In mille per il concerto di Dolomiti di Pace dei Rivière Noire

Un live pieno di energia, ritmo e anche malinconia concluso negli applausi e nella danza del pubblico con i Rivière Noire

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Erano gli anni Settanta e Ottanta, anni in cui il rock europeo, statunitense e anche australiano guardava con grande curiosità ai ritmi e ai suoni che provenivano dalle altre culture riuscendo talvolta a scioglierli magistralmente in hit e album che conquistavano il cuore degli ascoltatori.
Nacquero piccole ed importanti etichette che svelarono al mondo la world music, portandola nelle case degli appassionati di musica.
Da allora rock e certa musica etnica sono sembrate seguire percorsi diversi e non vivere più quella reciproca e inarrestabile attrazione.
Il concerto dei Riviére Noire, proposto quest'oggi sul Monte Vignola per Dolomiti di Pace ha raccontato una storia diversa con un progetto sonoro che invece dimostra come l'incontro tra rock, world music e tradizione sia ancora molto fecondo.
Agli strumenti di un ensemble eterogeneo guidato dal cantante brasiliano Orlando Morais c'erano Pascal Dnae e Baptiste Brondy alle chitarre, la voce del Mali Kasse Mady Diabaté, Jean Lamoot al basso e Thuia Raphael alla batteria.
 
E proprio la sezione ritmica ha segnato i primi brani dei Riviére Noire lanciando movenze etno-rock sulle quali Morais ha ricamato brani melodici. Dopo l'iniziale ed essenziale ballata Oreille d'Elephant è arrivata To feliz, allegra e trascinante con il pubblico già lanciato in applausi ritmati.
Con Vagabundo son diventati più evidenti i rimandi a certi suoni del Brasile che si sono aperti anche all'Africa in Negra Mali.
La sintesi perfetta di questo vitale progetto musicale è però scaturita da Riviére Noire, canzone manifesto del gruppo, sostenuta da una batteria incalzante e atmosfere quasi epiche.
«Si rifà al Fiume Nero che scorre nel Mali,&r dquo – ha raccontato Pascal Dnae – e si muove in una natura potente. Per questo siamo contenti di suonare qui oggi perché qui il paesaggio è splendido.»
Il Brasile più conosciuto e famigliare è arrivato con Saudade di Cesaira Evora e la notturna Te esperar.
 
Morais e compagni non hanno dimenticato che la musica è anche gioco e in Abarika hanno scherzato con i ritmi mentre lo sguardo si è posato sull'Europa con Londres Paris.
Brani premiati con applausi e cori fino a quando l'ingresso sul palco di Kasse Mady Diabaté ha regalato a tutti una ulteriore sorpresa con duetti vocali evocativi tutti da gustare tra suoni intrisi di dolcezza e malinconia come quelli di Bate Longe, Cuando e la conclusiva Ñao va embora.
Il pubblico, circa mille i presenti, ha premiato i musicisti con calorosi applausi richiamandoli agli strumenti per lanciarsi in un gioioso ballo finale al quale tutti hanno partecipato con entusiasmo.