Joan Baez ha ripercorso la musica folk dagli anni '60 a oggi
A Trento, l’usignolo di Woodstock ha incantato 2.500 spettatori con brani di Dylan e Donovan, Simon & Garfunkel e Lennon, The Animals e Morandi

Joan Baez, smagliante nei suoi splendidi 71 anni, capelli bianchi a caschetto, lunga sciarpa di seta, ha incantato gli oltre 2.500 spettatori di Trento, cantando per un paio d’ore nel suo salotto virtuale posto in piazza Fiera, accompagnata da un percussionista e da un chitarrista.
Joan ha cambiato chitarra acustica ad ogni brano, mentre il suo accompagnatore ha alternato un po’ tutte le corde, dal violino al banjo, dal basso acustico alla mandola, dalla chitarra elettrica alla chitarra… tastierata.
Ha interpretato una ventina di pezzi, tutti famosi e risalenti un po’ all'intero arco della sua felice carriera. Canzoni di Bob Dylan, Donovan, The Animals, Simon e Garfunkel, John Lennon, Gianni Morandi…
Nell’articolo di presentazione dello spettacolo (vedi) ci eravamo augurati che cantasse canzoni come We Shall Overcome, Love Is Just a Four-Letter Word, Farewell Angelina e Here's to you Nicola and Bart.
Non ci illudiamo – avevamo aggiunto - che possa cantare in italiano anche "C'era un ragazzo che come me...".
Ha interpretato non solo Farewell Angelina e Here's to you Nicola and Bart, ma anche C’era un ragazzo che come me…
Ha esordito con due pezzi resi famosi da Bob Dylan, tra i quali appunto farewell Angelina che ha stregato la platea. Poi ha interpretato una canzone che ha stregato noi, ma che forse pochi ricordano.
«È una canzone che, ahimè, va molto indietro nel tempo. – Ha ricordato. – È di Donovan. Si intitola Catch the wind.»
“Prendere te è come provare a catturare il vento, dice il testo: scivoli tra le dita…”
Sicuramente la versione di Donovan faceva sognare, era il 1965 (vedi), ma sentirla interpretata oggi da Joan è stato davvero un tuffo nei sogni del passato.
Lungo lo spettacolo, Joan Baez ha presentato con modi eleganti i brani che andava a interpretare.
«Questo antico spiritual l'ho imparato all'inizio della mia carriera, l'ho cantato anche a Woodstock poi l'ho cantato a tante persone… Pensate, anche a Martin Luther King e a Lech Walesa. E alla mia mamma. E a Obama. E ora lo canto anche qui, a voi.»
Sorpresa del concerto è stata quando ha chiamato sul palco la cantante gitana Marianne Aya Omac.
«Noi abbiamo tifato per l’Italia e Balotelli, – ha spiegato in una battuta, – ma adesso lasciateci cantare in spagnolo…»
Con marianne ha cantato Duele, La Llorona e l'immortale Cucurrucucú paloma di Tomás Méndez.
Altra sospresa è stata l'interpretazione di Un mondo d'amore di Gianni Morandi.
Sempre t ra le sorprese, infine c’è stata anche la versione blues di The boxer di Simon and Garfunkel, poi è passata a Gracias a la vida.
I bis sono veramente strappati a scena aperta, e la cantante ha proposto C’era un ragazzo che come me..., una delicata versione di Imagine di John Lennon, e alla fine Here's to you, la canzone musicata da Morricone, scritta per la colonna sonora di Sacco e Vanzetti.
Alla fine se ne è andata, purtroppo, senza due canzoni che tutti desideravamo, Blowing in the wind e We Shall Overcome.
Guido de Mozzi
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