Treviso, Museo di Santa Caterina, dal 29 ottobre al 17 aprile 2017

Storie dell’impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin – Mostra ideata e curata da Marco Goldin

Monet.
 
Si tratta di 140 opere, quasi tutti dipinti, ma anche fotografie e incisioni a colori su legno, per raccontare, come prima mai fatto in Italia, le varie storie dell’impressionismo.
Saranno riunite - provenienti da musei e grandi collezione di mezzo mondo - da Marco Goldin a Treviso, nel Museo di Santa Caterina, dal 29 ottobre di quest’anno al 17 aprile 2017.
La grande (aggettivo, in questo caso, assolutamente legittimo) mostra è promossa da Linea d’Ombra e Comune di Treviso – con la fondamentale partecipazione di Segafredo Zanetti e UniCredit in qualità di Main sponsor, Generali come Special sponsor, Euromobil come Fidelity Sponsor, assieme a Unindustria Treviso e Pinarello come partner.
 

Manet.
 
140 opere che documentano non solo quel mezzo secolo che va dalla metà dell’Ottocento fino ai primissimi anni del Novecento, «ma anche – anticipa Goldin - quanto la pittura in Francia avesse prodotto, con l’avvento di Ingres a inizio Ottocento, nell’ambito di un classicismo che sfocerà, certamente con minore tensione creativa, nelle prove, per lo più accademiche, degli artisti del Salon.
«Quindi mettendo in evidenza quanto preceda l’impressionismo − e lo prepari anche come senso di reazione rispetto a una nuova idea della pittura − e quanto da quell’esperienza rivoluzionaria, e dalla sua crisi negli anni ottanta, nasca e si sviluppi poi, fino a diventare pietra fondante del nuovo secolo ai suoi albori.
«Soprattutto con il magistero dell’ultimo Monet e dell'ultimo Cézanne, ai quali non a caso è dedicato il capitolo finale.»
 

Pissarro.
 
Ma le diverse sezioni della mostra non saranno mondi a se stanti e indipendenti, e invece la pittura accademica sarà spesso inserita quale contrappunto nelle sezioni stesse, così da far comprendere come il linguaggio nuovo dei giovani impressionisti, e prima di loro dei pittori della scuola naturalistica di Barbizon, vivesse nel tempo stesso del Salon.
Non dunque un prima e un poi, ma un’esperienza storica che si esprime in parallelo, e simultaneamente, nelle strade di Parigi. Quel Salon al quale del resto, pur rifiutandone lo spirito di rievocazione e di conservazione, gli impressionisti ambivano a partecipare, essendo comunque il solo luogo che poteva garantire visibilità e fama.
 

Van Gogh.
 
Ma in questa sorta di grande tavola sinottica di un’epoca, non sarà solo la pittura di Salon a essere messa in rapporto con l’impressionismo.
Entreranno in gioco anche l’appena nata fotografia, soprattutto nell’ambito del paesaggio che rievoca il mare o la foresta di Fontainebleau − luoghi comuni di indagine e ancora una volta puntualmente accanto ad alcuni dipinti − e poi le celeberrime incisioni a colori su legno di Hiroshige e Hokusai.
La mostra avrà quindi anche un suo lato di stringente carattere storico, tale da collocare le figure e le opere nel contesto dell’epoca.
E con tutta l’evidenza possibile non sarà solo una sequenza di opere pur bellissime e di capolavori, ma giungerà al termine di tanti anni di analisi proprio da Goldin dedicate alla pittura francese del XIX secolo.
 

Renoir.
 
L’esposizione condurrà il visitatore a emozionarsi in un percorso tra capolavori che hanno segnato una delle maggiori rivoluzioni nella storia dell’arte di tutti i tempi.
La qualità assoluta dei prestiti, i confronti che essa stimola, le suggestioni che catalizza fanno di questa mostra un’occasione unica di approfondimento e di scoperta di una bellezza nel profondo ancora storie dell’Impressionismo, protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin.
 
Gauguin.