attira tutto su di se, impoverisce il suo intorno che le fa sostanzialmente da dormitorio.
Per questo l'architettura istituzionale del Trentino è policentrica, con un capoluogo che fa rete con altri centri di sistema, i quali a loro volta influiscono sul proprio intorno. Trento slegata dal Trentino sarebbe impoverita, come Rovereto senza la Vallagarina e così via.
La vera sfida quindi è come integrare ancor di più il territorio, non come isolarsi da esso. È come stare insieme per guardare oltre i nostri confini, tenuto conto che ormai anche il modello della città metropolitana è profondamente in crisi.»
 

 
Kessler diceva sempre “Possiamo perdere l’assessorato all’economia, ma non quello agli Enti Locali”. Lei sente di avere un contatto personale diretto con tutti i Comuni trentini, con il Consorzio dei Comuni e con le Comunità di Valle?
«Sono d'accordo con Lui [maiuscolo su richiesta dell’intervistato – NdR]. In qualità di assessore agli enti locali ho un contatto istituzionale con tutti gli enti citati. Ho poi conoscenza personale con molti amministratori comunali e di comunità. Sono stato Consigliere Comunale, Sindaco, fondatore e Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini.
«Conosco bene il contesto degli Enti Locali e delle ASUC e ritengo indispensabile la presenza dei nostri amministratori sul territorio. In questi anni mi sono battuto per la loro indipendenza pur in un comune disegno e responsabilità. In questo senso l'assessorato agli Enti Locali va inteso come centro di servizio, per aiutarli ad affrontare le grandi sfide che hanno davanti. Non solo in termini finanziari.»
 
Può spiegare in poche parole comprensibili cosa è cambiato nella gestione del territorio trentino e in particolare sul piano urbanistico che porta il suo nome?
«Nel nuovo PUP, tutto ruota intorno al concetto di paesaggio. Siamo abituati a pensare che il paesaggio sia l'immagine di un ambiente incontaminato. Un contesto protetto ed inaccessibile all'uomo. In realtà e contrariamente a ciò che si pensa, il paesaggio è un concetto molto più ampio che non può prescindere dalla presenza umana proprio perché frutto delle relazioni tra l'uomo e l'ambiente. È uno spazio fisico che cambia con lo scorrere della vita, senza soluzione di continuità. Per questo il paesaggio é espressione della cultura, dell'identità di chi vive su un dato territorio.
«Ecco in sintesi la questione è tutta qui, ovvero passare dalla classica idea di scontro tra sviluppo e tutela del paesaggio, ad una nuova cultura di progetto del paesaggio da valutare prima o contestualmente a concrete e possibili idee di sviluppo. Non a caso i piani di Comunità nascono come luogo di confronto, aperto alla società civile, per individuare priorità e soluzioni concrete alle principali tematiche di sviluppo di aree omogenee che non possono essere risolte ne a livello di PUP ne di PRG. Aree produttive di livello sovra comunale, piani commerciali, localizzazione strutture di Valle e così via.
«È una grande sfida, come ho detto nella domanda sulle Comunità, che stiamo accompagnando con robusti strumenti culturali, come STEP, scuola per il governo del territorio e del paesaggio o con l'Osservatorio del paesaggio, quale punto di discussione, approfondimento e documentazione di livello provinciale sul tema.»
 

  
Le Dolomiti sono diventate Patrimonio dell’Umanità. Lei ci garantisce che diventeranno un prodotto commerciale?
«Le Dolomiti, sono il nostro spazio di vita e come tali non sono commerciabili. Sono invece per la loro unicità un forte fattore di attrattività turistica e scientifica e un'opportunità di fare rete con i territori limitrofi dell'Alto Adige e del Bellunese in particolare.
«Sta alla nostra intelligenza saperne mantenere l'integrità e nel contempo valorizzarle come nuovo paradigma di sviluppo turistico sostenibile.»

Qual è il futuro che Mauro Gilmozzi affiderebbe allo smaltimento finale dei rifiuti solidi urbani? L’inceneritore è sempre la soluzione finale per il residuo non differenziato?
«La soluzione finale per i rifiuti, in base alle direttive europee é sempre il recupero energetico. Vi sono due modi possibili. Uno è l'inceneritore pubblico, l'altro è la combustione nei cementifici privati come combustibile da rifiuti. Visti i risultati raggiunti oggi in Trentino a livello di riduzione, differenziazione e recupero dei rifiuti, penso che l'inceneritore pubblico sia del tutto diseconomico.
«Peraltro visti gli analoghi risultati nelle regioni limitrofe e quindi lo squilibrio tra potenzialità di combustione e disponibilità di materiale, di rifiuto da bruciare, penso sia per noi conveniente, convenzionarci con essi. Il nuovo piano dei rifiuti in fase di predisposizione, peraltro, prevede anche la possibilità, di ulteriore raffinamento della raccolta indifferenziata secondo le nuove normative nazionali e quindi la possibilità di accedere anche alla seconda modalità di smaltimento finale»
 

 
Lei candida per le Primarie provinciali del centrosinistra. La prima domanda è: «Cosa cambierebbe il governatore Mauro Gilmozzi nella gestione del Trentino?»
«Vorrei un ente pubblico meno regolatore e più al fianco della vita dei cittadini e delle imprese. Un Ente pubblico più capace di mettere in moto le idee ed i talenti. Meno formule, meno protocolli e più progettualità.»
 
La seconda domanda è: «Che traguardo vede per un eventuale Terzo Statuto della provincia autonoma di Trento?»
«Innanzitutto l'imminenza di riforme costituzionali in materia di ordinamento dello Stato. Dovremo batterci per rendere ancora più piena la nostra Autonomia, con nuove competenze ed accordi che ci permettano di agire su tutte le leve necessarie per governare la Comunità autonoma del Trentino.
«Penso alla leva fiscale per stimolare l'economia o ad una aggiornamento delle competenze, ad esempio, in materia ambientale o di libera concorrenza, il cui esercizio a livello esclusivamente statale, sta indebolendo anche le nostre attuali competenze.
«Darei poi più significato e potere politico all'Euregio, su alcune materie cruciali come ricerca, università, ambiente e trasporti nel paesaggio alpino e sosterrei con convinzione un ampliamento dell'autonomia di altri territori alpini come il nostro. Ad esempio Sondrio e Belluno. Infine le risorse, ritenendo quelle attuali, dopo il patto di Milano per capirci meglio, del tutto eque rispetto ad altre regioni.»
 
La terza è: «Può dare una buona ragione ai nostri lettori per convincerli che lei sarà il governatore giusto del Trentino?»
«Per l'esperienza personale fatta con Lorenzo Dellai, con cui ho condiviso molte sfide e responsabilità in questi anni.
Per l'appartenenza ad un partito che si colloca nella grande tradizione di popolarismo e riformismo che ha caratterizzato positivamente la fase moderna e contemporanea della nostra autonomia e che ancor oggi é garanzia di apertura ed innovazione.
«Un partito che ha fondato ed è stato il collante di questa coalizione e che meglio di altri saprà guidarla verso il Partito territoriale del Trentino. Perché ho un idea di futuro del Trentino, la capacità di progettarla e la concretezza di realizzarla insieme a tutti coloro che vogliano seriamente impegnarsi in questa sfida.»
 
Dott. Mauro Gilmozzi - [email protected]
Nadia Clementi - [email protected]
 
I contenuti del programma Gilmozzi sono reperibili al sito web www.maurogilmozzi.it