Bolzano, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa intervengono congiuntamente

«Kompatscher non risponde al personale ma intanto assume un capo di gabinetto»

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa intervengono congiuntamente in merito alla nomina di un capo di gabinetto da parte del presidente Kompatscher: un ruolo che non veniva ricoperto da tredici anni.
«Nell'ultimo incontro il presidente ci disse che, per il personale della Giustizia interessato dalla delega delle funzioni dallo Stato all'ente locale, c’era il problema delle risorse a carico della Regione. Ma evidentemente in questo caso le risorse ci sono e, a detta del presidente stesso, proprio per gestire la fase della delega delle funzioni giudiziarie.»
La nomina - spiegano Luigi Diaspro (Fp Cgil), Beppe Pallanch (Cisl Fp) e Carlo Alberto Incapo (Uil Pa) è stata infatti motivata con l'approssimarsi delle nuove competenze regionali in materia di giustizia, in vigore presumibilmente dall'1 gennaio 2017, che richiedono una riorganizzazione interna per l'inquadramento e la gestione del personale nei ruoli regionali, circa 400 dipendenti.
Richiedono inoltre la gestione del patrimonio immobiliare e la fornitura di attrezzature e servizi.
 
«Apprendiamo che è intenzione del presidente Kompatscher seguire da vicino le attività dell’ente Regione e in particolare questo prestigioso progetto, che comporterà anche una riorganizzazione dell’apparato amministrativo regionale nell'ottica del miglioramento del servizio all'utenza e dell'ottimizzazione delle risorse umane e strumentali. Non possiamo che prendere atto di tale decisione, anche se la questione delle risorse necessarie per gestire la delega fu uno dei temi fondamentali affrontati nell'incontro proprio pochi giorni prima della nomina, il 23 giugno: le riferite difficoltà di trovare risorse proprie da parte della Regione per implementare gli organici degli uffici giudiziari e per garantire le necessarie tutele professionali e retributive per il personale, che transita nei ruoli regionali, trovano dunque una prima clamorosa contraddizione, in un atto che comporta evidentemente maggiori oneri per le casse pubbliche. In ogni caso, riteniamo che le motivazioni addotte per la decisione rappresentino quantomeno la palese conferma di quanto da noi sostenuto nel corso di due anni e mezzo di confronti con la parte pubblica, ovvero di un processo delicato, complesso e meritevole della massima attenzione e trasparenza per la portata storica, oltre che amministrativa e giuridica, della delega, le cui conseguenze in termini di impatto sul personale non possono e non debbono essere sottovalutate.»

Da qui la seconda contraddizione: pronta la nomina del capo di gabinetto (il giorno dopo l'approvazione della norma di attuazione da parte della Commissione dei 12, senza peraltro alcuna informazione diretta ai sindacati) ma nessuna risposta alle questioni poste al tavolo del 23 giugno e ribadite con nota unitaria del 15 luglio: diritto di opzione, riqualificazione professionale, dotazioni organiche, risorse.
«Chiediamo pertanto altrettanta attenzione e solerzia nell'interlocuzione sindacale, a partire dalla convocazione dell'incontro richiesto, poiché i termini di decorrenza della norma di attuazione non consentono ulteriori indugi nel delineare le conseguenze sul futuro professionale e retributivo degli oltre 400 dipendenti coinvolti. In altre parole, se è stato necessario nominare un capo di gabinetto ad hoc per la questione delega giustizia, che ci si attivi tempestivamente per affrontarla.»