Una delegazione di CiSiAMO incontra il presidente Fugatti
L’associazione di persone contrarie al Green Pass ha chiesto deroghe che non poteva ottenere, il presidente non ha concesso quello che gli conveniva concedere
Di seguito pubblichiamo il comunicato che l’associazione CiSiAMO ha inviato alle redazioni per riportare i contenuti dell’incontro avvenuto con il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti.
Ci permettiamo però di esprimere il nostro giudizio.
La Provincia autonoma di Trento non ha competenze su questioni inerenti la Giustizia, le Forze Armate e l’Ordine Pubblico.
I decreti del Governo Italiano che si sono susseguiti dall’inizio della pandemia a oggi non riguardavano né la Sanità, né l’Istruzione, né il Lavoro, ma l’Ordine Pubblico.
Per questa ragione la Giunta provinciale di Trento non ha mai potuto interferire sulle normative statali.
La delegazione di sette persone appartenenti al movimento CiSiAMO ha presentato a Fugatti istanze che non potevano essere esaudite.
Anche noi pensiamo che vietare il lavoro a chi non ha il Green Pass sia quantomeno discutibile in una repubblica «fondata sul lavoro». E l’appoggio dato dai sindacati all’iniziativa ci pare addirittura un ossimoro.
Secondo noi si dovevano trovare altri metodi per impedire il diffondersi dei contagi nei luoghi di lavoro.
Ma tant’è, questa è la legge e finché non scade (31/12/2021) o non viene rivista dal Governo, o dichiarata anticostituzionale, è una legge che va rispettata.
Fugatti non può fare concessioni in tal senso.
Quello che invece potevano chiedere era la gratuità dei tamponi. Così i contrari al vaccino avrebbero potuto continuare a lavorare col certificato di negatività al test o al tampone.
Il presidente Fugatti poteva tranquillamente fare questa concessione per una precisa ragione di ordine economico: il lavoratore che non lavora non produce reddito e di conseguenza lo Stato perde i relativi introiti fiscali e quelli previdenziali.
La Provincia riceve i nove decimi dei proventi fiscali, per cui aveva tutta la convenienza a concedere la gratuità dei tamponi, che costano meno dei mancati introiti da lavoro.
E invece, Fugatti ha detto no: costeranno 15 euro.
Di conseguenza, nel documento che segue si legge, da una parte, una scarsa conoscenza delle competenze della nostra autonomia e, dall’altra, una mancata visione sulle opportunità che potevano essere accolte e accontentare tutti.