Oggi sul Monte Bondone gli ultimi titoli iridati dell’UWCT

Per il percorso più lungo tre temibili salite: 112 km e 2.974 metri di dislivello

Oggi per il Campionato del Mondo Master e cicloamatori UWCT si arriva all’epilogo, con la gara più attesa, ma non si può dire la più spettacolare, perché sia la staffetta che la cronometro hanno regalato emozioni magiche.
È il vero e proprio Campionato del Mondo delle Granfondo, di cui l’Italia è patria, come hanno più volte rimarcato i due responsabili UCI presenti a Trento, Andrea Marcellini ed Erwin Vervecken, tre volte campione del mondo di ciclocross.
 
L’evento, organizzato dall’ApT Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi e dall’Asd Charly Gaul Internazionale, oggi ha concesso un giorno di riposo, quella di domani è una gara molto attesa anche per i colori azzurri, ma fare pronostici è decisamente improbo.
Serve a poco citare i campioni del mondo uscenti, la gara di Trento e del Monte Bondone è molto tecnica, difficile da interpretare anche se i dislivelli non sono esageratamente duri.
Sicuramente la Leggendaria Charly Gaul, prova di qualifica per il Campionato del Mondo, è più impegnativa.
 
Vervecken ha voluto limare alcune difficoltà per rendere la gara di domani appetibile agli stranieri, ma se il dislivello della Granfondo è di 2.974 metri spalmati su 112 chilometri, occorre tener presente che ci sono tre salite, ognuna particolare per quello che rappresenta.
La prima, quella di Palù di Giovo che sale fino a Passo Croce, deve essere affrontata a freddo e non si può temporeggiare, perché chi punta ai piani alti della classifica lì non può certo perdere il treno.
A differenza della granfondo classica, i concorrenti domani partiranno a scaglioni per categoria, ogni 2’, davanti anche le donne. Così i migliori, quelli dei gruppi di età dei 30 e 40 anni, dovranno vedersela, probabilmente in salita, con le atlete femmine e con i corridori più avanti negli anni.
 
La salita a Passo Croce è stretta e con una pendenza notevole.
La seconda ascesa è quella che da Villa Lagarina sale al Lago di Cei. Non ha pendenze paurose, ma è una salita costante che non spiana mai. La terza e ultima è quella mitica del Monte Bondone. Non serve molto per raccontarla.
È dedicata a Charly Gaul e lo rese famoso nella vittoria di una tappa da tregenda del Giro d’Italia 1956.
Da Montevideo a Vason, dopo una salitella che dalla città porta all’inizio dell’ascesa, sono 17,6 km tortuosi con 38 tornanti e 1.375 metri di dislivello, con pendenza media al 7,8%.
Va da sé che da Trento a Vason gli scalatori si bruciano metà del dislivello positivo, tutto in poco meno dei 20 km finali.
 
Per le categorie over 65 maschili e over 45 femminili c’è il percorso mediofondo, 60 km in tutto ma con un dislivello per nulla trascurabile di 2.000 metri, con le salite di Palù e del Bondone a fare da protagoniste.
Prime partenze alle ore 8 da Piazza Duomo a Trento, poi ondate ogni 2’, tutte esaurite comunque entro le 8.30.
Per tutti l’arrivo è a Vason in vetta al Monte Bondone, poi la kermesse si trasferisce in città, dove sono allestiti tutti i servizi per i corridori e la premiazione con la vestizione dei nuovi campioni del mondo di categoria.
L’Italia, in oro solo con Alois Vigl nella cronometro (categoria 60-64 anni) chiama a gran voce altre medaglie.
 
Al femminile mancherà quella che poteva essere tra le protagoniste assolute, l’altoatesina Marina Ilmer, vincitrice a luglio della Leggendaria Charly Gaul, messa ko da un problema fisico.
Lei poteva sicuramente lottare per il podio assoluto. Per tutte le altre categorie meglio lasciar parlare la classifica, ovviamente domani.
 
L’importante copertura televisiva dell’evento, dopo le trasmissioni di oggi, propone domani la diretta dalle 7.55 alle 9.55 e dalle 12.00 alle 13.00 su Rai Sport 2, con ulteriore sintesi domani sera dalle 20 alle 20.50 e lunedì dalle 17 alle 18.15 su Rai Sport 1.