Mozzarelle blu. Il mistero dei casi avvenuti a 700 km di distanza
Il bacillo pseudomonas non alberga nel latte ma nel liquido di governo (non sterilizzato)
Anzitutto un dato è certo. Il
bacillo pseudomonas (quello che provoca la colorazione di
blu alle mozzarelle esposte all'ossigeno) sopravvive agli effetti
del cloro, ma muore durante la pastorizzazione.
Come dire che l'acqua di rubinetto può apparire potabile grazie
alla presenza del cloro, ma conservare indisturbato lo
pseudomonas.
Essendo termolabile, invece, con la pastorizzazione si
estingue.
Con questa premessa, è evidente che nel caso delle mozzarelle blu
la provenienza del latte è ininfluente.
Il liquido di governo invece può avere le sue riverite
responsabilità.
Consiste in una soluzione salina fatta per conservare la mozzarella
inalterata nel tempo.
Qualcuno pastorizza l'acqua, qualcuno no.
Immaginiamo che d'ora in poi tutti i produttori pastorizzeranno
anche il liquido di governo.
Altro dato noto è che il bacillo pseudomonas c'è sempre
stato. In passato ha dato altre colorazioni al contatto con
l'ossigeno, ma non è abbastanza per dire che ha subito una
mutazione.
Però è stato sempre tenuto sotto controllo dai produttori di
mozzarella e per questo è singolare che si sia presentato in questa
forma esteticamente così appariscente.
Il fatto più singolare, tuttavia, è che si sia verificata la sua
presenza in due posti così distanti fra loro (700 km) e con il
latte di base assolutamente diverso.
Quest'ultima affermazione la facciamo sulla scorta di quanto
dichiarato dal Caseificio di Fiavé, ma nulla ci consente di pensare
che questo non sia vero.
Le possibilità che se verifichino altri casi analoghi in altri
posti d'Europa non sono remote, anche se c'è da augurarsi che il
fenomeno venga tenuto sotto controllo.
In ogni caso, ricordiamo che il latte di base viene sempre
pastorizzato e pertanto non è la sua provenienza a dettare le
condizioni di affinità tra i due casi.
Il fenomeno è allo studio degli esperti e ci auguriamo che
l'Istituto San Michele sia attrezzato (o si attrezzi al più presto)
per effettuare questo genere di ricerche.
Ci pare però che gli episodi avvenuti in Paesi diversi impongano un
intervento europeo.
Fatto sta che il settore mozzarelle (a questo punto quelle trentine
in particolar modo) sta prendendo un nuovo duro colpo, perché la
gente - nel dubbio - salta il consumo di mozzarelle, anche se
l'estate è la stagione delle caprese.
La provenienza del latte ha fatto risorgere sospetti e polemiche
che in realtà non si sono mai sopiti, sulla provenienza del
latte.
Le associazioni di categoria fanno presente infatti che dal
Brennero entrano ogni giorno 3,5 milioni di litri di latte. Già che
ci sono, ricordano che oltre al latte sterile e a lunga
conservazione entrano semilavorati, caglio e polveri di caseina.
Così come entrano prosciutti da destinati ad essere stagionati a
Parma per poter essere definiti così Parma Ham.
Lo stesso ministro all'agricoltura Giancarlo Galan si è recato al
Brennero a sostegno delle associazioni degli agricoltori che hanno
improvvisato controlli dei tir abilitati al trasporto di generi
alimentari.
«È necessario che l'Europa obblighi i produttori a rendere certa
l'origine dei prodotti, - ha dichiarato il ministro ai giornalisti.
- Stabiliamolo una volta per tutte, perché questo non significa
eliminare la concorrenza ma mettere il consumatore in grado di
scegliere tra un prodotto italiano al 100% e uno italiano solo in
parte.»