Anche Sandro Panchèr è pronto a sfidare Diego Schelfi
Il confronto democratico rafforzerà il dibattito, anche se non sempre la democrazia è stata una buona consigliera nei sistemi d’impresa
È stato presentato ufficialmente oggi a Trento il candidato che sfiderà Diego Schelfi per la presidenza della Cooperazione Trentina.
Come era prevedibile, per ogni candidato c’è sempre un contraltare e, nel caso di Schelfi, lo sfidante porta il nome di Sandro Panchèr, presidente di Promocoop.
La logica portata avanti dai sostenitori di Panchèr sta nel «bisogno di un confronto democratico fra più candidati».
Più probabilmente però si tratta di detrattori di Schelfi, secondo i quali dopo tre mandati dovrebbe fare il posto alle nuove generazioni.
Tra i candidati alternativi c’era già anche Ermann Bona, presidente di Assicura cooperazione Trentina.
La decisione del Consiglio di Amministrazione di proporre Diego Schelfi anche per il prossimo mandato segna solo la volontà di un organo che non ha alcuna possibilità di decisione in merito.
Va precisato che il dibattito democratico non è automaticamente garanzia di livello management che si andrà a creare, ma le regole vengono fatte proprio per favorire la crescita compatibilmente con il cambiamento dei tempi.
Il dibattito sta proseguendo in seno alle singole Cooperative, con la scadenza del 15 giugno che si fa sempre più vicina.
Schelfi non avrebbe problemi ad essere eletto nuovamente, se non ci fosse di mezzo per lui la questione dei numeri. Infatti il regolamento prevede che il presidente che intenda candidarsi per la quarta volta debba contare su un quasi plebiscito.
La norma, che è stata voluta nel regolamento dallo Stesso Schelfi, impone che la maggioranza per il quarto mandato raggiunga o superi due soglie.
Anzitutto deve presentarsi al voto almeno la metà più uno degli aventi diritto al voto.
Quindi deve avere il voto di due terzi dei votanti.
Non a caso, quando ha accettato di ricandidarsi, Schelfi ha dichiarato «Mi ci gioco la faccia», perché potrebbe non farcela pur avendo la maggioranza dei sostenitori.
Il che potrebbe favorire indirettamente il secondo candidato.
Se Schelfi dovesse ricevere la maggior parte dei consensi, ma senza raggiungere il quorum, automaticamente si troverebbe eletto presidente il secondo candidato in termini di suffragi ricevuti.
Di conseguenza, la presenza di più candidati potrebbe sì da una parte aumentare il raggiungimento della soglia del 50% più 1, ma dall’altra parte si assottiglierebbe la possibilità di ottenere i due tersi dei votanti
GdM