Il nuovo balletto dell’Arena di Verona ha un cuore bolzanino

Si intitola «Strings» il secondo spettacolo coreutico – Di Sandra Matuella

Immagini di prova – © Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona.
 
Si intitola «Strings» il secondo spettacolo coreutico proposto dalla Fondazione Arena di Verona all’interno della Stagione Opera e Balletto 2015-2016: questo balletto è firmato da Ivan Cavallari, star della danza internazionale di origine bolzanina, attuale direttore del Ballet de L’Opéra National du Rhin e che debutta in Italia, in qualità di coreografo, proprio con questo lavoro per l’Arena di Verona, costruito sulle partiture di grandi compositori: Fritz Kreisler, Béla Bartók, Johann Sebastian Bach, Niccolò Paganini, Samuel Barber e Ludwig van Beethoven.
Le musiche che verranno eseguite dal vivo dall’Orchetra dell’Arena di Verona diretta da Victor Hugo Toro, che ospita due solisti d’eccezione: al violino solista c’è Anna Tifu e al pianoforte Piero Salvaggio.
Lo spettacolo, firmato dal coreografo Ivan Cavallari (a pié di pagina nella foto di Frederic Godard), è costruito sulle partiture I Primi ballerini ospiti Dongting Xing e Dane Holland danzeranno a fianco dei Primi ballerini della Fondazione Arena di Verona: Alessia Gelmetti, Amaya Ugarteche, Teresa Strisciulli, Evghenij Kurtsev e Antonio Russo. L’orchestra, corpo di ballo e i tecnici sono dell’Arena di Verona
 

 
«Strings» è debuttato con grande successo di pubblico, giovedì 18 febbraio al Teatro Filarmonico di Verona, dove replica venerdì 19 febbraio ore 20.30, sabato 20 febbraio ore 15.30, domenica 21 febbraio ore 15.30.
I prezzi del balletto spaziano da € 10,00 a € 30,00. Per informazioni e prenotazioni:
Biglietteria di via Dietro Anfiteatro
Via Dietro Anfiteatro 6/b, Verona –
Tel. 045 596517 - Fax 045 8013287 - [email protected]
Biglietteria del Teatro Filarmonico
Via dei Mutilati 4/k, Verona - Tel. 045 8002880 - Fax 045 8013266
 

 
Nato a Bolzano, Ivan Cavallari si è formato alla scuola del Teatro alla Scala di Milano e al Bolshoi di Mosca. Parallelamente a una prestigiosa carriera di danzatore nei più prestigiosi teatri del mondo, tra cui il felice sodalizio con lo Stuttgart Ballet, Cavallari ha maturato una raffinata sensibilità coreografica che lo ha portato a dirigere Direttore del West Australian Ballet e attualmente il Balletto de l’Opéra National du Rhin.
Per la Fondazione Arena di Verona ha ideato “Strings”, un balletto che, spiega lo stesso Cavallari, «prende forma da una mia creazione preesistente, che sottende la prima parte dello spettacolo, rimodellata però sui danzatori areniani, mentre la seconda parte è stata creata assolutamente ex novo per Fondazione Arena».
 

 
Significativa è la scelta del titolo: Strings, ossia corde.
«Diciamo che tutto il balletto è creato intorno a fili, sia astratti che concreti. Corde che possono unire gli esseri umani in modo visibile, ma anche invisibile.
«A volte le sentiamo, legate a rapporti molto intimi, che non hanno bisogno di essere spiegati e intrecciano relazioni orizzontali e verticali.
«Spesso riceviamo sensazioni, percezioni, senza sapere il perché: è la forza che esercitano questi fili invisibili, che hanno ispirato l’impianto generale del balletto, il quale non segue una linea narrativa ma questi intrecci emotivi.»
 
   
 
«La drammaturgia musicale gioca un ruolo fondamentale nel tessere le corde, relazioni terrene e non, su cui si basa lo spettacolo.
«Da qui l’orientamento ad attingere al repertorio per violino solista di grandi compositori, – prosegue Ivan Cavallari. – La scelta si è rivolta prettamente alle partiture per strumenti a corda, soprattutto per violino come il celebre Adagio di Samuel Barber, presentate in un crescendo che parte da composizioni per violino e pianoforte, per passare a musiche per orchestra da camera, per poi sublimare con una delle composizioni più raffinate che siano mai state create per questo straordinario strumento a dialogo con la grande orchestra, che è appunto il Concerto per violino e orchestra di Beethoven.
«Su queste grandi pagine lo spettatore è invitato a cogliere la natura profonda, talvolta inspiegabile, dei legami, che possono unire e dividere al tempo stesso, sfidando logica, tempo e distanze.»
 
Sandra Matuella - [email protected]