Sanità: Carlo Favaretti lascia Trento per Udine
Dopo 8 anni alla direzione della Azienda provinciale per i Servizi sanitari, Favaretti passa alla direzione del più importante ospedale di Udine
Carlo Favaretti lascia la direzione
generale dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari. Dal 16
gennaio inizierà il suo nuovo impegno alla direzione dell'Azienda
ospedaliero-universitaria Santa Maria della Misericordia di
Udine.
La notizia è stata ufficializzata oggi con una conferenza stampa a
cui hanno preso parte, oltre allo stesso Favaretti, il presidente
della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, l'assessore
provinciale alle politiche per la salute Remo Andreolli ed il
direttore ad interim Franco Debiasi, direttore amministrativo
dell'Azienda e stretto collaboratore di Favaretti, il quale
garantirà le funzioni di gestione dell'APSS fino alla nomina del
nuovo direttore generale, conformemente alla procedura prevista
dalla legge 10. Il presidente Dellai ha ringraziato a nome di tutta
la Giunta il dottor Favaretti per l'impegno profuso in questi anni
«di consolidamento ed evoluzione del nostro sistema sanitario.»
Lasciando il suo incarico a Trento contestualmente con l'assunzione
del nuovo incarico a Udine, Fararetti ha dimostrato alcune cose che
vale la pena qui mettere in evidenza.
La prima è che il suo incarico, assunto con regolare concorso, è
stato svolto con grande capacità creativa e manageriale. Come tutti
concordano a dire, la sua gestione ha avuto dei momenti di luce e
dei momenti di ombre, ma questi ultimi sono stati di gran lunga
inferiori ai primi. Non va dimenticato che il suo lavoro è stato
svolto nel trasformare una struttura provinciale formata da 11 USL
per crearne una unica centralizzata. Ci è riuscito, senza avere
davanti a sé un modello al quale attingere. Anzi, adesso sono altri
che si rifanno alla sua (nostra) esperienza per studiare i passi
successivi in questa materia che, lo ricordiamo, nel solo Trentino
richiede un miliardo di euro all'anno.
La seconda è che un dirigente, soprattutto un grande dirigente, non
può restare nella stessa posizione professionale per periodi che
vanno più in là di cinque anni. Questo perché la professionalità ha
una sua curva di formazione. Prima o poi giunge un momento in cui
il professionista non ha più nulla da dare. Favaretti è rimasto ben
otto anni a dirigere la struttura che lui stesso aveva creato. Una
vita attiva piuttosto lunga, indubbiamente costruttiva, ma che ha
inevitabilmente creato e portato con sé quegli anticorpi che alla
fine hanno cercato di rendergli la vita difficile.
La terza è che il passaggio a Udine è stato facilitato (è avvenuto
in pochi giorni) per tante buone ragioni. In testa a queste
l'esperienza stessa che Favaretti si è fato in Trentino e, va da
sé, i buoni risultati. A seguire, l'interesse che la nuova meta ha
suscitato al manager, ovvero il primo tentativo di mettere insieme
in una sola organizzazione una clinica universitaria e una
struttura ospedaliera. Infine, la volontà di chiudere l'accordo a
tre, Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma
di Trento e Carlo Favaretti. Senza la volontà di tutti tre,
l'accordo non avrebbe potuto esserci, in quanto un contratto era in
essere. La firma contestuale dimostra che a tutte le parti stava
bene così.
__________________________________________________________________
Il servizio.
La notizia era già
trapelata da qualche giorno ma solo oggi ha trovato la sua piena
conferma: Carlo Favaretti, classe 1950, laurea in medicina a
Padova, direttore generale dell'APSS oltre che docente di
Programmazione e valutazione dei servizi sanitari all'Università di
Verona, è stato nominato dalla Giunta Regionale della Regione
autonoma Friuli Venezia Giulia direttore generale dell'Azienda
Ospedaliero-Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine
per il prossimo quinquennio. Per Favaretti dunque si apre una nuova
sfida in una realtà innovativa, che nasce dall'incontro fra il
mondo dell'assistenza e quello universitario.
Un grazie per il suo impegno alla guida dell'Azienda Provinciale
per i servizi sanitari è giunto oggi dal presidente Dellai e
dall'assessore Andreolli.
«Si deve anche all'impegno del direttore Favaretti il fatto che la
sanità trentina sia una buona sanità - ha detto Dellai - nonostante
le discussioni che ci sono e che ci saranno sempre, conformemente a
quanto avviene in del resto in tutta l'Europa.»
Il
presidente Dellai ha colto inoltre l'occasione per lanciare un
messaggio di rassicurazione relativamente alla fase di transizione
che ora si apre, e che la Giunta pensa di concludere in tempi
brevi.
«Abbiamo tutti gli strumenti per gestire con serenità questa
momento di passaggio - ha aggiunto dopo aver formulato gli auguri a
Favaretti per il nuovo incarico - e già venerdì prossimo la Giunta
provinciale adotterà i primi provvedimenti per arrivare ad
individuare il nuovo direttore generale. Le procedure previste
dalla legge provinciale 10, che prevedono un avviso pubblico ed una
selezione fra diversi curricula da parte di un'apposita
commissione, sono diverse da quelle vigenti nel resto d'Italia e un
po' più complesse, ma lo stesso ministero ha manifestato
l'interesse a prenderle ad esempio, segno che costituiscono un
ottimo strumento. Nel frattempo abbiamo piena fiducia nelle
capacità del dottor Debiasi di gestire l'azienda nella fase di
transizione e confidiamo nella collaborazione delle diverse
componenti del sistema sanitario.»
«I frutti del lavoro impostato dal dottor Favaretti in questi anni
dureranno nel tempo», ha detto invece l'assessore Andreolli, che ha
richiamato brevemente la sfida principale che il sistema sanitario
ha dovuto affrontare in questi anni: ricondurre ad unità una realtà
che fino al 1995 si articolava in 11 Usl.
«Abbiamo già in essere proficue collaborazioni con Udine - ha
ricordato inoltre l'assessore alle politiche per la salute - sia
sul piano istituzionale che per quanto riguarda la formazione
universitaria nel settore dell'ortopedia, e per il futuro non
possiamo che attenderci che esse si approfondiscano
ulteriormente.»
Per Favaretti, infine, «questi otto anni passati in Trentino sono
stati una grande opportunità professionale: ho potuto misurarmi con
i problemi sollevati da un'organizzazione complessa operante in un
ambiente sociale, politico e di mercato sanitario
nazionale/internazionale di straordinaria rilevanza ed interesse.
Credo di aver contribuito, con il mio lavoro personale e con quello
dei miei più diretti collaboratori, a raggiungere i risultati di
salute che hanno posto la nostra Regione al primo posto nella
recente indagine Censis; ad estendere, integrare e coordinare i
livelli essenziali di assistenza della prevenzione, dell'assistenza
distrettuale e dell'assistenza ospedaliera; a far acquisire al
Servizio sanitario provinciale un ruolo di leadership nel contesto
nazionale, riconosciuto da organizzazioni terze nazionali
(Osservasalute, Società di Certificazione secondo le norme ISO e
così via) ed internazionali (Joint Commission International,
European Foundation for Quality Management); ad introdurre
l'innovazione organizzativa e tecnologica grazie a strumenti e
tecniche di gestione per progetti, di valutazione della tecnologia
sanitaria e di gestione delle risorse umane basati sulle
competenze; a prendere parte a progetti di ricerca e azione di
respiro nazionale ed internazionale.
«Tutto ciò - ha aggiunto Favaretti - è stato ottenuto rispettando
sempre i vincoli di bilancio determinati dalla Giunta provinciale:
tutti gli esercizi nel periodo del mandato si sono, infatti, chiusi
in equilibrio di bilancio. Anche l'esercizio 2007 si chiuderà in
equilibrio. La gran parte delle circa 7.500 persone che operano
nell'Azienda provinciale per i servizi sanitari e dei quasi 800
medici convenzionati hanno alacremente lavorato per condividere
questa moderna visione di sistema sanitario pubblico che pone al
centro dell'attenzione il paziente ed il cittadino. I risultati
dell'ultima indagine sulle opinioni ed atteggiamenti della
popolazione trentina hanno confermato livelli eccezionalmente alti
di apprezzamento dei professionisti e dell'organizzazione in cui
operano; hanno dimostrato grande consapevolezza degli sforzi in
atto per contenere i tempi di attesa entro standard predeterminati,
anche utilizzando criteri di priorità clinica nella regolazione
dell'accesso alla specialistica ambulatoriale; hanno evidenziato le
aspettative crescenti di ottenere, in occasione dei contatti con il
sistema sanitario, sempre maggiori informazioni per migliorare i
propri stili di vita (segno di una grande maturità civile
nell'affrontare i problemi di salute).
«Sono certo che l'Azienda provinciale per i servizi sanitari, - ha
concluso Favaretti - anche grazie ad auspicabili modifiche del
proprio assetto istituzionale rimasto immutato nel corso di questi
anni, continuerà ad essere un efficace ed efficiente strumento a
disposizione della Giunta provinciale per la tutela e la promozione
della salute della popolazione trentina.»