Trento, il Consiglio provinciale approva il DdL sui grandi carnivori

Impegna la Giunta a chiedere al Governo la gestione autonoma su lupi e orsi: previste la cattura e l’eventuale uccisione di esemplari pericolosi

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Nel corso del pomeriggio il Consiglio della Provincia autonoma di Trento ha approvato il disegno di legge 230 proposto dalla Giunta con l'assessore Dallapiccola, che chiede per la Provincia la gestione autonoma del lupo e dell’orso.
Hanno votato a favore 25 consiglieri, compresi gli assessori del Pd e il presidente Dorigatti, mentre si sono astenuti in 6: gli altri esponenti dem e Manuela Bottamedi (FI).
L’unico no è stato di Filippo Degasperi (M5stelle). Non ha invece partecipato al voto Claudio Cia (misto).
Detomas «anticonformista» a favore del ddl. Sì convinto di Lozzer (Patt).
 
Giuseppe Detomas (Ual) ha motivato il proprio voto favorevole al ddl, «che non prevede una caccia indiscriminata a specie in via di estinzione, ma criteri per controllare la presenza del lupo da cui è stato il nostro territorio creando disagi ad alcune attività economiche che hanno reso questo territorio una montagna curata e vissuta al punto da risultare turisticamente attrattivo».
«Poiché mi piace essere anticonformista – ha dichiarato Detomas – sposo questo disegno di legge che, andando al di là delle ideologie, esprime una posizione minoritaria e di periferia, diversa dalla cultura della maggior parte della popolazione residente nelle città. Anche Reinhold Messner ha dimostrato il coraggio dell’anticonformismo.»
Il consigliere dell’Ual ha giudicato corretto attribuire alla Provincia autonoma di Trento la competenza politica di controllo sui predatori.
Si tratta per Detomas di «rivendicare all’autonomia uno spazio che gli è proprio» e che lo Stato oggi possa attribuire questo potere alla Provincia con una lettura costituzionalmente corretta delle norme.
 
Graziano Lozzer (Patt) ha ribadito il voto favorevole del Patt e ha espresso soddisfazione perché il consiglio grazie a questo ddl ha parlato finalmente di montagna. Anche gli ordini del giorno e il dibattito tra le varie componenti politiche hanno arricchito l’esame di questo provvedimento.
«Non abbandoneremo la montagna del Trentino né come istituzioni né come famiglie che vivono di agricoltura in quota.»
Anche i turisti, ha sottolineato Lozzer, apprezzano la salvaguardia delle montagne trentine garantita dagli allevatori, dalle aziende agricole e dalle malghe.
Sempre più i territori della Provincia vivono di turismo e quindi occorre dare agli ospiti un’immagine del Trentino come quella che questo ddl promuove.
 
Con il testo proposto da Borga, approvato all’unanimità, il Consiglio impegna la Giunta ad attivarsi presso il governo affinché con norma di attuazione sia affidata alla Provincia autonoma di Trento la gestione di questi carnivori, nel rispetto della normativa comunitaria vigente.
L’assessore Dallapiccola ha confermato che la strada indicata dall’odg è quella seguita dalla Giunta nei confronti del governo fin da alcuni anni fa. Ora se questa legge risultasse di difficile percorribilità, l’esecutivo tornerà a dialogare con il governo per ottenere la norma di attuazione.
Per Borgonovo Re (Pd) sarebbe interessante capire perché e dove si era arenato il percorso promosso anni fa per arrivare ad approvare questa norma di attuazione.
Borga ha concluso dichiarandosi non convinto delle spiegazioni fornite dal presidente Rossi sul perché sia stata richiesta la procedura d’urgenza per questo ddl, come se non fosse prevedibile che il numero dei lupi sarebbe cresciuto in fretta. La verità è che l’impostazione dell’approccio al lupo prima era diversa, perché la Giunta sosteneva la necessità di convivere con questo predatore.
 
Il presidente della Giunta Rossi ha risposto alla richiesta di Borgonovo Re ricordando che le norme di attuazione erano state proposte il 4 agosto 2015 con lettera formale firmata dai due presidenti della Provincia di Trento e Bolzano al presidente della Commissione dei dodici e al Ministro delle regioni.
Poi nel 2017 vi sono state interlocuzioni tra la Provincia di Bolzano e il ministero e il 24 luglio 2017 era stata inviata una nuova lettera dei due presidenti per proporre la norma di attuazione aggiungendo la problematica del lupo che nel frattempo aveva assunto contorni molto più rilevanti.
Inoltre l’assessore Dallapiccola ha chiesto di persona alle autorità europee competenti di stimolare lo Stato italiano a prendere in mano la problematica con le modalità previste dalla direttiva Habitat e già adottate da alcuni Paesi europei.
Il 27 luglio 2017 la Commissione dei dodici si era pronunciata favorevolmente allo schema di norma di attuazione e il 19 ottobre 2017 la norma era stata portata all’attenzione dei vari ministeri competenti chiamati ad esprimere un parere.
I ministeri non hanno poi trovato le modalità per occuparsi della questione fintanto che il governo nazionale non è caduto. Quindi da parte della Giunta non vi è stato alcun tentativo di nascondere qualcosa, ha concluso Rossi.
 
Bezzi (FI) ha giudicato musica per le sue orecchie quel che ha detto il presidente Rossi. Serviva solo un po’ di coraggio. I montanari non possono «pensare come i lupi», ha osservato il consigliere riferendosi all’intervento di questa mattina della collega Borgonovo Re.
Savoi (Lega) ha ribadito che in politica bisogna avere coraggio. Il consigliere ha giudicato strano che il Pd si defili di fronte a questo ddl. Introdurre vent’anni fa l’orso in Trentino è stato un gravissimo errore, secondo Savoi, «ma oggi gli allevatori e gli agricoltori chiedono ai politici scelte concrete che rispondano ai loro problemi reali e tutelino la loro attività. La gente chiede sicurezza, vuole fatti e serietà. Il resto è filosofia». Per Savoi anche se tardivamente la norma di attuazione va introdotta.
 
Civettini (Pd) ha preannunciato l’appoggio all’odg condividendo con Borgonovo Re l’esigenza che il pastore abbia la stessa mentalità del lupo, nel senso che ha diritto di difendersi così come il predatore attacca.
Serve la ricerca di un equilibrio possibile che metta al centro l’attività e la sicurezza delle persone e tutto ciò che con questa priorità può convivere.
Fasanelli (Misto) ha dichiarato di voler sostenere questo odg perché se il ddl risultasse incostituzionale la richiesta della norma di attuazione supererebbe il problema essendo la strada maestra per evitare rischi di ricorsi.
Simoni (PT) ha aggiunto anche il suo parere favorevole all’odg perché una norma di attuazione è la strada maestra da percorrere.
Tuttavia è giusto dare un segnale anche con questo ddl che offre solo la possibilità di intervenire in caso di disagio e difficoltà. Kaswalder (Misto) ha ricordato che nel 2015, quando Provincia di Trento e Bolzano chiesero per la prima volta una norma di attuazione in materia, a Roma c’era un governo amico del centrosinistra autonomista che si poteva «ricattare» su questo tema.
Eppure in tre anni non si è riusciti a portare a casa nulla su questo tema. La speranza è che ora il nuovo governo dimostri una diversa sensibilità.